mercoledì 19 settembre 2012

Il Signor Renato

La strada dove sono andata ad abitare a Trieste da bambina dopo l'esodo era molto affollata: dalle 8 alle 12.00 si svolgevano i ... funerali!  All'inizio fece un certo effetto, poi con il tempo, erano diventati una normalità, tanto che mia madre, sarta, si metteva alla finestra qualche volta a controllare con occhio esperto i vestiti delle signore e prendeva spunto per qualche sua creazione.
 
Sotto casa avevamo un negozio di piccoli elettrodomestici per la casa, i negozi di alimentari   una fioraia, una parrucchiera, un'officina, il negozio delle uova e dei polli, la panetteria, un negozio di mercerie ed abiti. Ma il negozio che attirava la mia fantasia e la mia meraviglia era la DROGHERIA.
Il Signor Renato era un uomo ben piantato, alto, occhi chiari, leggermente calvo, di età indefinita: quelli che già da giovani sono vecchi. Parlava con un leggero sibilo dovuto alla protesi, era sempre sorridente, ma aveva un rigore negli affari e modi affabili nel trattare i clienti. Ironico senza prendersi troppa confidenza, attento, era insofferente solo con  la moglie che rimproverava spesso in quanto renitente a svolgere per suo conto operazioni in banca e dal commercialista, cosa che lei poverina faceva per dovere, ma si vedeva che avrebbe preferito non avere tali incombenze. 
 
Quando entravo nella bottega del Sig. Renato speravo sempre di ricevere in regalo una di quelle gustosissime caramelle che lui teneva in grandi vasi di vetro sopra una vetrinetta: le mente verdi con il rilievo bianco di zucchero, le mente bianche (fredde), gli zuccherini piccole pastiglie rotonde e piatte,le caramelle di zucchero d'orzo, la liquirizia in spaghetti, ma le mie preferite erano le caramelle di zucchero con interno di rosolio, erano più grandi e più ben definite di queste... 
 
 
 
Il negozio aveva pareti attrezzate con mobilio di legno verniciato di verde, con in basso dei cassetti di vario volume e scaffali dal livello del banco fino al soffitto. Sul fondo del negozio la scaffalatura finiva nel balcone del soppalco superiore da dove pendevano corde di vario diametro di ogni tipo, fili con varie spazzole di diversi forme e misure, destinate a diversi usi. Scope di saggina e di crine, pattumiere.  I cassetti recavano tutti un' etichetta con su scritto il contenuto. Negli scaffali c'erano ben disposti tutti i prodotti di drogheria confezionati, i saponi di vario genere, detersivi, ma anche profumi, prodotti di bellezza per il trucco e quant'altro.  Sul fondo del negozio la scaffalatura si apriva nella porta da cui si accedeva al retrobottega ed alla scala del soppalco.
 
Nel retro si potevano intravvedere i grandi contenitori, bidoni di latta o di vetro che contenevano i liquidi tipici della pulizia del tempo. Acido cloridrico, ammoniaca pura che quando mettevi due cucchiai in un mezzo catino d'acqua piangevi per ore, ipoclorito di sodio, che bruciava la pelle delle mani se ti schizzavi, acetone, benzina avio, etere, alcol denaturato, alcol puro per liquori e quant'altro. Si portava la boccetta o la fiaschetta o bottiglia da casa che il sig. Renato riempiva.
 
All'inzio si acquistavano prodotti sfusi, ricordo l'amido, per inamidare i colletti e le camice di mio padre, il "perlin" polvere azzurra che si stemperava nell'acqua e si metteva nel risciaquo per render azzurra la biancheria, la "pomice", polvere antesignana del Vim.
 
