Alla ricerca del ruolo perduto ...
Spesso penso alla mia difficoltà
di accettare (= prender atto) la mia situazione.
Dopo esser stata
per trent’anni la compagna di un uomo, per trentasette la segretaria personale con
mansioni direttive di un gentleman, perdere queste due “identità” è
destabilizzante e difficile da gestire. Come la fa lunga, penserete! Ma provate a considerare di perdere un impegno che copriva cinque giorni la settimana della vostra vita dalle 8.30 alle 18.00, portandovi 11 ore fuori casa e che vi dava il 50% degli introiti finanziari per sopperire alle esigenze della vostra famiglia e di trovarvi disoccupata, con il rifiuto del mercato del lavoro perché troppo vecchia (?) e troppo qualificata (!!) e con lo stato che vi considera troppo giovani per la pensione nonostante i 37 anni di contribuzione. Quindi vedova, disoccupata, troppo vecchia, ma anche troppo giovane per avere diritto ad una destinazione finanziaria (lavoro o pensione) : che cazzo di ruolo ho adesso, cosa sono diventata??? Disoccupata in attesa di destinazione ???
Ho cercato di proiettarmi verso
un lavoretto che mi portasse fuori casa, dandomi
un piccolo sostegno economico che non guasta, ma è talmente distante dal mio
modo di lavorare precedente, che ho più
investito di mio che guadagnato: sono emerse la sindrome della crocerossina, proiettando le mie difficoltà finanziarie verso le clienti per empatia e quindi limitando i miei guadagni, abbinata alla compulsività all’acquisto, ma questo non è lo spirito del commercio! E dover affrontare le due situazioni aggiunte ai problemi pre-esistenti non aiuta. Di positivo c’è il riallacciare rapporti
sopiti nel tempo, conoscendo tante
persone nuove.
Si lo so, ho 57 anni e dire che
ho perso l’identità sembra una cosa grossa, perché io sono il risultato dell’esperienza
di questi anni, quindi la mia maturità si dovrebbe intendere sufficiente a riempire
il mio quotidiano. Se sul piano concreto delle azioni materiali la giornata è
relativamente piena, dal punto di vista mentale, regna un vuoto difficile da
colmare.
La vita è fatta di ruoli, figlia, sorella, moglie, impiegata, madre.
Sono tutti questi ruoli che compongono e rafforzano la nostra sicurezza. Quando
se ne perde uno è come se si tagliasse a spicchi una mela, lo sapete che la
polpa aperta si ossida ed avvizzisce e così l’essere umano che perde uno dopo l’altro
ruoli importanti della propria vita, perde pezzo dopo pezzo e ricostruire il proprio
puzzle non è facile.
Ma non manca solo il lavoro: la
casa si è svuotata. Niente più marito, i figli li vedo la mattina a bere il caffè,
tutto è ridimensionato alla mia persona. Occuparmi di me stessa ? E’ un ruolo che devo
ancora scoprire, perché tutta la mia vita è stata proiettata all’esterno e
dalla famiglia d’origine ho avuto l’imprinting della poca stima per me stessa.
Tra alti e bassi, nella ricerca di
una nuova dimensione che possa riequilibrare la perdita dei ruoli subita,
domina il provvisorio e la continua domanda se quel che sto facendo sia la cosa
giusta o meno, perché ogni lasciata è persa, ovviamente e se mi rilasso troppo,
la coscienza mi fustiga in modo assoluto perché abituata dalla filosofia
acquisita negli anni di lavoro in ditta privata, dove non si poteva sprecar
tempo e bisognava essere produttivi al 200%, anche il ripigliar le forze o
concedersi del tempo dopo una vita di corse sembrano una bestemmia.
Ogni decisione anche piccola da prendere, diventa un dilemma e viene da me sviscerata in tutte le possibili proiezioni: questo modus vivendi inizia a pesarmi e sono parecchio stanca dell'arrancare e mi chiedo perché caspita dobbiamo sempre renderci la vita difficile.
Personalmente mi ritengo fortunata, perché la mia posizione finanziaria comunque non è disperata, mentre so che altre realtà sono ben peggiori della mia e che la mia è solo una questione di aggiustare il tiro. Ma sembra che la mente non voglia ingranare nella direzione giusta!
Per il momento solo un ruolo è
certo : sono la custode di Mucia!
24 Commenti:
per me tu sei molto, ma molto di piu' della custode di Mucia, quello che scrivi, in pubblico e in privato, sono delle vere e proprie lezioni che aiutano a chiarire, a spazzare la polvere e le ragnatele che spesso occupano la mente,almeno la mia
sei una persona splendida
buona giornata
asaf
Capisco abbastanza bene la tua situazione, io lavoro ma di questi tempi si é tutti appesi ad un filo, se si sta nel privato, e nel mio caso se dovesse succedere qualcosa avrei esattamente i tuoi stessi problemi di (ri)collocazione con l'aggiunta non solo di non avere altri introiti economici, ma di dover comunque tener conto di altre persone nche economicamente dipendono da me.
