mercoledì 24 ottobre 2012

Incontro ravvicinato con Aki !

Sono uscita dalla seduta con il dentista, mi incammino verso la fermata dell'autobus, mi fermo per attraversare l'incrocio, controllo le strade e di fronte vedo un cucciolo di cocker nero che salta addosso alla sua padroncina, ma mi sento osservata, mi volto ed eccolo, dalla parte opposta!
 
 


 
Vedo lui,  che mi guarda con insistenza, segue il mio sguardo e mi "chiama".  Attraverso la strada, per andarlo ad accarezzare: i miei figli mi sgridano sempre "mamma quando vedi un cane non capisci più nulla".  Ma questo è un cane "speciale"! La padrona lo ha costretto a riprendere la strada di casa, ma lui si guarda indietro e continua a seguirmi con lo sguardo. Sono al telefono con mio figlio e chiudo la telefonata, perché l'Akita è insistente reclama la mia attenzione, scuote la coda e mi guarda severo avvicinandomi.  La padrona allibita perché il cane non si decide a seguirla lo incita, ma l'Akita non ha voglia di obbedirle, non vuole entrare nel portone  anzi si siede per terra come per dirle "Aspetta!" Io sono alla loro altezza e dico a mio figlio : "devo chiudere perché sto per avere un incontro ravvicinato con uno spledido Akita". La padrona mi guarda stupita e le chiedo il permesso di accarezzare il cane. Lei mi dice "Ha proprio ragione: pensavo mirasse il cucciolo, invece è lei che aspettava ed è raro che un cane simile manifesti interesse ed effusioni per estranei".
 
Il cane salta scodinzolando e ci abbracciamo, lui mi lecca la faccia, scodinzola, mi annusa come dire "Come stai, quanto tempo"  io lo accarezzo e gli gratto le orecchie, gli dico "Chissà in che vita ci siamo già incontrati" ed alla padrona " Ho la sensazione di aver incontrato un vecchio amico"
 
Ancora qualche frase con la padrona mentre accarezzo AKI, si chiama così, alla  fine è ora per lui di rientrare e per me di proseguire la mia strada, ma chissà perché il mio cuore è più leggero e contento.  
 
 

Etichette:

Meme


Raccolgo da http://coloratissimo.blogspot.it/ l’amico di blog e concittadino Fulvio il meme di questo argomento.

"La felicita non è avere quello che si desidera ma desiderare quello che si ha"

(Oscar Wilde)

Oggi per me la felicità è:

  • Alzarmi senza avere alcuna sensazione di dolore nelle ossa,
  • Alzarmi la mattina di sabato e di domenica senza assillo di dover uscire,
  • Bere il mio primo caffè nel silenzio della cucina e giocare con la mia Mucia a prendi il topino ;) con i passeri che cinguettano il loro briefing mattutino sulla pianta d’alloro nel cortile di casa,
  • Andare al bar per bere il caffè e gustare la brioche ai 5 cereali e marmellata di frutti di bosco con i miei figli, la mattina prima che loro vadano a lavorare, fermandomi in serenità per un’ora con mia figlia a parlare del più e del meno, fare progetti, verificare idee e sensazioni,
  • Poter gestire le bollette di casa in serenità,
  • Riuscire a ricordare tutti i miei impegni e portarli a termine
  • Incontrare le mie amiche e, oltre a chiacchere in serenità, condividere sensazioni, esperienze, strategie e sentimenti, trascorrendo momenti in allegria, magari davanti ad un buon piatto.
  • Riuscire a meditare e sentirmi in comunione con l’Universo intero,
  • Percepire il mio Angelo,
  • Riuscire a fare un bel e buon dolce o vedere i miei gustare un piatto che ho cucinato io,
  • Fare un bel sonnellino vicino a Mucia, mentre lei ronfa ed io .. russo ;) ed alzarmi riposata!
  • Godere della bellezza della mia Trieste e del suo territorio, con lo splendore del suo Carso e del suo bel Mare e riuscire ad incantarmi di fronte ad un tramonto facendo naufragare i miei problemi nell’oblio almeno per qualche minuto!
  • Scoprire nuovi luoghi e conoscere nuove persone.
 

Etichette:

venerdì 19 ottobre 2012

L'identificazione

"L'identificazione è una pratica spirituale fondata sulla conoscenza di una legge fisica: la legge di risonanza. Se riuscirete a vibrare all'unisono con una creatura, la conoscerete, e non soltanto la conoscerete, ma inoltre le sue qualità si comunicheranno a voi. Finché non vibrate all'unisono con quella persona, finché non vi identificate in lei, potete studiarla, giudicarla, decretare che essa è questo o quest'altro, ma in realtà non la conoscete veramente. È il fatto di vibrare alla stessa lunghezza d'onda che avvicina due esseri e permette loro di conoscersi!
E l'amore è anche questo. L'amore, così come la conoscenza, è il risultato di una fusione: due esseri che vibrano alla stessa lunghezza d'onda. Si può dunque dire che la vera conoscenza è la conseguenza del vero amore, e che il vero amore altro non è che un accordo su una stessa lunghezza d'onda."

Omraam Mikhaël Aïvanhov

 
Quando esprimiamo noi stessi e parliamo dei nostri problemi, capita che molte persone si riconoscano nella nostra descrizione e che provino empatia per un sentimento specchio. Ci sentiamo coinvolti e oltre il giudizio comunichiamo la nostra solidarietà, stringendo amicizie con persone che non abbiamo mai visto, ma percepiamo affini.
  
 
Se ci pensate bene questo atteggiamento è il fondamento della religione cristiana: chi giudica, sarà giudicato ed ognuno deve considerare la trave che ha nei proprio occhi e non guardare alla pagliuzza di chi ha vicino.
 
Eppure io questo concetto io l'ho imparato ed assimilato solo con Vivation : quando nella meditazione  traumi e problematiche venivano a galla, le persone condividevano storie intime in un ambiente protetto, mettendo a nudo le loro più grandi fragilità, incuranti del giudizio, perché i compagni guardavano alla persona oltre al giudizio, solidali con la loro sofferenza, qualsiasi fosse il carattere e la personalità, senza per altro portare il peso di questa sofferenza, anzi la meditazione proteggeva da qualsiasi ingerenza, si riusciva ad elaborare e ridimensionare anche i propri problemi.

Non c'era nessuna aspettativa nel rapporto interpersonale: le cose rimanevano in quel circolo culturale, non ci seguiva e non ne parlavano al di fuori, anzi non ci si incontrava che durante le ore di meditazione. Con alcune di loro ho ancora ottimi rapporti d'amicizia, altre/i non li vedo da anni: ma quell'esperienza mi è servita moltissimo, per comprendere come si possa essere intimamente legati a perfetti sconosciuti, capirli e condividere con loro il proprio cammino!  
 