Poi iniziarono a riempire gli scaffali i detersivi e vari detergenti in polvere inscatolati. Ricordo il Tide che aveva dei bellissimi pupazzetti di plastica dentro.  Poi la Mira Lanza con Calimero e l'Olandesina invitarono ad acquistare i loro prodotti. Dentro c'erano le figurine con i punti: noi raccogliemmo tanti per vincere la macchina fotografica "la Ferrania".  Aveva l'involucro esterno di plastica dura,  si apriva alzando uno dei sostegni laterali di ferro: era elementare nello scatto, ma le foto erano molto belle, avevano un'ottima risoluzione ho ancora bellissime foto in bianco e nero e poi la Kodak commercializzò negli anni settanta la pelliccola a colori.
 
 
 
                 
 
 
Il vecchio droghiere in camice nero ed occhiali di lettura sulla punta del naso, serviva il cliente con efficenza e solerzia, elargendo consigli, dando istruzioni, poi compilava il conto su pezzetti di carta, per poi battere il totale sulla grande cassa nera con i tasti tondi, il cassetto si apriva suonando il campanello!
 
Agli inizi i catini e le tinozze erano di zinco pesantissimi, mentre negli anni sessanta il mercato fu invaso dalla plastica, ma UNA particolare plastica la marca  "Moplen" della Montecatini fatto di  "polipropilene"  inventato nel 1954 da Giulio Natta  (Imperia  1903 - Nobel nel 1963, Bergamo 1979).
 
In quella via abitai fino al 1979 ed il negozio era ancora lì, con dentro il Sig. Renato, che si lamentava dei tempi e della concorrenza dei supermercati, delle formalità burocratiche sempre più complesse, al nuovo regime di tassazione (l'I.V.A.) e che non vedeva l'ora di maturare l'età per la pensione.
 
Ogni volta che vedo queste caramelle ripenso al Sig. Renato ed ho ancora una spazzola di crine per i capelli che lui mi vendette nel 1977.  Non ci sono più i droghieri di una volta ;)
 
 

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17 Commenti:

Blogger Cosimo Piovasco di Rondò ha detto...

Quasi mi commuove ritrovare ogni volta i miei ricordi nei tuoi, quasi parola per parola; e chissà poi perché i droghieri della nostra infanzia erano tutti più o meno calvi e col camice nero... e magari con gli occhialini da vista sulla punta del naso, come quello che conoscevo io...
Non ne ho mai saputo il nome, in famiglia lo chiamavamo in dialetto "o visentin"; va' a sapere se fosse davvero di Vicenza, o se si chiamasse Visentini di cognome...
Tutte le mercanzie che elenchi le ho viste anch'io, dal caffé e zucchero venduti sfusi all'acido muriatico (lo chiamavano così il cloridrico per uso domestico), fino alla pomice in polvere e al candeggiante, il tuo "perlin" che da noi si chiamava "turchinetto".
E le perline di zucchero con dentro il rosolio erano davvero una squisitezza.
Non ci crederai, ma quella macchina fotografica (la Ibis Ferrania, per la cronaca), l'ho avuta anch'io, ottenuta per l'appunto con la raccolta punti della Mira Lanza; rudimentale ma faceva ottime foto, grazie alla pellicola di grande formato. L'ho usata per anni, fino all'avvento delle Kodak a colori, per l'appunto.
Un bacione, tuo
Cosimo

mercoledì, settembre 19, 2012 10:35:00 PM  
Blogger Unknown ha detto...

Ciao Renata, meraviglioso leggere questo post, mi hai riportata indietro do tanti anni, e anch'io condivido con te e Cosimo più o meno gli stessi ricordi. Dame il droghire si chiamava "il" Pierino e nel suo negozio c'erano tutti gli articoli di cui hai parlato, le caramelle di zucchero invece si compravano "dalla" Corinna che aveva un negozio esclusivamente di caramelle. Dei vostri ricordi mi manca la macchina fotografica, ricordo le figurine ma non il premio.Davvero bellissimo questo scampolo della vita com'era
Ciao, Antonella

mercoledì, settembre 19, 2012 10:53:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Cosimo : si hai ragione anche noi lo chiamavamo "muriatico" :) non mi veniva il vocabolo ;) sto invecchiando....;)
noi abbiamo usato la Ferrania anche con la Kodak a colori! e le foto che non sono sbiadite. Ma le migliori sono senza dubbio quelle in bianco e nero.
Mi son dimenticata : oltre al camice nero aveva anche le mezze maniche nere !!! per non rovinare le maniche del camice!!

