martedì 10 gennaio 2012

La Principessa sul Pisello



As long as I think, I live (Finchè penso, vivo) - Trailer from marzio mirabella on Vimeo.

Quando ho iniziato l'avventura Splinder mi sono imbattuta in un blog molto strano, che mi ha arricchito in modo incredibile. Se qualcuno si piange addosso, deve guardare questo film e scoprirà tre insegnamenti fondamentali :
1) se pensi che la vita ti abbia colpito duramente, guardati bene attorno !
2) MAI arrendersi ! NEVER GIVE UP diceva Churchill,
3) c'è chi vive  una condizione estrema  con intelligenza e nonostante il disagio riesce a vivere la vita nel suo letto rendendola una vita di qualità e facendo cose che le persone cosidette "normali" NON riusciranno MAI a fare! 
E' la storia di Marina Garaventa, come si descrive lei in breve :  
Sono Marina, classe '60, e, dal 2002, vivo grazie ad un respiratore che uso 24 ore su 24. Io non mi muovo, non parlo ma, grazie al mio pc, COMUNICO! Scrivo libri, articoli, mi occupo di sociale, di politica, di musica e di molto altro. Insomma, IO VIVO!
http://principessasulpisello.com/author/principessasulpisello/ 

Marina Garaventa è nata a Genova nel 1960, in una famiglia di musicisti, si è sempre occupata di musica e di organizzazione di spettacoli musicali, per e con i giovani, con l’Associazione Culturale Dafne, da lei fondata nel 1997. Nel 1993 ha pubblicato (Azzali Editore – Parma) il romanzo “Scuola di canto”. Ha collaborato con diverse testate liguri. Dal 1995 ha ricoperto diverse cariche politiche nel suo comune (Ass. alla Cultura e Servizi Sociali, Consigliere di Comunità Montana) impegnandosi nel campo sociale e in quello turistico e culturale. Ha tenuto serie di conferenze sulla storia del melodramma per diverse Università della Terza Età. Oggi, gravemente inferma, vive a Savignone dove, nonostante tutto, continua la sua attività e coltiva un’intensa vita di relazione, anche attraverso il suo blog, nel quale pubblica racconti e pensieri: www.laprincipessasulpisello.splinder.com Nel 2007 ha pubblicato “La vera storia della principessa sul pisello” edito da De Ferrari Editore.

Ecco come parla della sua vita attuale :

Qualche volta penso d’essere pazza e non lo dico per sentirmi dire che non è vero. Da un po’ di tempo, mi capita spesso di definire questa mia strana vita, un’avventura: una straordinaria avventura! Considerando l’idea che tutti abbiamo del termine “avventura” la mia vita ci assomiglia ben poco, eppure, vi assicuro che qualcosa di straordinario c’è. La mia avventura non si esplica nella sfera dell’azione ma in quella della mente: io non mi muovo in senso fisico ma la mia mente si sposta su piani diversi scandagliando paesaggi, sensazioni ed emozioni che non appartengono più alla dimensione dell’azione, del concreto ma a quella di un livello differente. La mia percezione degli eventi, delle necessità, della realtà intorno a me è cambiata rispetto a prima: paradossalmente le necessità sono diminuite gradatamente, senza eccessivo sacrificio, mentre i motivi per gioire si sono moltiplicati e affinati, tanto da darmi gioia per le più piccole cose. E’ come se, eliminato il peso e l’intoppo di un corpo “pesante” la mia testa e la mia “anima”fluttuassero” liberi da vincoli terreni. Io, non voglio dimenticare il passato, non mi voglio staccare dalla cruda realtà, la vivo, la osservo, la commento, ma da un punto di vista semplicemente diverso: il mio punto d’osservazione non è migliore o peggiore, solo differente. Tutto ciò, però, non fa di me, né un asceta né un santo: la natura umana, così duttile e forte, ha un’inesauribile capacità d’adattamento, una capacità di sopportazione per il fine della propria conservazione che può mutarsi in qualsiasi modo per non soccombere. La forza della vita è incontenibile ed è sufficiente non opporvisi per superare ogni barriera: basta accondiscendere ai suoi mutamenti, accettarli e farli propri per entrare in un’altra dimensione. Adeguarsi non vuol dire rassegnarsi ma significa continuare a lottare per ottenere il meglio per sé in un ambito diverso. Questa è l’unica dote che io mi riconosco: l’adattabilità.

Ho un'enorme ammirazione per Marina, perchè provata fin da bambina da una sindrome invalidante e costretta a difficili operazioni durante la sua vita nonostante le difficoltà ha saputo reagire. Sta dimostrando al mondo, che nonostante l'invalidità, SE il CERVELLO REGGE la vita può adattarsi ad una situazione tanto limitante. 
Alla morte di Eluana Englaro, Marina avrebbe voluto partecipare a Matrix, allora condotta da Mentana, che eliminò parecchi interventi, reiterando una grande e scandalosa realtà: ai politici non interessa l'opinione dei malati e di chi vive da vicino giornalmente questa sofferenza. 

Qui sotto trovate un video più lungo sulla quotidianità di Marina, la cui ironia sembra una beffa al destino crudele che voleva piegarla, ma non aveva fatto i conti con la sua volontà.





ELUANA ENGLARO

Per quanto riguarda il caso Englaro, ogni volta che parlavano del recupero della ragazza andavo fuori di testa! Politici come vi permettete di giocare i vostri sporchi giochi di potere sulla pelle di chi soffre?  Marina è cosciente, il suo cervello FUNZIONA basta leggere costantemente i suoi post, i suoi articoli, il suo libro!!!!!  e sebbene immobilizzata dalla sua patologia il corpo secerne i liquidi necessari per mantenersi in relativa efficienza  coadiuvato da un  regolare esercizio fisico sia passivo che attivo effettuato da fisioterapisti, situazione che le permette di essere accudita nella sua casa. Quindi Marina  ha una qualità di vita che Eluana essendo CEREBRALMENTE MORTA NON POTEVA avere!

Vi siete mai chiesti perchè non ci fossero mai fotografie di Eluana nella situazione in cui versava ??? Il padre ovviamente non poteva permettere di farla riprendere perchè  l'ATROFIA degli arti e la CALCIFICAZIONE di ELUANA ERA IN STATO AVANZATO, storpiando il suo povero corpo!  Se invece di mostrarla bellissima e raggiante l'avessero mostrata com'era nella realtà lo stesso popolo si sarebbe mosso a compassione e avrebbe lottato per lei. Ma popolo di pecore al solito non ha ragionato con la propria testa,  ha voltato lo sguardo dall'altra parte e si è lasciato corrompere da un testa di ca--o che ancora un poco voleva farle avere un figlio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ve la ricordate la bestemmia???  Se Marina gode (per modo di dire) una qualità di vita migliore di Eluana, potete mai credere che quest'ultima nelle sue condizioni di vita vegetativa avrebbe potuto portare avanti una gravidanza???

La mia ammirazione va al Sig. Englaro che ha lottato non solo per sua figlia, ma anche per tantissimi altri malati che versano nella stessa situazione.

Se come nel caso di Marina, il cervello è cosciente e vigile, l'assistenza è giustificata e valida, ma se il cervello è piatto ed il corpo inizia a degenerare, che scopo ha tenerlo per anni attaccato a macchine?





lunedì 9 gennaio 2012

Ho visto cose che voi umani....


..non potete neanche immaginare. Da quando i miei "fratelli" umani sono andati in vacanza, la capobranco ha rivoltato la casa: c'è poco pavimento libero ed i mobili sono ammassati dappertutto.

Non riesco neanche a saltar bene giù dal letto-cuccia che tutto è pieno di borse ecologiche zeppe di suppellettili, libri, giornali, vestiti e quant'altro! La stanza di mia "sorella" è mezza vuota e la capobranco, è salita innumerevoli volte sull'albero di ferro per passare sulle pareti uno strano liquido che ha cambiato il colore della camera: da bianca è diventata color del cielo d'estate, come potete vedere dalla foto qui sotto.