Etichette: ,

martedì 16 ottobre 2012

Strategie per sopravvivere allo stress!

Dopo aver bevuto il mio buon caffé, la mente corre a considerare,  che la vita è piena di fatti, che noi accusiamo a volte come colpi, assestati dal destino in una sequenza più o meno ravvicinata.
Ho constatato personalmente come sia facile per la nostra attenzione soffermarsi su tutti gli accadimenti negativi, che riverberano il malessere anche dopo l'accaduto, mentre  ignoriamo il bene o la felicità. Sembra infatti che queste ci sfiorino appena, perché la leggerezza della felicità ci abbandona  specie in un periodo di stress o di crisi, tanto  siamo protesi verso la soluzione delle difficoltà, archiviandoo troppo frettolosamente i momenti di benessere ed il loro effetto positivo.
Considero che il compito della giornata dovrebbe essere appunto questo : focalizzarci almeno di tanto in tanto su quanto di positivo e sulle sensazioni di benessere o di gioia o di serenità che ci toccano anche per brevi minuti e farli riverberare nel resto della nostra giornata!
Cosa succede quando sereni, ci siediamo a bere un caffè : la mente bastarda vola ai nostri problemi! NOOOOO
Affinché il benessere perduri, dobbiamo cercare assolutamente di vivere a scomparti: quando ci si rilassa, perdersi anzi proprio naufragare nel benessere del momento, facendo svanire per un po' i problemi, focalizzandoci sull'emozione che stiamo vivendo ed  indugiando sui particolari usando tutti i sensi (vista, udito, tatto, odorato, gusto)!   Personalmente il senso di benessere goduto nel pranzo domenicale della mia amica, ancora al ripensarci mi porta un senso di felicità. Perché ho appunto impiegato TUTTI i miei sensi.
 
Cosa importantissima da fare è RINGRAZIARE per questo momento di tregua! E buon metodo è ringraziare sempre per qualsiasi cosa positiva avvenga nella giornata a nostro favore: sia grande che piccola. Per esempio . se arrivate alla fermata dell’autobus e lo vedete arrivare proprio in quel momento; se ritrovate una cosa che consideravate perduta; se incontrate una vecchia amica che non vedevate da tempo; se riuscite a ritagliarvi il tempo di fare una chiaccherata con la vostra amica;  se vi ricordate di una cosa da fare importante, che vi era passata di mente per lo stress. Ringraziare, sempre ringraziate quando trovate la soluzione ad un vostro problema.
Dovrete prenderci la mano ad immergervi nelle sensazioni del benessere, i primi giorni lo riuscirete a fare poche volte nella giornata : VA BENE COSI' , non ci sono scadenze! Quando inizierete ad usare lo stratagemma con maggior frequenza, godrete la vostra vita in modo diverso. Potrete affrontare meglio anche i vostri problemi. Se non ci riuscite, perché la mente bastarda vi fa dimenticare il vostro obiettivo, usate qualche trucco per ricordarvelo : un post-it sul frigorifero o sul video del vostro PC in ufficio, una sveglia del vostro cellulare ogni ora, che vi segnali di fare una pausa ed assaporare il momento: in fondo bastano un paio di minuti!
 
Cerchiamo di metterla in atto questa strategia!
Mi raccomando INSISTETE! Chi la dura la vince!!!!
 
Ad majora!  


 

Etichette: , ,

lunedì 15 ottobre 2012

15 ottobre!

Di già? Sarò ripetitiva e noiosa, ma il tempo sta scorrendo velocemente e meno male, spero che un anno passi presto, perché sono ai ferri corti.
 
Ieri ho fatto visita alla mia amica, cuoca speciale che ha fatto gnocchi con l'arrosto e funghi porcini per me! I suoi sono succulenti : è stata una bella mangiata!  Il riposo della domenica poi, mi ha rinfrancato!
 
Preparo la scaletta della settimana, gli appuntamenti da fissare e  le incombenze ordinarie   risaltano in rosso sullo scadenziario.
 
 
Di lunedì al solito si pensa come Charlie Brown : un'altra settimana lungo la quale strisciare...;)  Ma oggi no! Per me oggi ci sono 7 giorni nuovi, pieni zeppi di opportunità !!!
 
Ad majora!
 
 



A la vie, à l'amour
Que ces moments-là restent en nous pour toujours
A l'amitié, aux beaux jours
Qu'ils éclairent vos parcours

Bonne route et à demain
Que rien ne sépare jamais nos chemins
Bonne chance et prenez soin
Du monde autant que de vous

Au bonheur, au plaisir
Que le cynisme ne jamais vous abîme
A la musique, à nos rires
Qu'ils sachent nous réunir

Que vous appreniez d'hier, que les traces
De vos pères jamais ne s'éffacent
Que la santé vous garde
Et que des enfants
Vous chantent un jour
A vous rendre sourds

A la vie, à l'amour
Que ces moments-là restent en nous pour toujours
A l'amitié, aux beaux jours
Qu'ils éclairent vos parcours

Bonne route et à demain
Que rien ne sépare jamais nos chemins
Bonne chance et prenez soin
Du monde autant que de vous

Que vous posiez votre pierre à la tâche
Votre jolie lumière, votre grâce
Soyez curieux, ne cessez jamais d'apprendre
Voir, écouter
Sentir, entendre

A la vie, à l'amour
Que ces moments-là restent en nous pour toujours
A l'amitié, aux beaux jours
Qu'ils éclairent vos parcours

Bonne route et à demain
Que rien ne sépare jamais nos chemins
Bonne chance et prenez soin
Du monde autant que de vous

Au bonheur, au plaisir
Que le cynisme jamais ne vous abîme
A la musique, à nos rires
Qu'ils sachent nous réunir

Etichette:

sabato 13 ottobre 2012

Sarà perché

.. da piccola guardavo e consideravo, dalla mia posizione di ultima ruota del carro in famiglia, a scuola mantenendo un profilo basso, fino al lavoro, dove, maturando, gli insegnamenti del mio mentore hanno saputo tirare fuori il meglio di me stessa e della mia mente a seguire i suoi voli pindarici e metterli in atto.
 
Sarà che Vivation mi ha aiutato a considerare la vita per quello che è, aiutandomi a superare il disagio dei colpi del destino, proprio perché essendo un metodo fisico di modulazione di respirazione non coinvolge la mente, ma la risana! Perché troppo spesso ci dimentichiamo che mente e corpo sono legati indissolubilmente e che sanare uno, risana anche l'altro per seconda intenzione.
 
