domenica 22 novembre 2009

Multifunzione....


Fax, scanner, fotocopiatrice, cuccia per pisolini mici stressati!

Chiedimi se sono felice.

Vi avverto : il post è lunghissimo, ma l'argomento merita un'ampia meditazione!

Volevo parafrasare il titolo del film di Aldo-Giovanni-Giacomo, ma in realtà si tratta di una domanda che mi ha posto ieri in un piccolo bar-latteria sotto casa la mia "vecchia" amica di scuola, incontrata dopo tanto tempo :

QUANTI MOMENTI DI GIOIA PURA TI RICORDI DELLA TUA VITA.

Lì per lì presa alla sprovvista ho annaspato mentalmente e tristemente mi è venuto da dire, che non me li ricordavo! Poi presa dall'ansia ho iniziato a rovistare febbrilmente nei miei ricordi : certo serenità, allegria, ma GIOIA PURA!? VERA GIOIA SATURA DI SODDISFAZIONE ED APPAGAMENTO! Possibile che non mi sia accorta di vivere una vita senza gioia? possibile che le preoccupazioni siano state talmente oberanti che hanno annullato la mia capacità di gioire della vita?

Per inciso : E' tornata di nuovo la sensazione frustrante di cui VOGLIO LIBERARMI, lasciatami come un marchio da questi ultimi tre anni. Avrete la nausea come ce l'ho io di sentirmi ripetere il refrain maledetto e sempre più si fa spazio in me la determinazione di annullare questa frase dal mio vocabolario: l'ho scritta per l'ultima volta!

E lei Gabry, la mia amica, mi incalzava "PURA GIOIA! non allegria o serenità!" Poi mi è venuta in mente la sensazione gioiosa che ho avuto dopo una meditazione (no gente! non mi ero fatta ;) : il cosiddetto NIRVANA di cui tanto parlano le scritture Indù, ripetuta in altre meditazioni, ma mai così intensamente. Poi rari momenti sempre a contatto con la natura, con i miei figli, ma lampi, sprazzi. E per il resto ???

Allora ho compreso quanto il condizionamento che subiamo dalla famiglia sia talmente gravoso da impedirci di GIOIRE della vita. Mi sono tristemente resa conto che la mia gioia è stata sempre permeabile agli atteggiamenti e risposte emotive di coloro che mi circondavano al momento ed al mio senso di inferiorità, perché nella mia vita mi avevano insegnato ad "accontentarmi", non mi lodavano spesso perché allora si aveva la presunzione di evitare di far diventare il bambino troppo sicuro di sé e spronarlo a fare sempre di più e dato che ero l'ultima non si aspettavano da me grandi cose, solo che facessi ciò che mi veniva detto di fare.

A parte da ragazzina un periodo dal 1977 e 1979 che andai a vivere da sola e che giravo con due amiche e facevo una vita tra lavoro, discoteca e amici, dove veramente mi rilassavo e d'estate andavo al bagno ogni giorno nella pausa pranzo i sabati e le domeniche ed avevo la possibilità di sentirmi felice assaporando il momento con la deliziosa spensieratezza di chi tiene la vita tra i denti e si getta alle spalle tutto ciò che percepisce come contrario, eliminandolo con un "me ne frego" viscerale, null'altro mi veniva in mente lì seduta al bar, nonostante cercassi rovistando disperatamente, incredula per una vita così stentata.

Poi pian piano i ricordi sono riaffiorati. Momenti di gioia pura :
* ultimamente solo le degustazioni culinarie! e questo spiega il mio buon peso!
* i rari incontri con le amiche, senza dubbio,
* quando guardo mio figlio e mia figlia : ho un rigurgito di gioia, ma subito offuscato dalla preoccupazione!