Non riconosco più la casa, meno male che ciotole e bagno sono sempre allo stesso posto e che almeno il cibo non manca! Ha pure abbassato il termostato, dice che ha caldo! Ed io per avere un po' di temporino devo andare nel suo letto-cuccia a dormire per scaldarmi vicino a lei. Mi costringe ad usare la copertina celeste, che odio perchè essendo di pile molla scosse mai viste, ma almeno posso appoggiare la testa al cuscino   e dormire vicino a lei, perché lì si gode un bel calduccio, ma appena mi addormento ... lei inizia a russare!  Mi sono comportata sempre da brava ra-gatta, spero che la follia abbandomi presto la mia capobranco, perché altrimenti dovrò chiedere asilo altrove!
Cosa mi tocca sopportare: voi umani non lo potete neanche immaginare!


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domenica 8 gennaio 2012

Noi

Ero un'adolescente tranquilla, senza grilli per la testa, con scarsa autostima, circondata da ragazzine in via di autoaffermazione, che si vantavano di mille conquiste in famiglia, con il ragazzo, nelle uscite del sabato e domenica pomeriggio (si quella volta uscire la sera significava essere poco serie!). Durante la mia adolescenza in campagna dai nonni ho letto tantissimo ed uno dei libri che più mi hanno aiutato nella vita fu proprio il "Breviario del Successo"  del Selezione dal Readers' Digest.




Il titolo pomposo preludeva la spiegazione di come lavorare per affermarsi nella vita, qualsiasi fosse il lavoro svolto. Una delle "leggi" mi rimase ben impressa e la feci mia : prepararsi bene per raggiungere il massimo successo.

Nel particolare ricordo ancora il punto in cui si narrava la storia di una soprano che in uno spettacolo stonò a tal punto di essere fischiata in piena scena dal pubblico. Al suo pianto e recriminazione che quel pubblico non l'amava, l'impresario le spiattellò la realtà  dicendo senza preamboli : " Non ti sei allenata ogni giorno come facevi, non hai studiato la parte: cosa pretendevi?? Non sono loro che non ti amano, sei tu che pretendi di esibirti senza preparazione".

Da quel giorno mi fu chiaro in mente che la riuscita a scuola era una MIA diretta responsabilità e non potevo incolpare i prof se andavo male in qualche materia, specialmente se non mi ero preparata a dovere. Per questo mi misi a studiare con lena. Avevo un problema con la matematica, fino a che potei prender ripetizioni tutto andava tranquillamente, riuscivo a prendere un sei pieno, ma quando fu il  periodo della matematica attuariale, il mio studente di medicina che aveva fatto il liceo non mi potè aiutare.   Mamma, di ritorno dal colloquio con il prof. di matematica, che le suggerì di darmi ripetizioni da un professore,  mi assestò due sane sberle alle mie proteste e giurò che mi avrebbe rotto la schiena con la scopa se non mi davo da fare per superare l'anno DA SOLA , perchè soldi per le ripetizioni da un professore di matematica non c'erano!  Incominciai ad indagare con le ragazze del corso superiore, che sapevo fortissime in matematica. Ambedue declinarono la possibilità di aiutarmi, ma una mi dette un consiglio super. Prendi il libro ha tutte le soluzioni al fondo, fai gli esercizi del libro più che puoi e vedrai che imparerai. In seconda ero scarsa in stenografia e la prof. di steno mi elargì un consiglio: se hai compagne vicine di casa riunitevi due o tre di voi almeno 30 minuti al giorno e dettatevi a turno un testo, scrivete meglio che potete, perchè per il voto conta la "comprensione" e la correttezza della traduzione dalla stenografia alla scrittura.  Così facemmo avevo due compagne che abitavano a due portoni di distanza e con loro mi allenai per un mese e più, fino a che nel primo compito in classe presi 10! La prof ci fece fare un  paio di provette in più per alzarci il voto in un altra classe e testare se avessimo copiato. Il risultato fu positivo, raggiunsi la media del 7!
Per la matematica  misi insieme i due consigli : feci ogni giorno 10 esercizi del libro ed il primo compito di matematica presi 8! Esattamente il doppio del trimestre precedente!! Non ho un cervello matematico e tutti sapevano che andavo male, pertanto il giorno che presi 10 (UNICA della classe) perchè avevo pure scritto la Risposta:.... il compito fece il giro dell'aula: tutti volevano accertarsi  con i propri occhi come mai una zucchina come me avesse preso il voto più alto dei più bravi!

Come avete visto, questa lezione di vita mi è rimasta nella mente e continuo a viverla. Da allora ho imparato che NOI siamo gli artefici della nostra vita, inutile accampare colpe a chi ci sta vicino di aver influito nel nostro insuccesso.

Una mia insegnante diceva: fin da bambini si sa anche senza che nessuno ce lo abbia detto, cosa è bene e cosa è male. Un bambino che rompe una finestra con il pallone, si va a nascondere anche se nessuno lo aveva avvertito, perchè dentro di se sa riconoscere che quello è un danno. Quindi a maggior ragione da adulti possiamo discernere la realtà e comprendere quale sia la strada giusta: se facciamo scelte sbagliate dobbiamo assumercene la responsabilità.

Siamo NOI che viviamo la nostra vita, che facciamo le nostre scelte, anche quella di non farla è una scelta.  E quando sbagliamo ovviamente dobbiamo imparare dai nostri errori, accettare la nostra imperfezione e ricominciare con fiducia, "ascoltando" il nostro buon senso per superare le difficoltà.

Ovviamente dobbiamo usare una maggior consapevolezza, perchè  come recita la legge fisica di Newton " Ad ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria"  e come dicono i vecchi "chi è causa del suo mal, pianga se stesso!".

Vivere con consapevolezza significa arricchire ogni istante della nostra vita, ponendovi la nostra attenzione: allora anche un gesto insignificante può prendere rilievo ed importanza e portare soddisfazione nella nostra giornata. I giapponesi lo sanno: hanno rubato e codificato la cerimonia del te, proprio per questa ragione!

Spero di non avervi annoiato: io intanto mi faccio un secondo caffé!

Buona giornata a tutti e... ad majora!

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sabato 7 gennaio 2012

Perché la vita è adesso...

Baglioni e Maestro Yoda sono un pretesto, con il quale spero di farvi ricordare e soprattutto RICORDARE IO STESSA, che....





Ci si spertica in programmi, si dilazionano date, ci si lascia travolgere e confondere dalla quotidianità, tutto sembra talmente troppo, che non abbiamo la forza di affrontare mentalmente per eseguire le azioni più semplici: ci sentiamo schiacciati anche dall'occupazione più elementare che dovrebbe essere un piacere per noi, invece la nostra stanchezza o il nostro umore la fa assomigliare ad un impresa titanica. In questo modo portiamo avanti il nostro mondo, girando in tondo, perché i problemi che non si risolvono ritornano, anzi a mo' di valanga raddoppiano giorno per giorno e ci svegliamo o ci muoviamo troppo tardi, senza afferrare che bisogna scuotersi e ribellarsi alla stanchezza ed all'umore, perché la vita è adesso e non dopo!

Vi verrà da obiettare, che a volte attendere il momento propizio è più saggio: NO non lo è! Bisogna cercare di affrontare subito i problemi, usando per risolverli i mezzi a nostra disposizione nell'immediato, specialmente quelli che è in nostro potere risolvere, perché non é detto che nel futuro arrivi il momento propizio ed andando più in là si vanno ad aggiungere ad altri problemi portando la situazione ad una tale esasperazione, che non si riesce più a dipanare la matassa.

Dobbiamo anche fare i conti con i mass media, che colgono PER FAR NOTIZIA qualsiasi pretesto per enfatizzare qualsiasi notizia dandone una dimensione tale, che ci plagia alla mancanza di speranza! Dobbiamo fare i conti anche con i persuasori occulti, che ci manovrano! Quante volte ascoltando i telegiornali e guardando alla realtà che ho davanti, mi chiedo sempre : PERCHE' continuino a minare la fiducia nelle nostre capacità, PERCHE' manovrino in una certa direzione, mentre a volte la realtà non è così catastrofica!  Ci hanno resi supini a tutto, tanto da farci subire gli oltraggi più osceni!

