martedì 9 ottobre 2012

Un nuovo giorno

Considero che domani la prima decina di ottobre termina ed un terzo del mese è già passato.  La velocità mi lascia attonita, certo riempio le mie giornate di commissioni, telefonate, uscite, spesa con i pasti da preparare, lavo, stiro, pulisco, ma diciamocelo, tutto scivola via in modo talmente veloce, che mi volto indietro e mi meraviglio sempre di quanto tempo sia trascorso.
 
Anche se, a dire il vero, le ultime giornate, da sabato per la precisione, sono passate molto lentamente, una vera ironia: il tempo fugge, i giorni si succedono velocemente, eppure le ore sembrano non passare mai.
 
Non riesco a capire se è l'attesa di un particolare evento o di una specifica data che dia questa sensazione, oppure se avendo preso la decisione di affrontare la vita come viene viene, perché in questo momento non ho i mezzi per fare alcun progetto, mi abbia posto di fronte al tempo con questa nuova paradossale prospettiva.
 
Lavorare senza aspettative può dare quindi questa sensazione di vuoto e di pieno allo stesso tempo?
 
Certo il mio animo ne sta guadagnando in serenità: raccogliere man mano che si va avanti, senza eccessive aspettative che logorino la mente e si riflettano sul lavoro nel mentre, sembra sia una soluzione accettabile. Il resto, come viene, viene!
 
Ad majora!
 


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6 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

Ciao Renata, ecco, secondo me bisognerebbe imparare questo, a non porsi e a non porre negli altri troppe aspettative. In un epoca come quella che stimo vivendo probabilmente è l'unico modo per uscirne con la mente sana...oggi va così, domani vedremo...certo bisogna riuscire a farlo e, nel mio caso, predico bene e razzolo male, spesso mi lascio prendere dall'angoscia, dovrò imparare, come tutti.
Un abbraccio, buona giornata.
Antonella

martedì, ottobre 09, 2012 8:51:00 AM  
Blogger pyperita ha detto...

Passo per un saluto.

martedì, ottobre 09, 2012 9:08:00 AM  
Blogger Miss Pansy ha detto...

Anche qui il tempo non passa mai e passa troppo velocemente.
Ho un paio di scadenze che mi preoccupano (più che preoccuparmi mi procurano ansia...come al solito aggiungerei) e vivo in relazione a quei giorni.
Arrivo a sera, dopo aver rassettato, cucinato, fatto il mio allenamento che sono stanca e che mi dico sempre: ma cosa mai avrò fatto di così pesante?
Ecco, penso che quella sia proprio la pesantezza dell'incertezza temporale.

Un caro saluto Renata bella!
(è un periodo alquanto riflessivo questo)

martedì, ottobre 09, 2012 12:38:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Antonella, è difficile abituarsi a ridimensionare le nostre aspettative, anche perché la società ci pone in mente sempre il massimo come traguardo. Ma bisogna provare e riprovare fino a che ci si rapporta in modo più naturale.

Pyperita : un saluto a te, grazie di essere passata.

Miss Pansy : si il periodo è catartico ;) sto tirando fuori parecchi rospi, ci ragiono, diciamo che cerco le strategie per capire come stare meglio, perché il nostro oggi e domani nasce dalla nostra mente e bisogna aggiustare il tiro per non farsi male!
La sensazione che hai descritto è spiccicata la mia.

Come diceva Pirandello : tanto rumore per nulla ;)
Un abbraccio mia cara ♥

martedì, ottobre 09, 2012 3:06:00 PM  
Blogger lella ha detto...

Disse Roosevelt: "Mai prima abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto."
Leggi quel "prima" come "in gioventù" e pensa alle tante cose buone che riusciamo a fare adesso che siamo più vecchierelle e che abbiamo una maggior coscienza della preziosità del tempo che abbiamo a disposizione.

Un abbraccio, carissima! ♥

martedì, ottobre 09, 2012 7:35:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Un abbraccio a te Lella ! ♥

martedì, ottobre 09, 2012 8:38:00 PM  

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