Però la vita non è solo lavoro, doveri e dedizione, e se io avessi più tempo di quello che ho, troverei certo il modo per occuparlo per alimentare con più calma lo spirito.
Ti capisco perfettamente!
Io non ho perso il lavoro (per fortuna) ma ho perso il mio ruolo. L'ultimo dei tanti cambiamenti (di sede oltre che di ruolo) che mi ha imposto l'azienda, mi ha portata qui, dove sia il ruolo che le mansioni sono "nebulosi" ed io mi sento in imbarazzo quando, all'inizio di una riunione, devo dire agli altri chi sono e che cosa faccio...
E' una perdita di identità, anche se è vero che io non mi identifico col mio lavoro, comunque il lavoro occupa la percentuale maggiore del mio tempo e non essere in grado di dire agli altri (ma neanche a me stessa) che COSA faccio... mi fa sentire fuori posto.
Penso che aldilà della situazione lavorativa, verso la quale puoi fare fino ad un certo punto, nel senso che si sa che il momento è tragico, figuriamoci ricollocarsi dopo 37 anni passati a fare un determinato lavoro!
La chiave potrebbe proprio essere appropriarti di spazi e tempi che non ti è mai stato concesso di avere, e capire che invece è giusto dedicarsi a noi stesse. Noi, soprattutto nel nordest, siamo cresciute con il concetto che se una persona il pomeriggio se ne sta 3 ore a leggersi un libro o a fare una camminata, perde tempo, non ha nulla da fare, è fondamentalmente una sfaticata, ma non è assolutamente così!
Un abbraccio
P.S. E poi essere mamma e mamma-custode di Mucia sono due ruoli mica da poco!
@ ASAF : ♥
@ OLD MAN : quando lavoravo leggevo a tempo "rubato".. al sonno, facevo maglie e maglioni ai ferri, cucivo per me e per mia figlia, facevo gite, andavo a teatro, partecipavo a corsi privati di vario genere. Ma dopo la malattia di mio marito e la sua scomparsa e la perdita del lavoro è come se la fatica degli ultimi anni mi avessero svuotata completamente: NON riesco a fare nulla di quello che facevo, solo scrivere, cucinare....fare foto...
quando ti senti così svuotato nulla di quello che ti faceva piacere ti può aiutare... perché la tua mente non ce la fa ad uscire dal vicolo cieco. E' un lavoraccio, sono qui che lotto, che cado, che mi rialzo, ma mio caro Old man, come dite voi a Roma ?? So cazzi !!!! ;)
@ Lilli : certo ti senti di quasi usurpare qualcosa a qualcuno, anche se ti dai da fare... è un macello poi con la perdita di papà ed i tuoi in quello stato, hai un'altra identità scomoda... che sei, ma non ti senti più di appartenere al loro mondo, anzi vorresti cavartene via al più presto, dimenticarli!!! per non soffrire ancora... Coraggio ♥
@ Radicalchoco : vero!!! sto cercando di lavorare sopra questo imprinting di noi del Nordest. Mamma è marginale: devo stare attenta a non ingerire e lasciarli camminare da soli e si, custode di Mucia, è importante per ciò che Mucia mi sta dando... ; D
Capisco benissimo il tuo stato d'animo, ritrovarsi dopo tanti anni di vita piena, anche se magari faticosa, con molto tempo libero senza un compagno con cui condividerlo, deve dare un gran senso di vuoto.
E non parliamo dell'aspetto economic, come dici tu, a 57 anni si è giovani per la pensione e vecchi per trovare un nuovo lavoro.
Magari coltivare qualche hobby potrebbe aiutarti ad avere compagnia e attraverso nuove persone magari potrebbe uscire anche qualche occupazione part-time che potrebbe essere utile.
Non è facile, ma te lo auguro.
Renata, se passi dal mio blog c'è una piccola sorpresa per te
e per fortuna sei vedova ... pensa se eri divorziata. Non avevi nemmeno la reversibilità e allora si che erano cazzi...
scusami sai ma capisco benissimo quello che senti e che vuoi dire.
Quando ti senti moglie e madre per tanto tempo è difficile poi rassegnarsi alla perdina di qualcuno che faceva parte di noi, come se vuoi anche il capo e l'ufficio.
Ma non c'è consolazione e non te ne darò. Stupide parole senza senso che dovrebbero aiutarti.
Solo tu puoi aiutarti come ben sai che tutto quello che hai scritto e che provi è dolore, una ferita profonda dentro la tua pelle che perde tanto sangue e non si rimargina con le belle parole.