Ecco perchè quest'anno mi sono imposta di REAGIRE SENZA DIRE, FARE SENZA ELUCUBRARE, AFFRONTARE SENZA PROGETTARE, perché spesso le idee e le soluzioni migliori arrivano in corso d'opera, mentre a volte proprio in fase di progettazione ci arrendiamo e  perdiamo troppo tempo ed occasioni. COSTRUENDO MATTONE PER MATTONE, PEZZO PER PEZZO, MINUTO PER MINUTO POTREMO DIRE DI AVER VISSUTO  LA NOSTRA VITA!






« La grandezza non conta. Guarda me, giudichi forse me dalla grandezza? Non dovresti farlo infatti, perché mio alleato è la Forza, ed un potente alleato essa è! La vita essa crea ed accresce, la sua energia ci circonda e ci lega; illuminati noi siamo! Non questa materia grezza! Tu devi sentire la Forza intorno a te, qui, tra te, me, l'albero, la pietra, d'ovunque! Sì, anche tra la terra e la nave. » (Yoda)


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venerdì 6 gennaio 2012

Auguri colleghe!

Oro, Incenso e Mirra

Recentemente ho frequentato con molto entusiasmo   un corso sugli olii essenziali, che mi ha   aperto la mente su un mondo affascinante. Penserete, che c'azzecca con i doni dei Re Magi? Ve lo spiego.

Dei tre elementi l' ORO è un metallo nobile, si sa che rappresenta il "potere materiale" essendo dall'antichità simbolo dei Re e del potere temporale.  Nella medicina l'Oro, sotto forma di oligoelemento, è energetico,  usato nella cura dell'artrite reumatoide, il suo isotopo radioattivo viene impiegato in alcune terapie anti-tumorali.

L'Incenso e la Mirra sono invece delle resine:

l'Incenso dall'arbusto Bowellia cartherii,

la Mirra dalla Commiphora Mirrha.


Provengono dalla stessa regione mediorientale e venivano largamente usate in antichità per le loro proprietà terapeutiche.

Nel simbolismo l' INCENSO era l'essenza regina nell'adorazione delle "divinità", apre l'anima alla meditazione ed alla consapevolezza del proprio io, aiutando a realizzare le proprie aspirazioni spirituali.

L'Incenso agisce in modo netto a stati d'ansia di depressione, ansia ed angoscia. Usato come empiastro per curare le affezioni polmonare e il fumo riconosciuto come anticatarrale, è utile anche per le affezioni dell'apparto uro-genitale. Digestivo. Purificante e tonificante per la pelle, ne previene le rughe e coadiuva nel trattamento di macchie e cicatrici. Agisce sul quadrante inferiore del nostro corpo, il suo profumo ha una nota di base. Massaggiato sulla colonna vertebrale, sui muscoli ed i tendini è energizzante.

La MIRRA simboleggia l'unzione di Cristo, utilizzata nell'imbalsamazione e quindi alla morte,  in questo caso  rappresenta l'espiazione dei peccati tramite la sofferenza e la morte corporale presagio della Sua capacità di risorgere.

La leggenda narra che Afrodite, adirata per la  scarsa devozione che Mirra o Smyrna, una giovane bellissima, le dedicava, la punì facendola innamorare del padre, Teia re di Cipro. Mirra trovò il modo di giacere con il padre per ben 12 notti, prima che questi, volendo vedere il volto della meravigliosa amante, accendesse un lume e restasse agghiacciato dall'inganno: trasformato il piacere in ira  la inseguì per ucciderla. La giovane chiese aiuto agli dei, rendendola invisibile ed essi la trasformarono in una pianta, quello della mirra appunto, le cui lacrime di disperazione si concretizzarono in una profumatissima resina amara. Dopo nove mesi la pianta si aprì e nacque Adone. Il mito di morte e resurrezione, viene continuato dal figlio che morente, azzannato da un cinghiale durante una caccia, feconda con il suo sangue la terra e rinasce ogni primavera come la vegetazione. 

La Mirra ha una forte azione regolatrice del sistema endocrino, massaggiata sulla parte inferiore del collo è indicata nell'ipertiroidismo. Negli unguenti è ottima per guarire tutte le affezioni della pelle. In colluttorio è riparatrice nelle affezioni della gola e nelle infezioni dei denti. Frizionata sul torace è indicata per tutte le infezioni polmonari, sull'addome per tutte le infezioni intestinali.

Mentre l'Incenso ha un profumo ricco di monoterpeni (esplicano un' attività simile al cortisone, ma anche antisettica, stimolante in generale, attivatrice linfatica) che agisce sulla sfera inferiore del nostro corpo con una nota di base, la Mirra invece è ricca di sesquiterpeni (hanno attività antinfiammatoria, sedativa, attivatrice venosa ed immunostimolante) ed influenza la parte superiore del corpo con una nota di testa. Ambedue hanno una valenza riequilibrante lo Yang.

Quale stimolo emozionale l'Incenso è  indicato per coloro che ricercano il percorso della propria anima, che hanno scelto la meditazione e la consapevolezza a discapito della vita materiale. Da voce alle nostre aspirazioni spirituali. Per la sua capacità curatrice nelle affezioni polmonari, ci fa respirare meglio e quindi aiuta a ritrovare la calma interiore per avvicinarci meglio al divino. L'Incenso inoltre protegge durante la nostra meditazione da agenti esterni che potrebbero turbare il nostro equilibrio.

Anche  la Mirra è una grande compagna di viaggio: era bruciata durante il parto, proteggendo la nascita del neonato, come protegge il defunto nel viaggio eterno. Addizionato nel vino veniva porta ai morenti quale analgesico. Aiuta a vincere la paura della morte ed il dolore della separazione, indicata nei blocchi emozionali e nella nostra incapacità di vivere spiritualmente; se usata la sera stimola il sonno eliminando in noi tutti gli eccessi. La mirra ridimensiona il nostro ego, guidandoci verso un senso di universalità.

Nello studiare gli olii essenziali ho avuto la possibilità di sperimentare su me stessa quanto possano influire sul nostro fisico e sulla nostra psiche e l'immediatezza della loro azione.
Per capirlo e se avete un olio essenziale (ATTENZIONE SOLO SE PURO AL 100%) ponete due gocce nel palmo della mano, sfregate le mani scaldando l'olio ed attivando le sue proprietà organolettiche, avvicinate i palmi delle mani al naso ed inspirate ad occhi chiusi inalando il loro profumo, dopo due o tre inspirazioni ed ispirazioni, sedetevi o meglio sdraiatevi e rilassatevi un momento. Potrete constatare il beneficio che ne potete ricavare.

Avvertenze: gli olii essenziali puri usati sul palmo delle mani non danno problemi, ma se usati direttamente sulle altre zone della pelle possono dare problemi: diluiteli in olio vegetale (oliva o jojoba) per poterli stendere bene. Vanno usati abitualmente in diluizione di 1 a 10 (1 goccia di olio essenziale per 10 g. di olio vegetale).


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giovedì 5 gennaio 2012

La Befana

Come la fine, anche l'inizio dell'anno  ha riti propiziatori, quali  la festa della Befana, che vanta origini antichissime.