Antonella : vero che è un tuffo nel passato? stavo pensando ai prodotti per pulire della Stanhome e sono riandata ai ricordi di tempi e mi è tornato in mente il Sig. Renato!

giovedì, settembre 20, 2012 6:18:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

P.S. Cosimo, tu ricordi nella drogheria anche generi alimentari. Da noi -per legge austriaca- era proibito vendere nella drogheria generi alimentari come zucchero e caffé: solo le spezie e le caramelle godevano di una speciale deroga.

C'è a Trieste ancora una drogheria di questo genere con l'arredamento dell'epoca, forse avrai sentito parlare di "TOSO", nella piazzetta vicino a S. Antonio Nuovo di fronte al monumento di Verdi.

giovedì, settembre 20, 2012 9:40:00 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao
Scrivi molto bene; leggendo, non ho trovato difficoltà a immaginare la drogheria, tanto è stata descritta bene.
Ora non voglio cadere nel luogo comune "si stava meglio, quando si stava peggio", però trovo che con il tempo sia diventato tutto più impersonale, asettico. Ho quasi 39 anni e, se ripenso alla fine degli anni 70'/inizio anni '80, affiorano subito alla memoria: la spuma all'arancia rossa e al cedro, le merendine della MB, con tanto di sorprese (chi non ricorda le gomme per cancellare e il nastro adesivo, decorato?), i biscotti montefiore (buoni nel biberon e apprezzati poi con la nutella), i meravigliosi bicchieri della Nutella (mamma ha messo su, con il tempo, servizi da 12, per ogni scalanatura: dai bicchieri a forma di boccale, alle tazze in arcopal), i primi cartoni animati (il primo in assoluto fu Riù,il ragazzo delle caverne; seguì "Candy, Candy", mandato in onda a ridosso del TG delle 20:00, con papà che sbuffava perché voleva seguire il notiziario), i televisori, maledettamente pesanti e ingombranti, il giradischi rosso, un bel clima familiare.
La mia famiglia era monoreddito; non è mai mancato nullo; certamente i regali, sotto forma di giocattoli, arrivavano solo a Natale. Però eravamo tanto contenti. Pagherei l'impossibile per tornare anche solo un'ora a quegli anni.

giovedì, settembre 20, 2012 11:23:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Ciao Anonimo, che peccato neanche un nick hai lasciato!!!

Siamo solo noi i responsabili dell'attuale situazione, per esserci lasciati abbindolare dai media che ci hanno lavato il cervello. Possiamo fare un passo indietro? Io penso di sì, bisogna riprogrammare l'educazione ai giovani e ritornare ad un'economia più sana!

giovedì, settembre 20, 2012 11:59:00 AM  
Blogger nellabrezza ha detto...

Mi sembra passato un secolo da quando collezionavo, per i miei figli ma anche per me, i bellissimi gadget che si trovavano nei prodotti MB !!...meno di due decenni fa.

giovedì, settembre 20, 2012 12:44:00 PM  
Blogger Cosimo Piovasco di Rondò ha detto...

Può essere che ricordi male, forse lo zucchero e il caffè si compravano altrove (una torrefazione c'era di sicuro, vicino a casa mia), però sono quasi sicuro che li vendesse anche il droghiere.
"Toso" non lo conosco, la prima volta che capito a Trieste andrò a darci un'occhiata.
MB che è? Mulino Bianco? Ricordo benissimo la serie di gomme nelle merendine, mia figlia ne aveva una collezione sterminata; arrivai al punto di costruirle delle piccole bacheche a scomparti in legno da appendere al muro per fargliele conservare, ma la marca proprio non la ricordo.
@Anonimo: la mia proverbiale pignoleria mi spinge a puntualizzare (abbi pazienza, sono fatto così): la prima serie di cartoni giapponesi trasmessa in Italia non fu "Ryu" (mi pare si scrivesse così), bensì "Atlas UFO Robot", noto anche come "Goldrake"; subito dopo ricordo "Capitan Harlock" e, per l'appunto, "Candy Candy".
Salutoni a tutti, vostro
Cosimo

giovedì, settembre 20, 2012 2:45:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...