Ma io non penso mai a quel che mi accade come ad una ennesima ingiuria del destino, una punizione. Certo son stramazzata più di una volta al suolo, son mica facili le falcidiate del Karma!  La domanda che mi pongo sempre è COSA DEVO IMPARARE DA QUANTO MI ACCADE, COME POSSO IMPARARE A GESTIRE IL DISAGIO E TROVARE LA SOLUZIONE?
 
Un ulteriore passo l'ho fatto con Baerbel Mohr, CHIEDILO ALL'UNIVERSO: ovvero il supermercato dei desideri. Certo detta così sembra troppo semplicistico, invece la strategia della Mohr è vincente. Che si chieda all'Universo o si chieda ad un'entità Celeste,  è esattamente la stessa cosa, dipende in cosa credete. D'altra parte la teoria della Mohr poggia su insegnamenti vecchi di millenni, ricordiamo le parole di Matteo "chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto", che puntualmente pensiamo impossibili a realizzare, invece... Se ne avete l'occasione cercate il libro e provate a metterlo in pratica!
 
 
E SE QUANTO CHIESTO NON ARRIVA ?? vuol dire che non l'abbiamo chiesto con la dovuta Fede, o che quella cosa non è fatta per noi, non è ancora il momento adatto e bisogna dirottare la propria attenzione su altre cose, che potranno far maturare l'evento accantonato!
 
Ma state attenti! Molto spesso siamo noi stessi a sabotare i nostri stessi desideri e per quanto conosciamo metodi ed espedienti per raggiungere il risultato finale abbiamo tanta paura di "quel successo" che SABOTIAMO la nostra capacità di conseguire ciò che desideriamo per paura del fallimento.
 
Infatti nonostante la mia pratica e la mia esperienza ci sono momenti che, davanti ad alcuni problemi, mi trovo renitente ad applicare quanto imparato: come un cavallo davanti ad una siepe che si blocca e disarciona il fantino (problema).  Ci vuole del tempo per maturare la giusta condizione, lo stato d'animo appropriato per affrontare la siepe ed effettuare il salto.
 
Quindi CORAGGIO e PERSEVERANZA, con una buona dose di PERDONO per noi stessi e per i nostri errori e per la nostra riluttanza ad affrontarli!
 
Come sempre... AD MAJORA!
 
Oggi grande festa a Trieste, è la vigilia della Barcolana: stand sulle rive con oggettistica varie, mille vele hanno riempito il porto e la città è in fermento per la grande regata di domani! La potete seguire anche alla televisione!
 
Buona domenica.
 
 

Etichette: ,

mercoledì 10 ottobre 2012

Ieri

 
 
 
Giornata di consegne, un rinnovato incontro, qualche chiacchera in un tramonto meraviglioso: le ultime ore sul terrazzo della mia amica e cliente con una splendida veduta !  ... e dolce è stato "naufragare" in questo panorama ...;)


Etichette:

martedì 9 ottobre 2012

Un nuovo giorno

Considero che domani la prima decina di ottobre termina ed un terzo del mese è già passato.  La velocità mi lascia attonita, certo riempio le mie giornate di commissioni, telefonate, uscite, spesa con i pasti da preparare, lavo, stiro, pulisco, ma diciamocelo, tutto scivola via in modo talmente veloce, che mi volto indietro e mi meraviglio sempre di quanto tempo sia trascorso.
 
Anche se, a dire il vero, le ultime giornate, da sabato per la precisione, sono passate molto lentamente, una vera ironia: il tempo fugge, i giorni si succedono velocemente, eppure le ore sembrano non passare mai.
 
Non riesco a capire se è l'attesa di un particolare evento o di una specifica data che dia questa sensazione, oppure se avendo preso la decisione di affrontare la vita come viene viene, perché in questo momento non ho i mezzi per fare alcun progetto, mi abbia posto di fronte al tempo con questa nuova paradossale prospettiva.
 
Lavorare senza aspettative può dare quindi questa sensazione di vuoto e di pieno allo stesso tempo?
 
Certo il mio animo ne sta guadagnando in serenità: raccogliere man mano che si va avanti, senza eccessive aspettative che logorino la mente e si riflettano sul lavoro nel mentre, sembra sia una soluzione accettabile. Il resto, come viene, viene!
 
Ad majora!
 


Etichette:

domenica 7 ottobre 2012

Tutto perfetto!

Colgo lo spunto dal commento al mio precedente post di Soffio " belle immagini, ma si può anche agire con grande semplicità e spartana preparazione", di fronte al  mio racconto della preparazione alla serata con le amiche a casa mia.
 
Se da una parte considero le amiche persone intime, con le quali ho condiviso tanta parte della mia vita, in quanto ex-colleghe : una la conosco dal 1975, un'altra dal 1988, ecc. la conseguenza logica dovrebbe essere la disinvoltura nell'accoglierle in casa mia.
 
Si da una parte è vero, dall'altra, non avendo mai avuto un'abitudine al ricevere più persone, in quanto mio marito in casa sua era un vero orso e non amava accogliere, ma l'incontro con gli amici era sempre esterno, ne ho ricavato un'enorme insicurezza: penso di non esserne capace.
 
Eppure ricordo sempre l'accoglienza del mio compare a tirar fuori dal frigo carciofini selvatici sott'olio e formaggio grana con una fetta di pane e capocollo al peperoncino e di come le serate scivolavano via con fiumi di parole: come intende Soffio la convivialità. Basta poco tra amici, che ce vò?!
 
Ma, nella mente femminile, caro Soffio, tu ben sai che ogni situazione semplice viene resa complicata proprio come ho detto prima, da aspettative, voglia di apparire, voglia di render cosa gradita, stupire, perché TUTTO è corollario all'incontro. Noi donne siamo capaci di truccarci perfettamente e studiare come vestirci per ogni occasione, mettendoci un impegno  sia che ci troviamo ad una cena tra amiche, che se dobbiamo andare alla prima della Scala: perché questo è il nostro modo di essere, complicate!
 
Alla fine della cena guardando ai resti ho pensato: ho preparato troppe cose! La prossima volta devo calibrare meglio le porzioni e le portate.   Certo nulla viene sprecato perché si consuma in seguito, ma il tempo perso nei preparativi poteva essere ridimensionato, usato per altro. 
 
Ecco, penso che questa sia la chiave di lettura di tutti i nostri sbagli, le nostre ansie, i nostri timori, messi in evidenza da Soffio con il suo commento:  ho considerato quanto l'aspettativa, la disistima e l'insicurezza in me stessa abbia inciso e stia incidendo non solo in un semplice ricevere le amiche per una serata in allegria, quanto per TUTTO quello che faccio nella vita.
 