Dal solstizio invernale gli antichi Romani credevano che per dodici notti figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Tra loro Diana, la dea della Luna, festeggiata  al primo plenilunio dell'anno, che nel 2012 cade il 9 di gennaio.
L'intransigenza del Medioevo trasformò la dea in vecchina  benevola portatrice di doni. Ed ecco che la notte prima del sorger del sole nel giorno del 6 gennaio, la Befana sulla sua scopa  volava sopra le case e portava dolci ai bimbi buoni, mentre portava  carbone a quelli cattivi.
In una sorta di "space clearing" antesignano, le antiche popolazioni celtiche  bruciavano in alti falò le scorie e sarmenti dei campi preparati per il riposo invernale. La cenere ricca di potassa veniva poi sparsa sui campi come concime.  I Paesi Nordici di lingua tedesca tutt'ora  pongono sopra la pira un fantoccio, che vestono con vecchi stracci da donna, chiamando il simulacro "die Echse" = la Strega. Nel Veneto e nella Bassa Venezia Giulia viene ancora chiamata la "Vecia" = la Vecchia: altro non rappresenta che il "vecchio" che viene bruciato per lasciar posto al nuovo, per propiziare l'anno che inizia, scacciando col  fuoco ogni negatività che quello vecchio poteva recare con se.
I Friulani chiamano questi falò pignarûl  ed a seconda della direzione in cui il fuoco brucia e le scintille vengono proiettate, si cerca d'interpretare gli auspici per il nuovo anno.  Un famoso proverbio friulano recita :   se il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont;  se il fum invezit al va de bande di soreli jevât,   cjape il sac e va al marcjât. ( se il fumo si dirige dove il sole tramonta (occidente)  prendi il sacco e va al monte,  se il fumo invece va dalla parte dove il sole sorge, prendi il sacco e va al mercato.
Va al monte significa : inutile coltivare, ma porta il bestiame sulla montagna, dove i pascoli erbosi naturali offriranno ottimo e ricco latte e possibilità di far formaggio e l'uomo potrà raccogliere i frutti dei boschi, funghi e cacciare selvaggina, da portare in tavola. Altrimenti se le scintille vanno ad est, il raccolto sarà copioso, da poter vendere ciò che non si consuma al mercato. Il "mont" viene anche indicato come "monte di pietà" o come "mondo" vale a dire, il dover andare in cerca di lavoro retribuito, perchè i proventi del raccolto non basteranno. Ricordatevi che il Friuli ha visto sempre una costante ed antica migrazione: le donne restavano a badare alle bestie ed ai campi, mentre gli uomini cercavano lavoro nel mondo, tornando periodicamente.
I falò erano e restano un momento di aggregazione e quindi occasione di festa: la gente si riunisce per presenziare e constatare con i propri occhi il percorso del fuoco, aggiungendo i propri riti personali,  invettive nonché preghiere (spesso i falò venivano benedetti dai parroci). Ovviamente data la mole della pira ed il freddo della stagione si trascorre il tempo in allegria con vin brule, pinza o gubana, danzando, scherzando, ridendo.



(costruzione di un pignarul a Cussignacco, foto presa nel web)


La Befana a Trieste invece è sempre stata diversa: ricordo quella di tanti anni fa, che vedeva agli angoli degl'incroci pile di panettoni (Alema_na) per la Befana ai Vigili della Strada.

La Befana dei Bambini invece ha il culmine nella Grotta del Gigante. Fino a pochi anni fa i vigili del fuoco facevano scendere la Befana (uno speleologo) che portava ai bambini un sacco pieno di dolciumi.  Quest'anno la rappresentazione è stata ampliata.


Dalla volta coronata dalle stalattiti per ben 100 m. di altezza verrà fatta scendere non solo la Befana (speleologo della Soc. Alpina delle Giulie - sezione CAI) ma anche i Re Magi, che distribuiranno ai bambini i dolciumi dei loro sacchi. Mentre gli adulti potranno sorseggiare il "Gran Pampel" (pampel= sciocco, citrullo), mitica bevanda a base di vino, rhum, frutta e spezie, preparata e distribuita da speleologi travestiti da Vichinghi,  la Banda dei Salesiani suonerà brani musicali.   La nuova illuminazione che fa risaltare le imponenti concrezioni ed i delicati colori delle pareti e della volta, renderà ancora più magica l'atmosfera festosa.
Vi allego le foto della festa del 2010.

(foto prese da Kataweb)

Buona Befana a tutti!





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mercoledì 4 gennaio 2012

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Storia

Il 30 agosto 1955 la mia famiglia in toto prese tutti i pochi beni materiali mobili che possedeva e lasciò l'Istria, scegliendo di rimanere Italiana in terra d'Italia. Un parente aveva trovato nella zona della Val Cellina  un alloggio di fortuna. Erano alcune stanze affittate per dormire in una casa di una donna sola (non so se il marito era morto o era a lavorare all'estero), si cucinava in una cantina, l'acqua era quella della fonte. Mia madre incinta rimase a Trieste da una parente: la situazione era pesante.  Mamma mi raccontò che solo il pensiero di mio fratello più grande di me di tre anni, che l'aspettava con i nonni ed il Papà a Montebelluna, ci salvò dalla sua disperazione: perdere casa, non avere che una sistemazione di fortuna ed avere due figli da crescere a 23 anni non era facile, il pensiero del suicidio le sfiorò più di qualche volta la mente. La miseria del dopoguerra rendeva a tutti difficile la vita, la sua condizione le faceva vedere ancora più cupo l'avvenire.
Fatto sta che l'11 settembre io decisi di nascere, di domenica prima dell'alba. Uno zio di Papà ci prese in casa fino a che fummo in grado di viaggiare per raggiungere in pullman la famiglia.
Mio Padre, alla notizia della mia nascita, arrivò immediatamente a Trieste il 12 settembre e quella data gli rimase in mente per tutta la vita, tanto che gli auguri -dopo la morte di Mamma- me li faceva sempre il giorno dopo del mio compleanno.
Mentre Papà iniziò a cercare lavoro a Trieste dove risiedevano la maggior parte dei suoi parenti, il nonno materno lavorava già da anni alla cava di marmo di Sistiana, dormendo da un cugino a Trieste. La nonna materna aveva trovato impiego come aiuto cuoca in un buffet di via Crispi, vicino al carbonaio e dormiva da un'altra parente, fino al 1957 quando fu loro assegnata la casa agricola in Val Meduna. Gli zii lavoravano come braccianti nella zona di Montebelluna e le zie rimanevano a casa, lavando, stirando, rigovernando le poche stanze e la cantina, facendo da mangiare, oppure andavano a giornata, o a spigolare a seconda della stagione. Il 1955 fu un inverno molto duro, mia madre mi raccontò che per lavarmi al cambio del pannolino usava l'acqua gelida della fonte vicino alla casa, che arrivava dalle montagne e , dato che il gas era razionato per cucinare, metteva lo straccio bagnato sulla sua guancia per scaldarlo prima di lavarmi .
Alla fine del mio primo anno di vita Papà trovò  finalmente un lavoro nel cantiere navale a Trieste, dove  con i primi soldi affittò un appartamento  per noi quattro  e con noi venne a vivere sua madre che aveva lavorato nel frattempo come cuoca nel collegio del Seminario della città ed aveva vissuto fino allora presso una sorella.
Fu così che iniziò la spola tra Trieste e la Val Meduna, sormontata dal Monte Cavallo che vedete nella foto dell'orizzonte del Castello di Miramare in testata al blog.
La foto è la sintesi delle "mie terre" d'origine, l'Istria mi è sempre stata estranea ed ostile specialmente per il terrore di mia madre, che era stata prigioniera dei Titini quando aveva solo 16 anni e quella paura le rimase sempre:  tanto era palpabile ogni volta che si passava il confine, anche vent'anni dopo in situazioni politiche diverse ed amichevoli, che anch'io provavo enorme disagio quando mi trovavo in Istria per visita a parenti.

Dopo che ha piovuto o dopo un giorno di Bora, l'orizzonte appare pulito e possiamo vedere dal molo di Trieste il Castello di Miramare fino alle montagne del Friuli Occidentale.
Mi sembra di vivere nei miei due "Mondi" ed è per questo che ho scelto la foto che vedete: mi sembra sia un fotomontaggio, ma alle volte il vapor acqueo che sale dal mare fa da lente d'ingrandimento e la montagna all'orizzonte sembra sovrastare il Castello. Si ha una sensazione stranissima, perchè uscendo da Trieste la Montagna così grande, si rimpicciolisce sempre di più non avendo più la lente d'ingrandimento del vapor acqueo che sale dal mare.