Poi sono venuti a galla i ricordi lontani:
* quando mi aggrappavo alle spalle di Papà che mi trascinava nuotando verso il largo e sicuro mi impartiva lezioni ed insegnava a "fare il morto".
* quando nuotavo in mare da piccola, andando fino a dove toccavo camminando e tornando indietro sbattendo i piedi appoggiata ad un cuscinetto (ancora i braccioli non esistevano -sigh che vecchia che sono!) ero felice della mia indipendenza acquisita,
* quando il nonno mi insegnò a guidare il trattore (avevo 10 anni!) e quando il nonno mi lasciava guidare la motofalciatrice! mi divertivo a girare a 360° girando le leve di svolta. Era magnifico : verso il tramonto, le montagne si facevano blu, l'aria calda dell'estate dava un po’ di tregua e nel campo le rondini fendevano l'aria in voli bassi a catturare gli insetti man mano che il falcio dell'erba li faceva salire disturbati dalle lame nel loro rifugio,
* quante volte mi sono buttata con il mio cane sui cumuli d'erba a farmi leccare la faccia!
* ecco il mio cane mi ha dato e Mucia mi sta dando gioia pura con il loro interagire in modo talmente personale e disarmante,
* quando cucinavo per i miei nonni e li guardavo soddisfatta mangiare e lodarmi e quando cucino per i miei figli e li vedo divorare i miei piatti,
° le dimostrazioni di affetto e di stima di mio padre, molto schivo ed introverso e di mio nonno, rudemente tenero e compagno/maestro delle mie estati,
* i primi sorrisi dei miei figli, ma la gioia della maternità spesso viene offuscata dalla preoccupazione del benessere dei nostri figli: che spreco ragazzi!
* quando mi sono diplomata leggendo il 51/60! ma la mia gioia fu inquinata dal commento acido di una mia compagna di classe : "non so proprio come hai fatto!" brutta scema! Avevo lavorato sodo con intelligenza, non mi ero assopita sui vecchi risultanti! avendo mantenuto un "low profile" quella scema non mi credava all'altezza, eppure nonostante avessi la percezione del mio valore, a quelle sue parole mi sentii in imbarazzo totale come una ladra!
* imparare ad andare in bicicletta e l'ebrezza che mi da ancora il "volare sulle due ruote".
* camminare a piedi nudi sulla terra appena arata, ancora morbida e tiepida,
* qualche momento con mio marito,
* i "fantozziani" pigiama-pizza party davanti alla tele con mia figlia,
* ancora oggi ogni volta che chiudo un affare da sola al lavoro!

Per il resto? certo ora non ricordo tutto, se anche ci sono stati momenti di gioia, sono solo (purtroppo) questi quelli tornati a galla, ma quello che constato tristemente è che i momenti in cui abitualmente avrei dovuto essere felice, sì ero contenta, allegra, serena, ma non gioiosa: c'era sempre in agguato qualche interrogativo, qualche gioco di ruolo di prevaricazione che pesava sul pieno sentimento.

Che ricchezza! Un incontro, quasi forzato, in un bar rionale, che lezione imparata in tre ore di "ciacole": da oggi in poi posso guardare alla vita ed allenarmi ad assaporare maggiormente le gioie che mi rimangono.

Gente ricordatevi di questo nella vostra vita : LE GIOIE BISOGNA AFFERRARLE, FERMARLE, DIVIDERLE, EVITATE DI FARE COME ME, DI PERDERE PERLE PREZIOSE DI GIOIA SOLO PERCHE' SONO STATA INCAPACE DI FARMI VALERE DI FERMARMI ALL'ORA E QUI! sempre tesa e sempre in ansia per il "ma dura? e dopo come sarà? quanto dovrò pagarlo questo momento di gioia??? Se questi interrogativi vengono a galla, imparate la lezione della gioventù : BUTTATE QUESTE ANSIE DIETRO ALLE SPALLE CON LA VITA TRA I DENTI ED UN BEL "CHISSENEFREGA" VISCERALE!
CARPE DIEM!