Perché ogni cosa anche la più semplice deve essere vagliata e considerata a 360°, perché nella mente si fanno largo centomila domande sul come potrebbe andare, mentre confusione ed ansia rendono insicuri e mettono a repentaglio la riuscita di un semplice incontro o di una semplice commissione.
 
La domanda che dovrei pormi in realtà è molto semplice : CHE COSA VOGLIO IO IN QUESTO FRANGENTE ? Considerare poi le soluzioni, scartare quelle insensate e procedere con calma verso l'obiettivo dovrebbe essere sufficientemente produttivo ed efficace.
 
Perché rincorrendo assurdamente il criterio di perfezione (che non è di questo mondo) si accendono illusioni e si perde di vista il vero SIGNIFICATO delle occasioni e della vita : IL DIVERTIMENTO!
 
Chi fa con amore il proprio lavoro, si diverte! Chi accudisce con amore la propria famiglia, si diverte! Chi riceve gli amici con semplicità, si diverte! Anche nello sforzo e nella fatica ci si può divertire, perché il fine ultimo di questi è rivolto alla riuscita di un'impresa, della felicità dei nostri cari, dell'allegria dei nostri ospiti! 
 
In fin dei conti la chiave di lettura di questa perfezione è la semplicità: una dimensione che spesso dimentichiamo, soprattutto noi, della società del benessere, degli optional di lusso! Dimentichiamo che si può essere felice senza orpelli se guardiamo bene in fondo a noi stessi!!
 
Perché se attendessimo che tutto sia "perfetto" le cose non accadrebbero mai: quante cose vengono rimandate e di conseguenza quante occasioni perdute? Eppure è la nostra società che impone una falsa "perfezione" che ci condiziona costringendoci a sopravvivere, fino a perdere di vista il vero scopo, il fine ultimo :  semplicemente VIVERE!






Etichette:

sabato 6 ottobre 2012

Finalmente sabato!

Ieri ho invitato alcune amiche ex colleghe d'ufficio ed abbiamo passato una serata allegra. Ho preparato una cenetta coi fiocchi e son soprattutto soddisfatta del dessert : la panna cotta! Non pensavo fosse così facile da farsi, per cui non ho mai preso in considerazione l'idea di cucinarla.  Ma mi è riuscita proprio bene anche a detta di mia figlia che ne è una golosa estimatrice.
 
Tutta la settimana è stata una preparazione all'evento : tra pulire, coordinare la spesa, cucinare. L'ansia si è fatta strada ed ho cambiato menù in corso d'opera ben 4 volte in tre giorni ;) poi quando ho preparato il piatto di portata, un arrotolato, sono trasecolata, pensavo fosse meno pesante. Fatto sta che avevo mille dubbi. Invece la sera il gusto era magnifico, i sapori del ripieno si erano magicamente amalgamti : ho disteso su un rettangolo di carne preparato dal macellaio, delle fettine di prosciutto, blede (foglie, non coste!) saltate in padella aglio ed olio, funghi e formaggio saporito, grattuggiato e mescolato al pan grattato che aderisca alle blede e non esca, ho arrotolato tutto, legato e prima fatto andare in padella poi al forno per 2 ore e mezza. 
 
All'assaggio non era così buono! E via a fare un folto numero di contorni per compensare.   Omelette spinaci e ricotta al forno con besciamella, purè (vero!) di patate del contadino, funghi, insalata, oltre ovviamente al dolce.
 
Le mie amiche hanno mangiato parcamente e là a vederle mi son detta : si,  sono tutte a dieta che caspita mi son agitata a preparare un pranzo per una comitiva!
 
Abbiamo comunque apprezzato il convivio e ci siamo divertite un sacco. Ho fatto anche la dimostrazione del top tool stanhome, che avevo un paio di pezzi da campionatura e li ho tenuti da parte per loro.
 
Abbiamo sorriso ai ricordi, agli aneddoti di anni passati assieme lavorando, crescendo, impazzendo dietro il nostro principale, compianto mentore!
 
Alla fine quando se ne sono andate ero talmente contenta della riuscita, che ho anche pulito cucina e soggiorno prima di andare a nanna ed oggi che son soddisfatta e rilassata, vorrei solo tornare a letto per riprendermi e non pensare a nulla!  
 
 

Etichette:

martedì 2 ottobre 2012

Ottobre...

è iniziato! Il tempo continua a farmi impazzire : sto sudando più di quest'estate! Caspita! Ma quando finirà questa umidità!  Intanto ho iniziato le pulizie d'autunno e sto organizzando un evento a casa mia con le mie ex colleghe per alleggerire l'atmosfera e l'umore, per togliermi dalla routine del quotidiano, per reagire al troppo pensare, al troppo scavare, che ha il suo valore e la sua ragione, ma deve lasciar poi il posto ad un po' di leggerezza!
 
Buon martedì!
 
 


Etichette:

domenica 30 settembre 2012

Chi son?



Oggi mi son svegliata con questa aria di Puccini in testa, oltre ad una nevralgia cervicale da far paura.  Bevendo il mio caffé, ascolto la voce di Pavarotti in sottofondo a basso volume (non son neanche le sette) ed il suono viene sovrastato dal rumoroso briefing cinguettato dagli uccellini sulla pianta d'alloro nel cortile di casa. Aspetto che le pastiglie facciano effetto ed intanto considero come Rodolfo : chi son? Si, chi son?
 
Nel lavoro d'introspezione degli ultimi giorni, son riuscita a completare il quadro che è affiorato parzialmente, con accenni frequenti, nei miei post precedenti e che trova ora, in questo post, una soluzione teorica.
 
Quando il proprio quotidiano viene spezzato per un evento del destino, ci si sente smarriti,  si perde un'identità che ci ha contraddistinto da tanto tempo. Io, impiegata, moglie,  madre, (l'ordine è puramente cronologico per determinare "l'anzianità" di acquisizione) ad un tratto ho perso alcuni parametri della mia personalità, della mia quotidianità. Ma non solo: ho perso anche le persone che mi circondavano in quei corollari e che mi davano il modo di misurare me stessa.
 