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martedì 3 gennaio 2012

Trovata per caso, di attualità sconvolgente!






Traduzione A coloro che in favore
della patria hanno lottato,
che hanno impugnato la spada
per la causa comune,
o una fune al collo,
meschini, volevano mettere,
o come Giacobini
li volevano massacrare.


30) Però il cielo ho difeso
i buoni in modo evidente
ho atterrato il potente,
ed esaltato gli umili.
Iddio, che si è dichiarato
in favore della nostra patria,
da ogni vostra minaccia
egli ci salverà.


31) Perfido feudatario!
per interesse personale
un protettore dichiarato
sei dei piemontesi:
con loro ti accordasti
con molta facilità,
lui mangia in città,
e tu in paese, a gara.


32) Era per i piemontesi
una cuccagna, la Sardegna:
come la Spagna nelle Indie
essi si trovavano qui;
ci alzava la voce
perfino un cameriere;
o plebeo o cavaliere,
il sardo si doveva umiliare.


33) Loro dalla nostra terra
hanno portato via milioni,
venivano senza pantaloni
e ripartivano gallonati.
Mai fossero venuti
che ci hanno bruciato tutto!
Maledetto il paese
che crea una simile razza.


34) Loro qui incontravano
matrimoni vantaggiosi,
per loro erano gli impieghi,
per loro erano gli onori,
le maggiori dignità
di chiesa, toga e spada:
e al sardo restava
una fune per impiccarsi.


35) Ci mandavano i peggiori
per castigo e pena,
con salario e pensione,
con impiego e con patente.
A Mosca gente simile
la mandano in Siberia,
ma per farla morire di miseria,
non per governare.


36) Baroni, la tirannide,
cercate di moderare,
cercate di moderare,
Baroni, la tirannide,
Baroni, la tirannide,
cercate di moderare,
cercate di moderare,
Baroni, la tirannide.

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Mai più!

Uno dei propositi che si impongono impellenti nella mia vita è il seguente : USCIRE SEMPRE IN UNA GIORNATA DI SOLE, ANDARNE A GODERE TEPORE E SPLENDORE IN UNA BELLA PASSEGGIATA AL MARE!
Cazpita! Mi sto dando della sciocca! Il primo di gennaio era una giornata stupenda ed io ho approfittato del sonno di mia figlia per.... pulire il frigo e cucinare e poi riposare, invece di prendermi ed andare sul sentiero Kugy a fare una passeggiata a guardare il mare nel suo splendore!
Ecco, questo proposito devo tenerlo bene in mente ed attuarlo soprattutto, perchè son due giorni che piove e ne ho già pieni i corbelli! Uffa! Va beh, la pioggia serve per il grano che deve crescere, in alta montagna c'è la neve, ma l'uggiosa pioggia mi sfrange in modo particolare.

Renata, la prossima giornata di sole, gambe in spalla ed alé una camminata di minimo un ora se non due!!!!!




p.s. il video non è mio! ma c'è Trieste!

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lunedì 2 gennaio 2012

Tutte o quasi le abilità dei gatti!

Tiramisù a modo mio

4 TUORLI
8 CUCCHIAI DI ZUCCHERO ridotto A VELO
500 GR. MASCARPONE SANTA L_CIA
UNA BUSTINA DI CACAO LIN_T
UN PO' DI BUCCIA GRATTUGGIATA D'ARANCIA
SALE Q.B
UNA CONFEZIONE DI BISCOTTI ORO SAI_A
CAFFE' Q.B. PER INZUPPARE I BISCOTTI 

Ai tuorli aggiungete 4 cucchiai di acqua calda e frullateli con lo zucchero fino a scioglierlo e formare una crema spumosa, aggiungere il mascarpone, grattuggiando un po' di buccia d'arancia bio, un pizzico di  sale.  Continuare a sbattere con la frusta, possibilmente elettrica, fino ad ottenere una splendida crema spumosa.

Bagnate velocemente i biscotti secchi nel caffé freddo amaro e foderate il fondo di uno stampo, coprite con abbondante crema, spolverate di cacao, ripetete con uno strato di biscotti inzuppati, crema e cacao. Finite il dolce con lo strato di crema e cacao.

Il segreto della bontà di questo dolce è la totale mancanza di artifici, l'ottima  qualità degli alimenti, che ho indicato,  perché rilevante per la riuscita di questo dolce. Prima di fare delle variazioni provatela così. Qualora non vi piaccia il caffé per bagnare i biscotti usate il liquore fatto con gli amaretti  o un Crema Marsala all'Uovo. Per i bambini bagnateli nella cioccolata fatta con il latte.  

Il segreto sta nel bagnare sommariamente i biscotti in modo che rimangano leggermente asciutti dentro.

La ricetta con i prodotti indicati è il mio fiore all'occhiello : ha conquistato tutti!

Provare per credere!


domenica 1 gennaio 2012

Benvenuto 2012



Questa è stata per me e mio fratello la canzone della Festa, ve la dedico, che vi accompagni in questo inizio 2012 perchè nelle difficoltà ritroviate il sorriso. Mi permetto di lasciarvi anche le parole che seguono, che crediate o meno, non ha importanza: per me sono sempre di grande ispirazione. 


Comportatevi da cittadini degni , senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari......
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri.  E il Dio della pace sarà con voi! (Dalla lettera di San Paolo ai Filippesi).


Ricordate la storia di Gesù e dell'uomo, la cui vita è rappresentata dalle orme sulla sabbia. Quando l'uomo le riguarda vede a volte due tracce ed a tratti solo un'orma e chiede  a Gesù: "Perchè lì c'è solo una traccia? Tu dov'eri?" e Gesù risponde "Ti stavo tenendo in braccio". A volte ci allontaniamo da Lui, ma se lo chiamate vi risponderà, non vi darà la risposta che aspettavate, ma di sicuro la soluzione di cui avete bisogno.


Nei momenti in cui la mia vita si faceva più dura e mi sembrava impossibile andare avanti ed ero disperata perchè incapace di arrivare alla soluzione, accettavo il mio limite e "chiedevo" aiuto, che la soluzione arrivasse. Tutte le volte sono stata esaudita! Ciò che mette a dura prova però - vi avviso- è che la soluzione arriva SOLO all'ultimo minuto! Noi moderni, che vorremmo avere tutte le risposte subito, immediatamente, nelle nostre tasche ed a portata di mano, in quest'attesa ci perdiamo ed incominciamo a correre a destra ed a manca, oppure ci disperiamo. Invece, se diventiamo capaci di aspettare, la soluzione giusta ARRIVA! 


Ringraziate, ringraziate sempre di tutto ciò di bello che vi arriva, perchè la vita sembra scontata, ma in realtà anche le cose più ovvie, come camminare e parlare senza bisogno di aiuto, è un dono immenso, ma lo scoprite solo quando vi ammalate! 


Sereno Anno Nuovo a tutti : ora e sempre AD MAJORA!

sabato 31 dicembre 2011

Addio 2011!