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sabato 21 novembre 2009

I miei fiori




Cara Giusy, Accontento la tua curiosità e ti racconto che davanti alla casa in campagna mio fratello, con alcuni pezzi avanzati dalla costruzione del nuovo sistema d'irrigazione, costruì un laghetto a vasche digradandi, ponendo dentro un fondo di cemento, riempiendoli d'acqua dolce ed arredandoli con fiori di vario tipo, diversi per ogni vasca e tanti pesciolini rossi. Ci sono due fiori di loto, il bianco semplice diafano leggiadro e quello più colorato rosa intenso quasi lilla, che si apre in mille petali arricciati, che aperto vedete sotto la zampa del gatto.
Nella vasca più alta le foglie tonde (tra le foglie a lancia verso il cielo) sono quelle del loto bianco. Purtroppo quest'anno il loto rosa è morto e la vasca più piccola davanti dove cresceva è rimasta vuota.


Questa è la varietà semplice bianca



Questo è il bocciolo del loto rosa.




C'è la ninfea bianca



La ninfea rosa



Un'altro tipo di pianta verde per ossigenare il laghetto, che è il rifugio ottimale per i rospi smeraldini che vi appendono le uova! Vedessi quanti girini! e che canti d'estate!




Questa varietà di ninfea invece ha l'esterno giallino e l'interno di un rosa viola intenso



Quest'anno sono riuscita a fotografarla anche aperta!

giovedì 19 novembre 2009

Ecco il punto!





Oggi sveglia (come quasi tutte le mattine di questo mese con ora solare) alle 5.30, contemplavo il soffitto cercando di riprender il sonno e la mente vagava sul recente cambiamento. Tentavo di capirne il perchè ed il come : dall'ansia tremenda che mi ha assalito il 18 ottobre con la notizia del licenziamento della mia collega ed il mio dover sopperire a gran parte delle sue mansioni e la difficoltà ad inserirmi in un campo che non è più il mio da tanto tempo, FERMO RESTANDO TUTTO IL MIO LAVORO (!) fino al 16 novembre, giorno della svolta, con il cambiamento radicale del mio stato d'animo. Sarà quel che sarà, olio di gomito, voti al buon Fra' Luca Pacioli, inventore della partita doppia, quel che imparo, imparo per il resto risolveremo alla bisogna : ora via verso nuove avventure!


Il cambiamento, che da una situazione di scoraggiato pessimismo mi ha portato ad una visione positivo-determinata, è proprio puramente e totalmente mentale, perchè continuo ad avere i miei problemi di salute, problemi materiali crescono a iosa giornalmente, ma mentalmente ho un approccio totalmente determinato, come ho intitolato il mio post precedente : COL CAVOLO che mi faccio metter sotto dagli eventi!

LA MENTE, questa maledetta bastarda, HA SEGNATO IL CAMBIAMENTO. D'altra parte se il risultato è positivo, la situazione resta positiva nonostante i lati negativi. Mi volto indietro e penso ai giorni sprecati a consumarmi per la preoccupazione, al fatto che c'è voluto un mese di elaborazione mentale, prima di risorgere. Meno male che sono risorta, che non ho impiegato farmaci di alcun genere per farlo. Questo dovrebbe insegnarmi qualcosa di più : la fede nelle proprie risorse è l'accelleratore che dobbiamo pigiare nella nostra vita.

Focalizzarci sui problemi spesso porta a perdere di vista ogni possibilità di risolverli. Invece procedere con la certezza di riuscire in corso d'opera a risolvere anche ciò che oggi sembra insormontabile è la chiave del successo.

Una buona mano me l'avete data sicuramente VOI con i vostri incoraggiamenti, per i quali vi ringrazio: UN ABBRACCIO A TUTTI!

martedì 17 novembre 2009

Elina Garanca - Mezzo-soprano lituano, Ave Maria di Mascagni




Ave Maria, madre Santa,
Sorreggi il piè del misero che t'implora,
In sul cammin del rio dolor
E fede, e speme gl'infondi in cor.

O pietosa, tu che soffristi tanto,
Vedi, ah! Vedi il mio penar.
Nelle crudeli ambasce d'un infinito pianto,
Deh! Non m'abbandonar.

Ave Maria! In preda al duol,
Non mi lasciar, o madre mia, pietà!
O madre mia, pietà! In preda al duol,
Non mi lasciar, non mi lasciar.