Raccolgo i pezzi a stento, la mente ed il corpo in un imprinting trentennale non si arrende: ha bisogno di ripetere gesti ed azioni quotidiane, che ha  scandito i miei giorni, che hanno dato una ragione d'essere alla mia vita. A constatare che l'obiettivo finale manca, non trovando necessità d'esecuzione, la mente si smarrisce: sento non solo un vuoto, ma un senso d'inutilità. Anche le tante cose che ho sognato di fare, quando avrei realizzato un cambiamento con più ore a disposizione, non trovano collocazione perché, mentre prima davo loro un corolario del mio tempo, che nel grigiore delle   giornate portava una ventata di freschezza e di creatività, ora con troppo tempo a disposizione la mente non riesce ad accettare di organizzarle così a lungo, mi stanco, diventano un peso, perché la mente le assimila ad un'incombenza, un lavoro! Ma dato che non sono remunerate e non sono abituata a dedicarmi ad un'attività che sia solo "ludica" mi sento in difetto e quindi accantono l'idea di prendere in considerazione la loro realizzazione. 
 
Allora resto lì attonita, basita, immobilizzata a cercar di riempire il mio tempo, a dare un'altra volta scopo al mio tempo. A volte sono soddisfatta, a volte mi rimorde la coscienza per lo spreco di "tanto tempo", sempre misurandolo con il metro della "produzione" che il mio  datore di lavoro mi ha inculcato, visto che sono andata a lavorare da lui a 18 anni.
 
E' difficile riempire questo grande vuoto: non si ha la capacità di godere di tanta libertà. Si deve iniziare a spizzichi e bocconi. Ma il caos della libera scelta non riesce ad appagare un'anima che nella vita ha avuto continuamente render conto del proprio tempo.
 
A questo punto si inseriscono i "doveri" : sono tutti lì, ti guardano e tu li consideri. "Dovresti" far tante cose, mettere a posto, eliminare, scegliere, catalogare, oltre a tutto il solito quotidiano, anzi ti sovviene la quantità di ipotesi lavorative che accarezzavi quando lavoravi, considerando "se avessi più tempo". MA, eh si, c'è il solito MA. Per tanto tempo ho relegato i lavori di casa al week-end ed anche disoccupata per più di un anno ho continuato a fare i lavori di casa sabato e domenica. C'è voluto più di un anno per recuperare il controllo e suddividerli in più giorni, per avere il week-end libero, per cambiare il metro di considerazione. Fatto sta, che comunque nell'ottica del troppo tempo a disposizione, quando sto seduta davanti alla tele od al computer a fare qualcosa che mi piace,  la mente bastarda rimanda ai lavori da fare (anche extra) che magari trascuro (c'è sempre qualcosa da fare in casa) e scatta il rimorso.
 
Ecco che il secondo in-put di Settembre, diciamo il finale, necessario per il cambiamento è proprio questo : la RICERCA e l'ADATTABILITA' di un nuovo o di nessun SCHEMA, sempre applicando l'ACCETTAZIONE del momento, diverso dalla vita precedente.
 
Si vive come si vive, come si può, come viene, con piccoli progetti, sempre pronti a cambiare in corso d'opera, anche se ci si sente stonati, per cercare di riempire un vuoto, che ormai la società non riesce più ad aiutarti a colmare. 
 
Imparare ad assaporare il momento senza avere rimorsi di coscienza per la troppa LIBERTA'! 
 
 Buona domenica!  
 


Etichette: , ,

sabato 29 settembre 2012

29 settembre ...;)





Settembre è passato, no, direi proprio "volato", in una ridda di impegni, che guardando indietro hanno lasciato i problemi di sempre: ci sono ancora. Lì che mi guardano facendosi anche beffe di me, che, lancia in resta, parto per colpirli, ma non riesco a sconfiggerli. Questi si dilatano per poi riconcentrarsi e ferirmi di nuovo. L’illusione di aver vinto cade: era una semplice tregua, non una vittoria!
 
E vi dirò la verità, man mano che passa il tempo, non solo i problemi riemergono, ma si fanno vivi anche quei fantasmi che il momento aveva scacciato, ma con cui dovevo fare prima o poi i conti. Perché ciò che non è risolto, torna a galla, quando meno te lo aspetti.
 
Tener duro per tanti -troppi- anni, con il cuore stritolato dal dolore, l'impossibilità di esprimere la sofferenza, perchè devi essere forte per sorreggere chi è ammalato e chi è giovane, chi è vecchio, con il lavoro -àncora di salvezza- da portare avanti sempre al 100%, l'equilibrio che vacilla, è estremamente logorante, ma devi andare avanti. Poi la bomba!
 
Quando una situazione di stress termina per ovvie ragioni, si pensa comunemente che il dopo sarà solo di ripresa: non è vero! Dissolta la concentrazione nel reggere situazioni pesanti, emerge la fragilità negata, ti rendi conto di quanta maggior forza ci voglia a costruire un nuovo oggi: il pensiero del domani non ti sfiora, già il presente è difficile da reggere.
 
Voli “basso” : low profile, dicono gli americani, perché sembra che così si possa evitare ulteriori  ferite, perché hai già anima e cuore a brandelli, eppure anche le piccole ferite in questo periodo vengono amplificate dai nervi, tesi a non collassare. Tenti sempre di guardare la luce in fondo al tunnel, ma ti rendi conto che è già tanto se hai una torcia in mano, per non incespicare rovinosamente.
 
Questo settembre comunque mi ha aperto la mente verso alcuni aspetti, che l’autodifesa inconscia alla realtà quotidiana non mi aveva permesso di focalizzare.
 
Quando si mantiene una serrata attività per tanti anni, diventa una fatica sovrumana accettare il cambiamento ad una riduzione d’impegni: ci sembra di sprecare il nostro tempo.  Al contrario di ciò che pensavamo prima, liberi, non riusciamo proprio a mettere in atto tutti quei lavori o quei progetti che avevamo pensato di poter realizzare con più tempo.  Non siamo ancora capaci di quantificare il tempo, perché ne abbiamo perso il parametro di paragone e spesso ci accorgiamo che la dilatazione del presente, ci piace, anzi, ci avvolge come canto di sirena, anestetizzando la nostra razionalità e vanificando la nostra organizzazione. Il vizio di rimandare, ci colpisce nel profondo, perché non abbiamo più l’alibi per sostenerlo : il lavoro, la professione a tempo pieno.  Questa delusione ci ferisce, anche se non vogliamo ammetterlo e la mente subisce un’involuzione: bisogna fare appunti, liste, sedersi ad analizzare la situazione diventa difficile, troppo facile il procastinare. Si boccheggia si arranca, poi gli eventi arrivano al dunque e ci troviamo alla confusione, sia che si tratti di grossi che di piccoli problemi del quotidiano.
 