Caro 2011, si sei stato molto “caro”, mi sei costato parecchio ed ora ti lascio andare.
Ti ho inziato con due grandi dolori: perdere marito e lavoro.   Le ultime settimane sono state le peggiori, perché chi è malato soffre, ma chi gli sta vicino,  impotente, ancora di più: per il dolore emotivo non ci sono analgesici ed antidolorifici che possano arginare la sensazione di sconforto. Ringrazio il Cielo che la fine sia sopraggiunta nel giro di un paio di giorni e che lo abbia visto lucido fino a poche ore prima. E’ spirato il giorno di San Biagio, il protettore della gola, lui che in gola aveva la bestia.
Dover chiudere l’ufficio mi ha aiutato a restare lucida dopo la perdita di Paolo, ma ero ancora nella “bolla” di quiete che precede il lutto vero e proprio: uno stato d’incredulità, d’incoscienza che non ti fa realizzare a fondo l’entità della perdita a cui ancora non mi sono rassegnata, ma sto tamponando i momenti di sconforto con trucchi ed illusioni mentali.
Resto con l’ansia di aver perso il lavoro, una fonte continuativa di guadagno di cui avevo goduto per tantissimi anni sostenendomi dai tempi del diploma : la sensazione è sgradevole, anche se arginata dall’indennizzo della mobilità, che finirà a breve e questo mi rende insicura perché il mondo del lavoro non vuole le persone di una certa età. Ma mi reputo fortunata, perché ho una piccola base di reversibilità come vedova, anche se misera, perché gli ultimi anni di lavoro Paolo era in cassa integrazione. Meglio di niente: ci sono anche uomini che alla mia età hanno figli disoccupati e non hanno nulla!
D’altra parte ho avuto finalmente dei momenti di vero relax accanto alla mia Mucia, ai miei figli, alle mie amiche. Ho continuato a coltivare il rapporto di fiducia e confidenza con i miei figli, che tanto hanno fatto per sostenermi.  Son riuscita a finire i lavori in casa, ho imparato a dipingere le pareti con mia gran soddisfazione. Ho chiuso il mutuo della casa. Ho inaugurato la casa, dopo 6 anni dal trasloco durante i quali mi è capitato di tutto! Sto per ricevere le mie amate librerie per sistemare i miei libri, quelli sopravvissuti dal pogrom del trasloco!
Mi hai messo alla prova tante volte, alla fine ho capito che devo accettare come vengono prove materiali e fisiche,  perché la mia mente può  trovare le soluzioni adatte al momento per poter superare lo sconforto e lo sgomento iniziale : finalmente ho capito che per raggiungere i miei obiettivi non è detto che debba godere di perfetta salute e forma!  Devo ancora comprendere perché nonostante il riposo la mia salute sia fragile: basta un nonnulla per mettermi a terra e dover prender antibiotici. Intanto son riuscita diminuire i fans. Speriamo sia come dice la mia matrigna, che quando resti a casa dopo aver lavorato tanto ci sia un periodo d’involuzione fisica, che ti porta tanti malanni, ma come arrivano così se ne vanno e riacquisti l’equilibrio. Speriamo! Devo capire anche come disciplinare la mia alimentazione : dimagrire è diventato molto difficile, ma non de-mordo! ;)

Mi hai fatto incontrare sul blog tante amiche nuove, belle persone con le quali scambiare opinioni ed esperienze e ricordarmi quanto di bello la vita mi abbia dato, perché,  lo ammetto, c’è sempre stata una compensazione.
Nonostante le prove, caro 2011, ho imparato a tirar fuori la forza e la determinazione che tutti abbiamo dentro, ma che pochi ci insegnano ad usare, quindi tutte le prove o quasi, che   hai posto sul mio cammino le ho superate, anche se  ammaccata,   sono arrivata al 31 dicembre.
Questa notte ti saluterò per l’ultima volta : ti lascio andare in pace, non ho nulla da recriminare contro di te. Ho avuto anni peggiori, in cui avevo perso me stessa e le mie radici, come il 1991 oppure il 1974 ,  quando persi mia madre e la mia famiglia si sfaldò completamente, ma vedi anche quell'anno ebbe una nota positiva: iniziai a lavorare e questo mi diede l'indipendenza, una gran conquista e si sà quando ricevi qualcosa dal destino, devi dare qualcosa, altrimenti se la prende.  




Stanotte incontrerò tuo fratello: il 2012. Chissà che tipo è ??  Un nuovo anno tutto da vivere e da scoprire, ma ... sono pronta!






venerdì 30 dicembre 2011

L'insicurezza, ovvero l'essenza della donna!

Si sà che per la mentalità maschile le cose sono piane e semplici: solo noi donne abbiamo la capacità d'incasinarci ed incasinare la vita a chi ci sta intorno.

Avendo perso la mia   controparte maschile (mio figlio non conta!) che mi faceva da critico o da analista pratico, che con la sua ironia mi aiutava a mettere sotto la giusta luce e inserire nella corretta prospettiva le cose, ebbene si, lo confesso, l'insicurezza e la sua gemella, l'ansia, a volte mi pongono in confusione.

Resta l'attitudine del mio animo battagliero, l'indomita necessità di reagire per affermare me stessa e le mie capacità, una volta a mio marito, ora al "destino" ed a me stessa. Ma da critica intransigente quale sono, questo dovermi confrontare con un "fantasma", poichè il destino non è quantificabile, ma un concetto astratto, e con la mia ipercriticità  mi trovo a destabilizzarmi, perdendo il filo delle priorità, perdendo tanto di quel tempo, che vedo passarmi tra le mani, senza che io sia capace di fermarlo con azioni risolutive. O almeno così a me sembra!

Tante cose ho iniziato, alcune sono state portate a termine, tutti coloro che mi stanno vicino affermano che dovrei essere soddisfatta, perchè ho fatto tante cose da sola ed in poco tempo: io da solita perfezionista confusionaria resto comunque insoddisfatta, perchè l' "ultimo progetto" non è ancora finito, altre cose sono iniziate, ma per ragioni logistiche non son riuscita ancora a portarle a compimento.

Mentre una volta era il lavoro a pormi dei limiti e nello stesso tempo anche a darmi l'alibi per alcune inconcludenze, ora il fatto di essere libera da impegni mi trova colpevole, non all'altezza: due giudizi che aborrisco nella mia vita, come onta di pelandroneria.

Ma quando mi sforzo, costringo il mio corpo a continuare nonostante i "cardi graffino le mani" (come dice il poeta), vengo fermata a forza da qualche malanno che mi blocca e rende il mio sforzo vano, anzi, devo ricominciare a leccarmi le ferite, guarire le magagne per poter ripartire e concludere il lavoro intrapreso. Lo spauracchio del malessere resta in sottofondo a rendermi ancora più insicura, perchè resto con il dubbio se la salute mi reggerà o qualcosa verrà  a minare eventuali progetti ancora in divenire.

Così trascino la mia vita, insoddisfatta, insicura, in perenne ricerca. Da una parte sollecitata dalle amiche ad uscire con tutte loro (sarei occupata a tutte le ore del giorno, ma che dico anche del mese!) dall'altra ripensando al caos ed al dolore degli anni passati anelo finalmente ad un po' di pace che risani la mia anima martoriata da troppi eventi luttuosi. 

Solo ogni tanto riesco a arrendermi al momento, concedendomi di poltrire in serenità,  approfittando dell'onda con un vaffaunculo a tutto!  Ma son troppo brevi i tempi, perchè la mente abituata a dare tanto spazio al lavoro considera anche la soddisfazione e l'ozio deplorevoli dopo un po'.

Guardo al futuro e non voglio pensare al 2012, affronterò le cose al momento opportuno, ho deciso di tagliar corto con l'ansia e l'insicurezza: sia quel che sia,  domani è un'altro giorno!

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martedì 27 dicembre 2011

Il calendario

Alla deposizione del divino imperatore  Haile Selassie I d'Etiopia, avvenuta nel 1974, il nuovo regime militare realizzò che il commercio era la chiave per incrementare l'economia del Paese e come tutti i Paesi Africani avevano fatto più di 10 anni prima, dopo aver scosso il giogo dei colonialisti, inviarono emissari commerciali nel mondo per promuovere i prodotti Etiopici. 
Per il caffé fu creata una sorta di cooperativa, l'Ethiopian Coffee Board, che raccoglie tuttora il caffé prodotto nelle varie regioni del Paese per selezionarlo eliminando ulteriormente difetti di lavorazione, classificandolo per provenienza, qualità e grado (grandezza dei chicchi) per poi venderlo agli esportatori autorizzati, che lo commercializzano verso l'estero. I maggiori clienti di questa origine sono gli Emirati Arabi: alcune qualità eccelse non vedono mai il mercato, sono direttamente acquistate dai vicini di casa a prezzi folli. 
Un delegato dell' Ethiopian Coffee Board in giro per l'Europa arrivò anche nel nostro ufficio alla fine degli anni '70 a promuovere vendite di questo preziosissimo caffé.
Il caffé in questo meraviglioso quanto atavico Paese cresce nella foresta primordiale, di cui avete qui sotto un'immagine d'archivio della mia ex ditta. E' un caffé ad alta acidità, che si equilibria al sapore amaro in un gusto pieno che riempie e quasi sazia, permane in bocca un forte aroma fiorito.


