lunedì 21 novembre 2011

Clearing spaces !

Lo avevo già scritto in un post precedente: bisogna fare spazio eliminando il vecchio, per aprire la nostra vita a nuovi "arrivi" e cambiamenti.
Il popolo anglosassone ha la concezione, che, se non usi una data cosa (vestiario, libro, oggetto, suppellettile) per due-tre anni di seguito, significa che lo puoi eliminare dalla tua vita e fare spazio ad altri oggetti o cose che invece ti servono e non hai il posto di collocare.
La mia insegnante di Vivation mi aveva inoltre spiegato, che se restiamo ancorate a certe cose, anche se sono ancora in buon ordine e ci stanno bene o le usiamo, siamo destinati ad un immobilismo: il fatto di donare o di eliminare, ci da la possibilità di rompere vecchi schemi ai quali siamo legati e che incatenano la nostra mente in una direzione unica, togliendoci la sola possibilità di evolvere e di far arrivare cose nuove, che poi si traducono in schemi mentali nuovi.

Una mia amica, quando riemerse dal torpore dell'abbandono di suo marito, fu colta dal sacro furore delle pulizie. Io stessa alla morte di mio marito, ho voluto quasi forsennatamente disfarmi di tutto ciò che era suo e che non potevo o volevo utilizzare, donandolo a chi ci teneva o ne aveva bisogno. I figli della mia amica come i miei figli, hanno incominciato a tremare, tale era la nostra compulsione al riordino, tanto che in entrambe le case hanno paventato uscissimo di senno!

In realtà il disfarsi di alcune cose nei momenti più pesanti, ma non solo, significa alleggerire il nostro fardello emotivo. Si tratta di un rinnovamento che trova un ampio respiro non solo materiale, ma anche mentale. Si riemerge affaticate, ma la soddisfazione, l'appagamento, la nuova dimensione mentale è risanatoria.

Quando una donna è in crisi, lo potete constatare dalla sua borsetta: carica, piena di centomila "questo potrebbe servirmi", pesante da diventare un' arma impropria!

Mi capita spesso e quando sento il peso gravare sulla spalla in modo esagerato considero che è il caso di fermarmi, svuotare e selezionare, riordinando.

Ultimamente per problemi alla cervicale ed alle braccia, sto scegliendo di adottare una borsetta più piccola da quella enorme che ho trascinato questa estate: ne beneficerà non solo il mio corpo, ma anche la mia mente, perchè finalmente con un colpo d'occhio individuo tutte le cose al loro posto e non devo perdere minuti a ravanare con il braccio affondato in una borsa che sembra quella di Mary Poppins per trovare l'oggetto desiderato!

E' una liberazione catartica! Provare per credere!

2 Commenti:

Blogger Linda_chi? ha detto...

Oddio, mi trascino dietro una borsa pesantissima in cui tengo perfino le bollette da pagare, libri, cd e ogni inutilità... ci devo pensare...
Quando mia madre è morta, io e mia sorella ci siamo sbarazzate forsennatamente dei suoi abiti; ora, dopo tanti anni, penso che se avessi ancora le sue cose, avrei ancora lei da accarezzare. Ma tant'è.
Bella lettura, Renata.

lunedì, novembre 21, 2011 12:58:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Se ci pensi bene Linda : ogni zavorra ritarda ed appesantisce il nostro cammino! La borsa è la prima cosa da semplificare!

Quando mia madre morì, a parte l'oro che venne a me, tutto ma proprio tutto venne chiuso nel nylon da mio padre e mio fratello e gelosamente conservato a reliquia in un armadio nella casa di campagna. Nulla fu dato ad alcuno! Uno spreco, perchè sono passati 36 anni e ne hanno beneficiato solo le tarme.

Di mio marito ho conservato le foto, un paio di indumenti, ma il resto ho dato tutto alla sorella in quanto mio figlio si è rifiutato di portare i capi di suo padre,anche se quasi nuovi!

Sono reazioni molto personali ed individuali! Ognuno reagisce a modo suo.

un abbraccio. Renata

lunedì, novembre 21, 2011 8:56:00 PM  

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