Ogni (grosso) problema che mi assale mi paralizza e solo dopo una giornata a ruminare scontento e disperazione, riesco a rialzare la testa e tirare fuori nuove strategie, nuove protezioni. Sì, perché ora, nonostante l’educazione che ho acquisito negli anni, al momento del “botto” non riesco a mettere in pratica nemmeno la più elementare strategia. Ora ogni progetto a lunga portata mi sembra inutile, perché la debolezza nel presente mi blocca: non sai mai quello che il domani ti porta!  Ho  perso insomma l’onnipotenza della “gioventù” quando ti sembra di avere tutta la vita davanti, quando i traguardi si allineano sul fronte del tuo futuro e ti sembra di essere invincibile.
 
In realtà la parola chiave di Settembre è ACCETTARE, nella sua accezione di “prender atto di” per poter progredire.
 
Quindi continuo a fare le mie liste, mi ritrovo in un mare di pizzini con appunti d’ogni genere, che cerco di riordinare come posso: poi, ogni giorno, cerco di risolvere UN problema, programmo UNA o più commissioni, ma se riesco a farne una solamente,  son comunque contenta.
 
La capacità acquisita nel passato a mantenere l'autocontrollo ed il controllo dello stress, interagendo comunque con atteggiamento calmo davanti ai miei interlocutori, rende impossibile alle persone, che non mi conoscono bene,   realizzare quanto  io stia lottando contro la confusione e l'ansia.  Sono in grado di pormi per una parte della giornata serenamente ad affrontare questi problemi, ma alle volte -troppo spesso per i miei gusti-  la mia mente bastarda continua a dirottare l’attenzione verso una miriade di pensieri che l’ansia arruffa in continuazione, nonostante cerchi di dare loro “una piega”.
 
Spesso mi sento come un criceto che gira nella sua ruota. E si fa largo il pensiero che io debba abbandonare il fatto di usare il passato per scusare me stessa di fronte ai "deficit" del momento attuale: solo affrontando i miei fantasmi, anziché scansarli potrò dare una svolta decisiva alla mia vita.  Di base il fondamentale della mia mancanza di  serenità è l'instabilità economica del momento, e poco -ora- mi consola il fatto della transitorietà della situazione, me ne devo fare una ragione e focalizzarmi sul passare del tempo, che è talmente veloce da scorrere nonostante tutto.
 
Ma, ... panta rei!  Andiamo avanti facendo del nostro meglio. Il resto? è vita!
 
Buon week-end a tutti!!





Etichette: , ,

lunedì 24 settembre 2012

Un'altro lunedì!

E' sempre così, domenica il mio scadenzario settimanale è ancora intonso: solo qualche compleanno o qualche visita prenotata tempo addietro, per non dimenticare!
 
Ma già alla domenica inizio a scriverci, organizzando il lavoro e ciò che non devo dimenticare, in rosso perchè balzi agli occhi, dato che l'età avanza e la vista con l'uso del computer si è un po' abbassata.
 
Già di martedì ho riempito la pagina e poi si cambia, si aggiunge in corso d'opera!
 
Va da se, che questa sia una tradizione del mio vecchio mentore: dove scadenzario e vocabolario erano le nostre "bibbie" ;D
 
Oggi ringrazio il cielo di essermi alzata senza mal di testa! Sono quasi pronta per uscire: per nulla al mondo rinuncio a bere il mio caffé al bar la mattina con i miei figli! Poi fino a che il tempo lo permette, mi concedo un lusso: siedo ai tavolini fuori dal bar per un'ora di chiacchere  con mia figlia, rilassate davanti ad un cappuccio italiano, lontane da distrazioni (computer), svegliate dal primo caffé che beviamo con mio figlio. Parliamo un po' di tutto, dei progetti, di cosa si dovrebbe fare, lei ci tiene a darmi i suoi consigli, io nell'irruenza e nella confusione, direi quasi seguendo la ridda di pensieri, a volte blocco il suo discorso, con grande insofferenza di lei!!! Ma è la mia recente agitazione, dovuta allo stallo economico, a togliermi a volte, quando parlo dei miei problemi, la tolleranza e la pazienza, per cui impongo la mia ansia. Devo imparare a mordermi la lingua, quando i miei figli con fare adulto elargiscono consigli e suggerimenti, che sperano vivamente io segua. Mi spazientisco, quando anch'io ho detto lo stesso poco prima: questo è un imprinting del mio vecchio mentore. Uguale anche a mia madre ed a mio nonno!
 
Ecco un'altra cosa su cui lavorare!!!! La lista di cose da fare durante l'autunno sta aumentando ;D
 
Buona settimana a tutti!
 
 

Etichette:

domenica 23 settembre 2012

Quando la battaglia si fa dura...tra alti e bassi!




La vita lo sappiamo colpisce e spesso lo fa duramente. Ci sono due modi di reagire: cadere piangendosi addosso e inveire contro la mala sorte, oppure reagire, alzarsi, combattere, sorridere nonostante tutto, anche se non si ha la ragione per farlo, ma FARLO comunque.

Io ho scelto di reagire, forse grazie alla natura del mio nome : Renata, dopo una caduta, ho avuto sempre la caparbietà di rialzarmi, anche quando le cose sembravano disperate e tanto dure da spaurire al solo pensiero del domani, ma ho adottato strategie di salvataggio come focalizzarmi sull'adesso. Adesso ancora non è arrivato il colpo, adesso sono in grado di reagire, adesso posso prender un po' di forza, per andare avanti, per pigliare uno "scudo" al volo e parare il colpo.

Per fare questo ho usato tanti stratagemmi. I pizzini di Osho, le liste, scrivere, sfogarmi con un'amica, fare meditazione, vivation. Sistemi che servono come accessori, ma il grande cambiamento sta sempre nel perseverare e credere in se stessi. Ed è duro!!! Perché spesso il problema è talmente radicato ed il cambiamento così grande, che la mente tende a sabotare l'obiettivo che ci si pone e quindi nonostante tutto ci si ritrova a tornare alla "casella numero uno", come nel gioco dell'oca.

Dalla mia parte ho avuto la fortuna di avere la Fede, che mi ha aiutato a superare ostacoli che credevo insormontabili. La Fede, che sia in Qualcuno in alto o in noi stessi è un ottimo scudo. Certo nella vita si può fare di tutto, se siamo determinati ed agguerriti ci riusciremo.  Anche se a volte è molto doloroso.

Dobbiamo essere sinceri con se stessi, evitare di dare la colpa al destino, alla famiglia d'origine, alla miglior fortuna degli altri! Rialzarsi dopo le batoste, allontanando lo scoramento, rifiutando di accettare la delusione e la sconfitta.