Hatu Araya, l'ufficiale emissario dell'Ethiopian Coffee Board si chiamava così, e lo posso scrivere perchè non c'è più, poverino, era un omino smilzo, di bassa statura, con la pelle scura, vestiva un paio di pantaloni di velluto ed una maglia di lana grezza pelosa e spessa, coloratissima, per l'epoca con colori inusitati per un uomo: dominavano le sfumature naturali della terra nei disegni del davanti, l'ocra il rosa antico, il giallo pallido ed il giallo ocra, oltre che un verde scurissimo di base nel resto del dietro.  

Ci portò in regalo un calendario e per la prima volta venni a contatto con una realtà diversa dalla nostra. Il calendario copto, che continua a seguire l'antico calendario alessandrino,  inizia con la data del 29 o 30 agosto del calendario giuliano, che in realtà corrisponde all'11 settembre (vi ricorda qualcosa?) del calendario gregoriano (nostro attuale). Consta di 12 mesi da 30 giorni e gli ultimi 5 o 6 giorni (qualora l'anno sia bisestile) sono i cosidetti giorni epagomeni. Rimasi di stucco quando lessi la traduzione di un giorno segnato in colore rosso che non riconoscevo per un' analoga festività nel nostro calendario, perchè era la Vittoria di Adua, quella contro gli Italiani! Anche l'orario Etiopico è diverso dal nostro. Il computo delle ore inizia dall'alba, ecco perchè Hatu Araya disse di chiamarlo alle 4.00  e che alle 7.00 fino alle 9.00 era a pranzo!


Sapere che il venerdì mussulmano è festivo, che al tramonto del venerdì gli Ebrei smettono di lavorare fino a tutto il sabato, che il Natale Cattolico non coincide con quello Ortodosso, erano nozioni che già conoscevo. Ma una cosa è sapere, l'altra è viverle, seguendole da vicino, segnandole sullo scadenziario!   Quella fu la seconda volta in cui mi confrontai con un calendario ed una civiltà diversa dalla nostra. La prima fu alle festività Ebraiche, da osservare per poter contattare il nostro maggior cliente Viennese. Negli anni '90 arrivò il primo cliente Egiziano ed iniziammo a seguire il Ramadan sul nostro scadenziario per poter fare gli auguri alla fine, per la grande Festa che segue per ben tre giorni. Poi arrivò il calendario Indiano, con le sue festività particolari, che festeggia tuttora divinità antiche che nel mondo occidentale sono legate alla leggenda, più che alla realtà di quel popolo.

In questo escursus vi ho portato a questi ultimi giorni dell'anno, che possiamo considerare equivalenti agli epagomeni, dove gli antichi regolavano le cose in sospeso per poter iniziare il nuovo anno sotto auspici più fausti, eliminando vecchie contese e pagando i debiti. Ecco perchè li ho sempre considerati un limbo: erano il periodo in cui quando lavoravo mi prendevo le ferie, perchè il Natale è Natale posso accettarlo come viene viene, ma la fine dell'anno devo guardarmi attorno: fermarmi per capire cosa devo chiudere, cosa devo continuare e cosa devo iniziare.

Stanotte ho fatto un sogno, un terapeuta mi diceva "Perché si ostina a vivere nel passato!"
Ragionandoci sopra da sveglia ho avuto la conferma che sono totalmente ancorata al passato e guardo talmente tanto indietro, che ho perso l'entusiasmo di proiettarmi nel futuro. Anche se sto lavorando per sistemare le cose che ho in sospeso, rifiuto mentalmente di organizzare il futuro, spesso perdendo tempo prezioso.

Ho già sul tavolo il calendario del 2012 aperto sulla prima settimana, quello dell'anno in corso è stato eliminato: ma mancano ancora 5 giorni alla fine! 5 importantissimi e vitali giorni, in cui posso fare ciò che devo per gettare le basi di un lavoro da proseguire per i prossimi mesi. Far trascorrere il tempo, come ho fatto in questi mesi, lavorando a spizzichi e bocconi, è un sistema accettabile per un anno sabbatico! Ora andiam ad incominciare. E come sempre AD MAJORA!





What a Wonderful World con David Attenborough

http://www.bbc.co.uk/nature/collections/p00kf6hs

..prendetevi il tempo di guardare questo video, per le meravigliose immagini !
ho cambiato il link, perchè il precedente non era più disponibile!

lunedì 26 dicembre 2011

Natale di tanti anni fa!

Per lasciarmi alle spalle i pensieri e le preoccupazioni del presente, mi tuffo nel passato e vi racconto come trascorrevo i miei giorni di Natale nell'infanzia!
Già vi ho detto dei preparativi della Vigilia per i dolci di Natale.
Ma alla mattina del 25 dicembre, venivamo (io e mio fratello) svegliati alle 9.30 perchè ci aspettava la cugina, vicina di casa, per andare alla messa delle 10.30 in paese ad un kilometro e mezzo distante. Non si faceva colazione, perchè dovevamo esser digiuni per fare la comunione. Quindi ci si incamminava per la strada sterrata ed attraverso i campi si accorciava il percorso. Nel cammino si parlava, si faceva a gara a chi fa la nuvoletta  più grande di vapore acqueo, chi scivola meglio nelle pozzanghere ghiacciate (a volte anche rompendo il velo e bagnandosi le scarpe!).
La Messa raccoglieva tanti bambini della nostra età con i loro genitori. Si assisteva non senza sorridere dei poveri chierichetti che reggevano un pesante ombrello a piccolo baldacchino, tenendolo sopra la testa del curato, seguendolo, correndogli dietro durante la messa, mentre lui puntualmente li redarguiva in corso d'opera per la loro maldestra applicazione, dopo tante istruzioni e tante raccomandazioni.
All'uscita si tornava a casa veloci, che la fame incalzava. Un po' di caffélatte che il pranzo era per l'una.

La tavolata era enorme. A capotavola mio bisnonno ed il figlio maggiore, mio nonno!
Ai lati seguivano gli altri due figli, fratellastri del nonno, le loro mogli, la bisnonna (madre degli zii: sposa di secondo letto), mia nonna, la mamma, papà, io e mio fratello. S'iniziava con un brodino, poi arrivava un sontuoso pasticcio di lasagne al forno. Di seguito il bollito con crauti e salsicce, il gallo arrosto al forno con patate, che mangiavo volentieri, perchè il maledetto mi saltava sempre addosso ogni volta che gli passavo vicino, anzi a volte mi correva pure dietro! C'erano contorni vari con verdura fresca, verdura cotta, pane fresco di forno fatto in casa. Si finiva con il dolce tagliando un panettone portato da Trieste, ma spesso si portavano in tavola le fritole istriane (quelle di cioccolata) e la pinza. Questa veniva pucciata in mezzo bicchier di vino, meglio se nero, a cui avevamo aggiunto uno o due cucchiai di zucchero: era buonissimo ed ogni volta noi bambini ci ubriacavamo. La mamma protestava che era troppo vino, le nonne la redarguivano "Tasi (taci), per una volta!  che fa sangue!" Il vino era ottimo e tutti bevevano generosamente. L'ambiente non era solo scaldato dalla grande cucina a legna, ma la festa si faceva chiassosa per tutto il cibo ed il vino. Solo mio nonno quando beveva un po' di più stava zitto, ascoltando ed intervenendo raramente, ma con battute dirette e divertenti. Metteva le braccia conserte e si sedeva ben appoggiato allo schienale della sedia. Anche se allegri gli uomini non erano mai sguaiati,  ridevano di gusto e, specie gli zii, raccontavano aneddoti della loro infanzia, o lo zio della prigionia sotto gl'inglesi.  Il bisnonno con l'autorità della vecchiaia e da patriarca, interveniva sottolineando con maggiori ragguagli qualche ricordo e notizie dimenticate dai figli, per rafforzare l'incisività della storia, magari aggiungendo che ora ne ridevano, ma la situazione allora era stata molto seria. Il bisnonno teneva al decoro e redarguiva i figli, senza sminuirli, se vedeva che stavano esagerando. Poi c'erano i commenti, specie quelli di mia madre, che apostrofava gli zii quando pareva esagerassero, con loro  era cresciuta da piccola e li trattava da pari, perchè li considerava dei veri fratelli, era l'unica persona che si poteva permettere d'interromperli, le sue stesse osservazioni, se fatte dalle mogli trovavano risposta più secca nel "ti tasi, che parlo mi!"  

