martedì 19 marzo 2013

Auguri a tutti i Papà ed ai Giuseppe!

Oggi è San Giuseppe, la Festa del Papà.
 
Per San Giuseppe una volta si faceva sempre una grande festa. Già il tepore dell'aria preannunciava la Primavera e la gente stanca dell'inverno, come quest'anno, faceva la prima gita fuori porta.
 
Qui a Trieste si andava in val Rosandra  e precisamente a San Giuseppe della Chiusa (per gli Sloveni Ricmanje), dove il giorno del patrono era festeggiato in pompa magna, la gente affluiva dalla città ed era tradizione  mangiare la frittata con gli asparagi selvatici in "osmizza". Le "osmizze" sono gli agri-turismo di Maria Teresa d'Asburgo. Ai contadini che lo chiedevano, veniva data la licenza per la vendita di derrate alimentari di produzione propria al pubblico, senza prezzo imposto, questo vuol dire che erano i gestori a fare le proprie tariffe.
 
Le piccole fattorie locali, non avendo tanta terra, avevano poca disponibilità : qualche capra, un paio di  mucche, maiali, qualche pollo e le viti. Per cui vendevano appunto formaggi, insaccati, uova e vino.  Nelle osmizze ci si poteva anche portare del cibo al sacco da casa, bastava che si consumasse almeno il vino del luogo.  Per l'economia ed il divertimento delle famiglie di una volta era un grosso aiuto, perché si aveva l'opportunità di fare la scampagnata senza eccessivi oneri sul bilancio familiare, che il costo di un bicchier di vino, ma ci si sedeva comodamente a dei tavoli e si poteva passare così tante ore in allegria.
 
Nelle osmizze vanno ancora i giovani di oggi ed i giovani di "una volta". E' tradizione soprattutto a Pasquetta, ritrovarsi nel verde del Carso in questi posti caratteristici. Si va a finire cantando, canzoni popolari o canzoni storpiate, che prendono di mira uno dei componenti la compagnia, che diventa bersaglio di lazzi e prese in giro.
 
Ma la maggior affluenza la si ha d'estate, quando il caldo della città opprime, le osmizze offrono una pausa dall'afa con il loro giardino. I piatti offerti sono modesti ed offrono un'alternativa economica alla cena fatta in casa. Essendo sull'altopiano al tramonto la temperatura si fa fresca ed a volte bisogna portare anche una maglia per poter restare all'aperto anche in pieno agosto.
 
Ecco perché i Triestini amano il Carso, amano riunirsi, mangiare e bere in compagnia. Come dice il nostro motto : "sempre alegri, mai pasion, viva la e po bon" (sempre allegri, mai malinconici, viva la vita e basta così).
 
Perché quando sei in buona compagnia, mangi e bevi, che vuoi di più dalla vita? ... un amaro Istria ovviamente ;)  ce l'abbiamo anche noi, mica solo il Lucano! ;D
 
 


11 Commenti:

Blogger annikalorenzi ha detto...

i triestini somigliano molto ai labronici!

me lo raccontava mio marito che è stato un anno a lavorare in zona!

martedì, marzo 19, 2013 9:58:00 AM  
Blogger leggerevolare ha detto...

mi ricordi tanto le merende a Frascati dei romani, dove si portava qualcosa da casa e si comprava solo il vino nelle bettole .... adesso nelle terrazze si parcheggia ed è sparita la magia
si vendevano le famose coppiette di cavallo o di mulo e anche formaggio e pane casareccio quello vero cotto a legna e magari olive

lo facevani i miei nonni e anche i miei genitori fino a ch avevo 12 anni ... poi è sparito tutto

martedì, marzo 19, 2013 12:50:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Annika . tutto il mondo è paese...
Elisa : i sapori genuini di una volta... purtroppo son spariti!

martedì, marzo 19, 2013 1:48:00 PM  
Blogger Unknown ha detto...

Ciao Renata, bellissimo questo racconto di ricordi e tradizioni che sono poi le gioie più belle della vita.
Mi unisco ai tuoi auguri per tutti i papà.
Ciao, un abbraccio.
Antonella

martedì, marzo 19, 2013 3:18:00 PM  
Blogger gattarandagia ha detto...

qui a Roma si va di bigné, oggi: San Giuseppe li vuole fritti e ciccioni.
a proposito di ciccioni... la Mucia è un filino sovrappeso!

martedì, marzo 19, 2013 4:23:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

eh si altri tempi e sapori..:)
un po' di nostalgia...
ciao dolce renata.
sliced

martedì, marzo 19, 2013 4:46:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Un abbraccio Antonella!

Gattarandagia : che bello leggerti di nuovo! Si, le conosco le zeppole di San Giuseppe.
No la Mucia non è sovrappeso E' PROPRIO OBESA ! ;(

Sliced, malinconia è la mia compagna in questo periodo, aspetto con ansia la primavera per farla sloggiare ! ;)

martedì, marzo 19, 2013 5:33:00 PM  
Blogger redcats ha detto...

Sempre piacevolissimi i tuoi racconti di vita e folclore!

mercoledì, marzo 20, 2013 9:37:00 PM  
Blogger Saray ha detto...

Brava, bellissimo post. E' vero che una volta a San Giuseppe il tempo era veramente mite e spesso ci si metteva in maniche corte. Le gite al paesino di San Giuseppe, dove si andava a piedi, era d'obbligo nella mia zona.
Le foto che ho mi ritraggono sempre a maniche corte e sole splendido...altri tempi..

mercoledì, marzo 20, 2013 11:30:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Grazie ragazze : è sempre bello confrontarsi con il passato, ne emerge la dolcezza...

giovedì, marzo 21, 2013 6:24:00 AM  
Blogger nellabrezza ha detto...

san giuseppe mi tocca doppiamente. perchè c'ho il papà, ancora per fortuna!, e la mamma giuseppina...perciò vai di bignè !!

sabato, marzo 23, 2013 4:20:00 PM  

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