Bisogna comprendere il meccanismo che ci porta a sbagliare od a fallire e spesso ci si trova nei meandri del nostro passato, talmente radicato, perché assunto in un imprinting non sempre verbale, che son cavoli amari a sradicare.

Più difficile a farsi è PERDONARCI gli sbagli commessi, i fallimenti, ma farlo ci da maggior forza per rialzarci e ricominciare.

A volte siamo talmente rinchiusi in noi stessi per non soffrire di più. Quando la vita ha colpito troppo duro, tanto da non aver più la forza di rialzarci. Io ho sempre CHIESTO che mi aiutassero e Loro mi hanno sempre portato la soluzione giusta, ma SOLO al momento giusto, né un minuto prima né un minuto dopo. Questo, nonostante la Fede, ti logora, ma ho stretto i denti ed ho atteso. I risultati sono arrivati sempre.

Ma capita che i risultati ritardino, perché non sei ancora matura per il cambiamento, perché ti ostini a ripetere gli stessi sbagli, ad ignorare i suggerimenti ed i cambiamenti arrivano solo quando hai imparato la lezione, SOLO QUANDO SEI PRONTA ad accoglierli e si vede che io devo imparare ancora una lezione più grande!!! E CHE PAAAALLLEEEEE!

Alle volte si riesce ad accettare la lotta in modo spontaneo, ma in altri momenti della nostra vita la lotta ci sembra così estenuante da svuotarci, da farci una tal paura da desistere dal continuare, tanto da pensare “fermate il mondo : voglio scendere”. Sarebbe così semplice! Invece non lo è!

E' questo il momento più critico della nostra vita, specie quando perdiamo alcuni nostri compagni per strada, la solitudine corrode la nostra sicurezza: il non poterci specchiare negli occhi dell'altro ci toglie la forza che il calore del suo sguardo sapeva darci! E non parlo solo di mio marito, ma di tutti i familiari con cui eri cresciuta e che condividevano i ricordi più remoti della tua vita!

Altro ostacolo è la perdita delle più care amiche di sempre, con le quali ho condiviso i libri di scuola, i primi filarini, le beghe del matrimonio, qualche divorzio, la vita insomma. Ed ora  il destino le ha confuse e tristemente si sono precluse ogni contatto, tanto che, avendo "abbandonato" la vita, mi hanno lasciata sola. Fanno paura, perché lo specchiarsi in loro ti mostra una fragilità che non hai mai considerato e che ritenevi lontana, invece ora si è fatta fin troppo vicina, fin troppo presente ed ingombrante.

Guardare in faccia le mie ubbie, le mie paure, le mie ansie, che nonostante tutti gli insegnamenti e le strategie acquisite, logorano la mia resistenza e mi immobilizzano in uno stallo destabilizzante; guardarmi allo specchio accettando le perdite e lavorando ad una strategia per una prospettiva diversa del mio futuro, diversa dal sopravvivere; avere la forza di sorridere ancora all'immagine che lo specchio mi rimanda, che a volte non riesco ad accettare perché insodisfatta e su cui devo iniziare a lavorare: questi sono i compiti che dovrò affrontare questo Autunno.

E voi ?? A tutti AD MAJORA! ♥

P.S. Sono convinto che anche  nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Giacomo Leopardi! 

Ma intanto.. fatevi una bella risata !

  

Etichette: , ,

sabato 22 settembre 2012

Equinozio d'Autunno

Ieri non ho sviluppato il significato più ovvio di questa ricorrenza : la separazione tra l'albero ed il frutto, tra l'involucro ed il frutto.  Come l'albero si separa dai frutti, che seminati portano a nuova vita, questo è ciò che dobbiamo fare per il nostro equinozio!
 
Si tratta di scindere il sottile dal denso, di separare i frutti da consumare subito da quelli da conservare per essere seminati più tardi. Separare la parte spirituale dalla parte materiale della vita, perché solo lasciando andare quanto di "denso" e di stagnante permane nella nostra quotidianità, ci potremo permettere di liberare in noi i veri obiettivi e trovare le soluzioni appropriate.
 
 
Ci affanniamo incastrati da una ridda di luoghi comuni, di ansie e di pregiudizi, che ci stringono in una morsa e non riusciamo a progredire: l'Equinozio d'Autunno ci insegna proprio questo a distinguere ed eliminare quanto ci appesantisce e ci blocca, per  spiccare il volo!
 
Suggerisco come sempre la scrittura : scrivete su di un foglio il vostro obiettivo, dividete in due ciò che ne rimane e da una parte elencate gli aspetti positivi o ciò che vi riesce meglio, dall'altra gli aspetti negativi e tutto ciò che vi blocca. Ora controllare se ciò che vi blocca siano meccanismi tangibili o remore che vi portate dietro come stivaletti malesi che appesantiscono il vostro cammino: LIBERATEVENE, semplicemente scrivendoli. Quando il subconscio porta al conscio attraverso la scrittura e la rilettura dei problemi, permette al conscio di correre ai ripari.
 
Fatevi aiutare se non riuscite a focalizzare bene i vostri limiti: l'umiltà a volte ripaga, perché una persona estranea che guarda ai vostri problemi lo fa senza il vostro coinvolgimento emotivo e le vostre ansie. Una parola può chiarirvi il meccanismo che vi blocca, e permettervi d'infrangere le mura che alzate attorno alla realizzazione dei vostri obiettivi. Certo ci sono schemi che ci si trascina da una vita e sempra difficile liberarsene, MA SIATE DECISI! Siete VOI che potete scegliere come affrontare la situazione, da vittima o da combattente.
 
Ricordatevi, come nella scultura, anche nella vita BISOGNA TOGLIERE, ALLEGGERIRE, affinché l'essenziale risalti e l'opera d'arte scaturisca dal "blocco" di marmo! Siate decisi nell'eliminare ciò che vi blocca, senza rimpianti, fatelo, scoprirete che liberati dai fardelli emotivi ed ansiogeni potrete riconquistare slancio e forza insospettabili.
 
Come sempre AD MAJORA!
 
Buon Autunno!
 