La mia famiglia era molto unita c'era enorme rispetto dei due zii, fratellastri minori, per mio nonno, che consideravano in tutto il loro capofamiglia, in quanto, il padre, mio bisnonno   dopo l'esodo era caduto in una fortissima depressione ed aveva perso la figura di comando, anche se continuava ad essere rispettato  come autorità, tutti e tre si rivolgevano a lui dandogli del "Vu" (Voi). Nessun screzio o mala parola veniva nelle riunioni mensili dove   facevano la situazione contabile dei poderi e dei proventi dal bestiame. Solo quando le mogli protestarono in quanto c'era sempre quella più "malata" che adduceva un motivo più che un altro per lavorar di meno, i fratelli decisero di lavorare non più in solido, ma ognuno il suo podere: lo fecero di comune accordo, seppure riluttanti, ma erano consci di voler evitare il disaccordo e le recriminazioni e considerarono la divisione il male minore. Si aiutarono sempre in caso di difficoltà o per la vendemmia, che per me era un'altra grande festa.  C'era sempre la solidarietà: quando qualcuno stava male, tutti affluivano nella sua casa, le donne sistemavano il disordine se c'era per renderla presentabile al "dottore", che veniva fatto accomodare con reverente educazione. Gli uomini lo accompagnavano. Venivano preparati  una bacinella, il sapone nuovo scartato per l'occasione dalla confezione, l'asciugamano di lino fresco di bucato pronto per asciugargli le mani. Il caffé pronto sul fornello per farlo salire, il bicchiere sulla tavola vicino alla bottiglia di vino pregiato od un liquore, intanto che sale il caffé...
L'armonia, il rispetto regnarono sempre tra i tre fratelli e per noi nipoti sono stati un esempio enorme di virtù e civiltà.

Sempre durante le feste, tra mangiate e risate ed il dolce pucciato nel vino, ad un certo punto non ce la facevo proprio ed andavo a letto, perchè i pranzi si dilungavano parecchio, tra una portata e l'altra e si arrivava sempre nel tardo pomeriggio quasi sera, quando gli zii e le zie ci lasciavano per tornare a casa.  Io distrutta e riluttante in quanto faceva buio e ne avevo paura, dovevo andare in camera da letto: sul cuscino la testa girava per quel mezzo bicchier di vino puro bevuto e non voleva saper di fermarsi proprio, cercavo di rimanere immobile più tempo possibile!  Cedevo al sonno con il confortante sottofondo delle voci e delle risate che venivano dalla grande cucina sottostante e che smorzavano la mia solitudine nella grande stanza umida e fredda, facendomi accucciare con la borsa d'acqua calda a riscaldare le lenzuola e creare nuovo calore.

Di dodici persone di quella bella tavola, siamo rimaste in due e solo i miei due figli si sono aggiunti. Abbiamo mangiato anche quest'anno, ricordato, sorriso, qualche lacrima c'è stata, ma la vita è una ruota che porta avanti, non si può tornare indietro. Ci si può solo scaldare il cuore al ricordo, perchè ognuno di loro ha lasciato in me una preziosa eredità che mai andra spesa o perduta! 

Auguri a tutti!

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domenica 25 dicembre 2011

Grazie Babbo Natale

Grazie a Babbo Natale, anzi ai miei due Babbi Natale (i miei figli), è arrivato il nuovo PC. Mio figlio ha dovuto sperticarsi in scuse per non sistemare il vecchio (una vera ciofeca) perchè c'era pronto il nuovo che aspettava la data fatidica. Quindi riprendo con calma a navigare ed a visitarvi !

La settimana è stata moooolto movimentata! Non vi annoio con le vicissitudini !

Finalmente il Natale è passato! Come diceva Tex Willer al suo fido pard Kit Karson "ho l'impressione che mi sia passata sopra una mandria di bufali" in senso sia fisico che spirituale!  
Ma ogni giorno la Mucia mi ha tenuto buona compagnia ed abbiamo condiviso il mio cuscino, intervallando gli eventi con dei mitici pisolini "guancia a vibrisse" come potete vedere! 


mercoledì 21 dicembre 2011

Auguri

Il mio PC ha esalato l'ultimo byte e quindi non so se potrò visitarvi in questi giorni e farvi gli auguri nei vostri blog. Lascio ad ognuno di voi,  che mi avete sostenuto e letto, i miei migliori auguri per un Buon Natale e felice anno nuovo, sereno quanto possibile per affrontare qualsiasi difficoltà.
La vita riserva sorprese di qualsiasi genere, fate tesoro anche degli aspetti negativi del vostro quotidiano, perchè SEMPRE l'ultima è la VOSTRA PAROLA. La convinzione di riuscire a superare qualsiasi avversità vi sia di ispirazione!
Un abbraccio a tutti e tanti tanti auguri, Renata. AD MAJORA! 

 

lunedì 19 dicembre 2011

Finalmente

Oggi anche il Sole mi ha regalato un sorriso, al tramonto, proiettando un raggio luminoso nella mia via e colorando le case bigie in un guizzo di vita, contrastando le nuvole che nel cielo venivano mosse dalla Bora.  Ora che ho finito di dipingere la stanza di Paolo sono contenta, non vi dico la mia schiena come si lamenta, ma sorride anche lei. Ho coronato la fine lavori con un saporito riposino a letto dopo pranzato, con Mucia appoggiata al mio braccio sinistro, con la sua faccia facciosa!
La serenità a volte ci appartiene in gesti semplici, in riposi quieti, in un apprezzare il momento, cullandosi nel pensiero che domani è un altro giorno, pronto per sviluppare altri progetti, altri programmi, riuscire a portare a termine qualcosa che ci dia la soddisfazione di vivere giorno per giorno. Perchè la vita è ...!


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HO FINITOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!

Stamattina ho ultimato la pitturazione della stanza !!!!!!!!!!!!!!!
Sono al settimo cielo, gasata a mille! Era diventato un incubo!
Ora devo attaccare con la pulizia, ma son quisquiglie al confronto dell'ansia per la fine di questa pitturazione!

domenica 18 dicembre 2011

Princi-gatta sul pisello ???

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Una settimana a Natale!

Ecco, come ogni anno, si aspetta tanto Natale e sembra non arrivare, quest'anno, così difficile, sembrava non finire ed invece siamo agli sgoccioli!

Manca una settimana a Natale ed ho ancora tantissime cose da fare: immobilizzata per una settimana dal mal di schiena son rimasta enormemente indietro ed ora fatico a star calma, a propormi di fare ciò che riesco per non star di nuovo male,  che tanto prima o poi le cose andranno al loro posto. Giorno più o giorno meno, quel che si arriva a fare, deve bastare!

Sono nel mio soggiorno illuminato dalla coroncina di Natale accesa, penso ad altri Natali, ma ora non ho tempo di diventare triste e di lasciarmi sopraffare dalle emozioni!
TIrem inanz! il resto a dopo!