Reagire non è nemmeno così facile. Perchè spesso vorresti solo lasciarti andare e non pensare e non fare e non sentire e invece devi andare avanti, con la casa vuota e il tuo cuore a pezzi... e guardi la gatta sperando che almeno lei ti possa aiutare un po'.
Per un solo attimo, un momento e dopo ricomincia tutto come prima.
Perdere i ruoli è come perdere una parte di se stessi per sempre e non si trovano sostituzioni valide se non con tanta fortuna. Arriva qualcuno o qualcosa o non arriva e ti salvi perchè lo vuoi tu.
@ Pyperita : non è così facile, il lavoretto Stanhome mi porta fuori casa, ma riesco poco a fare quelle cose che progettavo mentre lavoravo. Probabilmente i tempi ancora non sono maturi.
@ Lilli : grazie ! ; )
@ Leggerevolare : il mio principale era il mio mentore, come un padre, per cui è stato un lutto, molto gravoso, perché è lui che mi ha cresciuta lavorativamente parlando.
Concordo con quanto dici, sembra di essere talmente prosciugati di non aver la forza di andare avanti. Allora è con moooolta fatica che si arranca e solo dopo ANNI si riesce ad uscirne...
E' logico che tu ti senta così!
Prima di riprenderti da questo grande vuoto devi metabolizzare tanto di quello stress e di quelle perdite! Ma ci riuscirai perchè sei una persona dotata di una positività e di un senso della vita fortissimi, troverari nuovi ruoli e nuovi spunti, e comunque anche se non li vedi, di ruoli ce ne hai tuttora!
Con le dovute differenze, ma ti assicuro che mi ritrovo tantissimo nel tuo post... insomma, capisco come ti senti.
Un po' la perdita di punti di riferimento importanti, un po' sentirsi come "fuori posto" senza un ruolo cui ci si era abituate da anni (e dò ragione anche a Radicalchoco: c'è la mentalità diffusa che "stare a casa" equivalga a non far nulla e sprecar tempo), un po' le difficoltà passate che hanno irrigidito anche le emozioni positive.
Però mi sembri anche il tipo di persona che ha tutte le risorse e le carte in regola per riuscire a "reinventarsi".
Hai scritto un lucidissimo post e pure i commenti sono interessanti. Ci penso da stamattina, da quando ti ho letto e mi sono resa conto di quanti ruoli ho attraversato e quante volte ho dovuto ricominciare da capo. Ci vuole tanta energia ed alla nostra età non è facile trovarla. Mia cara si fa anche questo, e ancora e ancora. D'altra parte è la nostra condizione femminile che ce lo impone.
Ce la farai non appena sarai riuscita a metabolizzare i lutti che ti porti dentro. Ne sono certa. A presto!
@Redcats : certo che ruoli ne ho già ora, il disorientamento nasce da aver perso quelli più vecchi ed "importanti"...
@Shunrei : a casa io faccio effettivamente lo stretto necessario, come quando lavoravo giornata piena... ancora non riesco a gestirla come avrei sempre voluto, con maggior scioltezza, da poco ho smesso di fare le pulizie di sabato e domenica !!! inveterata routine di quando lavoravo!
@Margherita : si, hai ragione, noi donne siamo mutaforma adattabili molto più che gli uomini, come dici devo ancora metabolizzare i lutti ed a volte mi sembra siano troppi....
@ TUTTI . grazie, la vostra stima mi rincuora :)
come scrivi bene..la vita è fatta di ruoli..
verissimo.
e noi donne poi siamo bravissime a cucirceli addosso.
non è facile Renata il tuo ruolo adesso.
forse..sei un pò la custode di te stessa?
ti abbraccio
@ Annika, penso proprio che sia il fatto di non riuscire ad essere la custode di me stessa, per aver tutta la vita proiettato cura ed obiettivi all'esterno della mia persona, che mi renda perciò difficile adeguarmi e procedere in modo altalenante.
Ovviamente la soluzione si trova, ma è dura...
Mi trovo "quasi" nella tua stessa situazione, ho un marito e un figlio. Ma dopo 35 anni di lavoro, sono qui a non far niente... Mi piacciono le foto, ma non esco da sola.
Se vuoi, fammi sapere.
Ciao
Cara Renata, non ti conosco bene, perchè solo ultimamente mi è capitato di leggere il tuo blog seguendo i link di blog amici, però questo post mi ha toccata in modo particolare, perchè, seppur con modalità e per motivi differenti, sto vivendo un disorientamento analogo al tuo.
Non siamo molto distanti come età,e come te la mia vita è sempre stata proiettata verso il "fare" per la mia famiglia, al punto da dimenticarmi chi sono, cosa mi piace, cosa vorrei fare...