 

 

Etichette:

venerdì 21 settembre 2012

Equinozio d'Autunno - 22 settembre 14:49

Domani 22 Set alle ore 14:49 ci sarà l’equinozio d’Autunno. Il giorno avrà la stessa durata della notte.
Per i Celti è la festa di Mabon, di ringraziamento dei raccolti e sottolinea la necessità di dividerli con gli altri per assicurarsi la benedizione del Dio e della Dea durante i mesi invernali.
Nel calendario cattolico non ci sono feste particolari in questo periodo, che segnino il passaggio tra una stagione e l’altra.  Fra pochi giorni invece ci sarà lo Yom Kippur : il giorno del pentimento in cui ogni israelita digiuna, non lavora, per espiare i propri peccati.
Ancora il tempo è clemente, anche se il freddo inizia a farsi sentire di mattina e di sera. La malinconia ammanta le nostre azioni, il corpo indugia ad adattarsi, facendo fatica a reagire al primo freddo.  Le cose stanno evolvendo, noi dobbiamo metterci in sintonia e costruire ciò che avevamo sospeso durante le caldissime giornate dell’estate. Prendere in mano la situazione e operare in modo da raggiungere i nostri obiettivi, piccoli e grandi! Sono questi da organizzare, affinché i piccoli non prendano troppo tempo e facciano ritardare la messa in opera dei grandi. Come i grandi devono essere ben ponderati per non cadere nel facile inganno di esagerare nelle aspettative e non riuscire a raggiungerlo.
L’Equinozio è la festa per sederci e meditare. Guardare a quanto raggiunto per prender l’abbrivio per i nuovi obiettivi!

Etichette:

mercoledì 19 settembre 2012

Il Signor Renato

La strada dove sono andata ad abitare a Trieste da bambina dopo l'esodo era molto affollata: dalle 8 alle 12.00 si svolgevano i ... funerali!  All'inizio fece un certo effetto, poi con il tempo, erano diventati una normalità, tanto che mia madre, sarta, si metteva alla finestra qualche volta a controllare con occhio esperto i vestiti delle signore e prendeva spunto per qualche sua creazione.
 
Sotto casa avevamo un negozio di piccoli elettrodomestici per la casa, i negozi di alimentari   una fioraia, una parrucchiera, un'officina, il negozio delle uova e dei polli, la panetteria, un negozio di mercerie ed abiti. Ma il negozio che attirava la mia fantasia e la mia meraviglia era la DROGHERIA.
Il Signor Renato era un uomo ben piantato, alto, occhi chiari, leggermente calvo, di età indefinita: quelli che già da giovani sono vecchi. Parlava con un leggero sibilo dovuto alla protesi, era sempre sorridente, ma aveva un rigore negli affari e modi affabili nel trattare i clienti. Ironico senza prendersi troppa confidenza, attento, era insofferente solo con  la moglie che rimproverava spesso in quanto renitente a svolgere per suo conto operazioni in banca e dal commercialista, cosa che lei poverina faceva per dovere, ma si vedeva che avrebbe preferito non avere tali incombenze. 
 
Quando entravo nella bottega del Sig. Renato speravo sempre di ricevere in regalo una di quelle gustosissime caramelle che lui teneva in grandi vasi di vetro sopra una vetrinetta: le mente verdi con il rilievo bianco di zucchero, le mente bianche (fredde), gli zuccherini piccole pastiglie rotonde e piatte,le caramelle di zucchero d'orzo, la liquirizia in spaghetti, ma le mie preferite erano le caramelle di zucchero con interno di rosolio, erano più grandi e più ben definite di queste... 
 
 
 
Il negozio aveva pareti attrezzate con mobilio di legno verniciato di verde, con in basso dei cassetti di vario volume e scaffali dal livello del banco fino al soffitto. Sul fondo del negozio la scaffalatura finiva nel balcone del soppalco superiore da dove pendevano corde di vario diametro di ogni tipo, fili con varie spazzole di diversi forme e misure, destinate a diversi usi. Scope di saggina e di crine, pattumiere.  I cassetti recavano tutti un' etichetta con su scritto il contenuto. Negli scaffali c'erano ben disposti tutti i prodotti di drogheria confezionati, i saponi di vario genere, detersivi, ma anche profumi, prodotti di bellezza per il trucco e quant'altro.  Sul fondo del negozio la scaffalatura si apriva nella porta da cui si accedeva al retrobottega ed alla scala del soppalco.
 
Nel retro si potevano intravvedere i grandi contenitori, bidoni di latta o di vetro che contenevano i liquidi tipici della pulizia del tempo. Acido cloridrico, ammoniaca pura che quando mettevi due cucchiai in un mezzo catino d'acqua piangevi per ore, ipoclorito di sodio, che bruciava la pelle delle mani se ti schizzavi, acetone, benzina avio, etere, alcol denaturato, alcol puro per liquori e quant'altro. Si portava la boccetta o la fiaschetta o bottiglia da casa che il sig. Renato riempiva.
 
All'inzio si acquistavano prodotti sfusi, ricordo l'amido, per inamidare i colletti e le camice di mio padre, il "perlin" polvere azzurra che si stemperava nell'acqua e si metteva nel risciaquo per render azzurra la biancheria, la "pomice", polvere antesignana del Vim.
 
Poi iniziarono a riempire gli scaffali i detersivi e vari detergenti in polvere inscatolati. Ricordo il Tide che aveva dei bellissimi pupazzetti di plastica dentro.  Poi la Mira Lanza con Calimero e l'Olandesina invitarono ad acquistare i loro prodotti. Dentro c'erano le figurine con i punti: noi raccogliemmo tanti per vincere la macchina fotografica "la Ferrania".  Aveva l'involucro esterno di plastica dura,  si apriva alzando uno dei sostegni laterali di ferro: era elementare nello scatto, ma le foto erano molto belle, avevano un'ottima risoluzione ho ancora bellissime foto in bianco e nero e poi la Kodak commercializzò negli anni settanta la pelliccola a colori.
 
 
 
                 
 
 
Il vecchio droghiere in camice nero ed occhiali di lettura sulla punta del naso, serviva il cliente con efficenza e solerzia, elargendo consigli, dando istruzioni, poi compilava il conto su pezzetti di carta, per poi battere il totale sulla grande cassa nera con i tasti tondi, il cassetto si apriva suonando il campanello!
 
Agli inizi i catini e le tinozze erano di zinco pesantissimi, mentre negli anni sessanta il mercato fu invaso dalla plastica, ma UNA particolare plastica la marca  "Moplen" della Montecatini fatto di  "polipropilene"  inventato nel 1954 da Giulio Natta  (Imperia  1903 - Nobel nel 1963, Bergamo 1979).
 
In quella via abitai fino al 1979 ed il negozio era ancora lì, con dentro il Sig. Renato, che si lamentava dei tempi e della concorrenza dei supermercati, delle formalità burocratiche sempre più complesse, al nuovo regime di tassazione (l'I.V.A.) e che non vedeva l'ora di maturare l'età per la pensione.
 
Ogni volta che vedo queste caramelle ripenso al Sig. Renato ed ho ancora una spazzola di crine per i capelli che lui mi vendette nel 1977.  Non ci sono più i droghieri di una volta ;)
 
 

Etichette: ,