Nellabrezza : certi erano proprio carini!

Cosimo : No, no, può essere vero, perché in tutto il resto d'Italia si vendeva la drogheria accanto agli alimentari, mentre da noi no. Solo recentemente alcuni hanno avuto deroghe, come le catene di drogheria che vengono dalla Germania (Schlecker)

Per me il primo Anime in Italia fu Heidi 1974, poi l'Ape Maia nel 1975 , Capitan Harlock è del 1976, Goldrake arrivò appena nel 1977 ! Nel 1979 ricordo Galaxy il treno con la splendida sigla degli Oliver Onions ! ;)

giovedì, settembre 20, 2012 4:22:00 PM  
Blogger katherine ha detto...

O mamma mia quanti ricordi fa venire in mente questo post! Mi accorgo che, man mano che passano gli anni, sento sempre più la nostalgia per il passato e ci penso sempre più spesso. E che nostalgia per il cartone del Galaxi express, la storia del ragazzino che viaggiava sul treno nel cielo per raggiungere un mondo dove acquistare un corpo meccanico ed immortale!E la Candy Candy, che non riusciva mai a raggiungere il suo Terence!Non parliamo poi del negozio dove il droghiere conosceva tutti per nome...Ah che tempi!

giovedì, settembre 20, 2012 5:24:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

L'hai detto Katherine, che tempi!!!

giovedì, settembre 20, 2012 8:01:00 PM  
Blogger Cosimo Piovasco di Rondò ha detto...

Boh?! Io mi ricordo Goldrake come primo assoluto... e WIKIPEDIA mi dà ragione... però anche Wikipedia sbaglia, a volte...
Ri-bacio, tuo
Cosimo

giovedì, settembre 20, 2012 8:07:00 PM  
Blogger Cosimo Piovasco di Rondò ha detto...

Scusa, rettifico... guardando meglio LEGGO che Goldrake è stato il primo anime sui robot; precedentemente c'erano stati "Barbapapà" (che io proprio non consideravo) nel 1976, seguito da "Vicky il vichingo" (mai sentito) nel '77 e da "Heidi" e "UFO Robot" entrambi nel '78.
Così, almeno, parlò Wikipedia...
Ciau! (scusa la prolissità e i commenti ripetuti)
Cosimo

giovedì, settembre 20, 2012 8:17:00 PM  
Blogger Shunrei ha detto...

Le figurine Miralanza... :)
Sinceramente della loro raccolta non ricordo nulla (e non so perchè fossi troppo piccola per ricordare o perchè fossero rimaste a raccolta ormai finita), ma in casa ce n'era una scatola: ci passavo le ore, a guardarmele tutte!

venerdì, settembre 21, 2012 3:14:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Ma allora non sei di primo pelo! ;P

Erano un ricordo ?? Perché non so quanto siano durate, mi sembra che negli anni settanta siano finite o comunque noi non ne abbiamo fatto più raccolta. Dopo la macchina fotografica io dovevo avere si e no sui 12 anni.

venerdì, settembre 21, 2012 4:25:00 PM  
Anonymous Fiordistella ha detto...

Bellissimo ricordo. E' vero: questi negozi non esistono più. Che peccato.

sabato, settembre 22, 2012 11:33:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Fiordistella : Da noi uno esiste ancora ! E' proprio come quello del signor Renato, ma 10 volte più grande (in larghezza, ma anche in altezza) : quando entri è uno spettacolo !

sabato, settembre 22, 2012 4:00:00 PM  

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