Dopo 4 giorni di reclusione in cui ho spostato mobili, dipinto la stanza di mia figlia, pulito ed atteso fiduciosa gli gnomi dell'Ik-a con le mie sospirate librerie, ho deciso che oggi non avevo più scuse e dato che il sole splendeva alto e c'erano 11° ho preso d'istinto la porta e sono andata a fare una bella camminata.
Sono andata a Barcola, dove si snoda il lungomare fino a Miramare, ma mi sono fermata prima, all'altezza della Marinella: un bellissimo ristorante, dove si mangia buon pesce.
Dovete sapere che dal porticciolo di Barcola parte la camminata della Pineta, davanti un pavimento di san pietrini, a destra la pineta che ripara i bagnanti dal sole.
Dentro però c'è spazio anche per i giochi dei bambini con piccoli campetti di basket recintati, oltre che scivoli e gimcane, oltre che delle capanne ecologiche per un piccolo ristoro.
I Triestini d'estate coprono il selciato con i loro asciugamani e brandine, alcuni posizionano una brandina dentro la pineta ed intanto scendono in acqua superando gli scogli che portano fino al mare.
Recentemente per agevolare i bagnanti il Comune ha posizionato delle scale che facilitano la discesa.
A metà Pineta c'è uno spiazzo grande con una fontana rotonda con giochi d'acqua e di luce, che a periodi viene aperta e di sera è molto suggestiva. Davanti alla fontana fronte mare il monumento al nuotatore di Ugo Carà :
Le lastre in pietra carsica imitano le onde e la fluidità del corpo si fonde con le chiome dei pini marittimi.
Alla fine della Pineta c'è un'altra statua, qui la potete intravvedere sull'orizzonte, quella della "Mula de Trieste" che sul muretto dell'imbarcadero si riavvia con un gesto usuale e femminile i capelli.
Dopo i pattìni c'è il vecchio bagno Cedas, una volta protetto da un muro, che negli anni sessanta fu abbattuto.
Andando avanti si arriva ai Topolini come potete vedere c'è gente che prende il sole: ho visto un paio di gambe nude che uscivano dal muretto di uno spogliatoio, appoggiata sopra la testa di quella che doveva essere una donna una pelliccia di visone selvaggio! Ma ho visto anche 4 signore che giocavano a carte. Alcune donne, che passavano la pausa pranzo al riparo della murata prendendo il sole ed ascoltando musica o leggendo da uno di quei moderni aggeggi elettronici per la lettura dei libri. Ho visto un ragazzo in un angolo prendere al riparo dell'aria il sole a torso nudo disteso su di una brandina, mentre la gente sul lungo mare e lungo la strada passeggia incurante. Ognuno si fa i fatti propri. Come dice la mia amica "Perennemente Sloggata" dice che il Triestino è "geneticamente modificato", perchè è un patito del sole e del mare. I Triestini cercano il sole come le lucertole e pervicaci si distendono con tutte le temperature: sia quelle gelide invernali che quelle torride a 40° all'ombra di piena estate!
Come potete vedere dalla ringhiera sopra i Topolini ci sono delle terrazze, che hanno restaurato molto bene, eccone qui sotto una.
Questo è il posto preferito dei giovani, che non si mescolano con il resto dei bagnanti, nella struttura sottostante ed orlano con i loro asciugamani come un ricamo arcobaleno. La struttura verde dopo i bottini è un chiosco in stile, se ne trovano lungo tutta la strada.
Alla fine dei Topolini c'è un piccolo porticciolo con una boa di segnalazione.
Vicino ho trovato questa bitta, che è stata simpaticamente disegnata e qui mi son fermata. Ci sono arrivata in mezz'ora di buon passo, le foto le ho fatte quasi in corsa. Ho guardato l'orologio più volte, qualcosa mi spingeva a tornare presto, non volevo stare tanto, mi son costretta a forza a continuare per quella mezz'ora. Mi son detta che avrei dovuto camminare di più, ma sembrava che la prolungata reclusione mi avesse tolto la capacità di godere di questo meraviglioso mare. E con questa visione negli occhi e nella mente sono tornata a casa!
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