E a parte questo c'è il fatto che a un certo punto ci si ritrova senza obiettivi, senza mete da raggiungere e si fa un po' fatica a dare un senso alle proprie giornate, pur con tutto l'impegno e la buona volontà che da donne abituate a "fare" ci possiamo mettere.
Consigli al momento non ne ho, volevo solo dirti che ti capisco molto bene, e che a volte anche la compagnia di un blog e di parole scritte con sincera partecipazione possono aiutare in questo che credo sia solo una fase di passaggio. Non facile comunque, e per quanto mi riguarda so di non essere ancora all'apice: cioè il peggio deve ancora venire! ^_^
Sappi che ti invidio moltissimo Mucia!
@ Ale : grazie...
@ Ellevibi : spero proprio che il peggio non venga per te!!!! :)
Mucia, ebbene si ti comprendo perfettamente, lei è incomparabile!!! il mio sostegno!!!
maledetti sensi di colpa, sono quelli che non ci permettono di ricostruirci le vite, una vita da protagonista e artefice del proprio destino, e che cavolo te lo meriti! ce lo meritiamo tutte noi donne!..cominciamo da un viaggio?:)
sliced
la soluzione si trova davvero...
è dura ma non impossibile.
custodirsi è un atto dovuto a noi stessi. e noi stessi siamo unici ed importanti
Ciao Renata ho visto i post seguenti ma li a parte dire oh che bello non ce altro da commentare...da me le rondini non ci sono ancora...
Ho letto qui e devo dire che la difficioltà di oggi è l'annullamento personale tuo di ieri. Nulla di nuovo dirai ma sai io ho fatto sempre uso di una cosa stupida...lavoro perchè devo mangiare ma non vivo per esso quindi uscita chiudo la porta non m'interessa più. Il giorno dopo è un apertura che vale fino a quando ci sono dentro poi chiuso nessun coinvolgimento ma solo l'esclusiva onestò di lavoro di farlo bene perchè rappresenta il poter vivere dignitosamente tu e la famiglia.
Nella famiglia io ho sempre mantenuto i miei spazi senza essere a scapito di niente e nessuno ma erano miei ed oggi li ho ancora pur essendo solo in due e non mi manca ne il lavoro ne il resto della famiglia. Stanno bene dove sono io so che sono li e loro sanno che sono qui punto!
Mia cara Renata, io spero di incontrarti un giorno per fare una chiccherata per trasmetterti un pò del mio...solitario. Se sei arrivata dove sei è perchè ei e sei sempre stata capace e quindi loro nessuno dei due vorrebbero che tu continuassi a vivacchiare sui passati.....ma devi guardare avanti in quanto vali oggi come ieri e davanti allo specchio se pensi questo vedrai una bella signora ed alle tue spalle guardandoti allo specchio una scia rosa che ti indica la prosecuzione.
Buona dommenica.
Edvige
@ Sliced : si ma ancora non lo sento... quindi sto in campana ancora un po'.
@ Annika & Edy : reagire è sempre possibile, comunque mi "muovo", ma la sicurezza di anni ed anni di "ruolo" e lavoro è scalfita, crearne una nuova a questa età sembra difficile, perché tante sono le possibilità di scelta che la confusione alimentata dall'ansia al momento non mi permettere di capire cosa voglio fare da grande, oltre che esistere ed andare avanti.
"Occuparmi di me stessa è un ruolo che devo ancora scoprire..."
Spero con tutto il cuore che tu ci riesca, ad imparare quanto è bello conoscersi davvero e occuparsi di se stessi. E' l'occasione della tua vita, il treno che sta fermandosi in stazione adesso per te. Non aver paura, salici sopra. Contesta con tutta la forza che hai tutti i pregiudizi, gli insegnamenti e le aspettative che possono averti instillato. Sentiti libera. Assapora questa gioia, che a volte ho paragonato alla sensazione di chi dopo anni di prigione viene messo in libertà e può scegliere se camminare verso destra, sinistra, dritto o starsene fermo a riposare.
La libertà, Renata, ti sto parlando della libertà, vera, autentica, di percepirti, di ascoltarti, di sentire che un pensiero, un sentimento è proprio tuo, ti piace, lo senti, ti fa battere il cuore, ti rimbomba dentro: può essere il piacere di andare a fare una passeggiata in un posto che per te è un luogo di anima, oppura qualsiasi cosa. Qualsiasi. E sottolineo qualsiasi. Esci dai binari del tram, sali sulla tua bicicletta o al volante della tua auto o vai a piedi, ma vai dove vuoi tu, dove ti porta il cuore, ma anche la testa e lo spirito.
Io credo profondamente che te lo meriti.
ti hanno dato finalmente la libertà e la libera uscita mia cara... è così tanto angosciante ?? !
noi donne al di fuori dei ruoli che ci vengono imposti ancora non sappiamo riconoscerci. ahimè lo sai che parla per me il dolore causato dal mio personale rifiuto..
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