Un nuovo giorno
Considero che domani la prima decina di ottobre termina ed un terzo del mese è già passato. La velocità mi lascia attonita, certo riempio le mie giornate di commissioni, telefonate, uscite, spesa con i pasti da preparare, lavo, stiro, pulisco, ma diciamocelo, tutto scivola via in modo talmente veloce, che mi volto indietro e mi meraviglio sempre di quanto tempo sia trascorso.
Anche se, a dire il vero, le ultime giornate, da sabato per la precisione, sono passate molto lentamente, una vera ironia: il tempo fugge, i giorni si succedono velocemente, eppure le ore sembrano non passare mai.
Non riesco a capire se è l'attesa di un particolare evento o di una specifica data che dia questa sensazione, oppure se avendo preso la decisione di affrontare la vita come viene viene, perché in questo momento non ho i mezzi per fare alcun progetto, mi abbia posto di fronte al tempo con questa nuova paradossale prospettiva.
Lavorare senza aspettative può dare quindi questa sensazione di vuoto e di pieno allo stesso tempo?
Certo il mio animo ne sta guadagnando in serenità: raccogliere man mano che si va avanti, senza eccessive aspettative che logorino la mente e si riflettano sul lavoro nel mentre, sembra sia una soluzione accettabile. Il resto, come viene, viene!
Ad majora!
Etichette: vita movimentata
6 Commenti:
Ciao Renata, ecco, secondo me bisognerebbe imparare questo, a non porsi e a non porre negli altri troppe aspettative. In un epoca come quella che stimo vivendo probabilmente è l'unico modo per uscirne con la mente sana...oggi va così, domani vedremo...certo bisogna riuscire a farlo e, nel mio caso, predico bene e razzolo male, spesso mi lascio prendere dall'angoscia, dovrò imparare, come tutti.
Un abbraccio, buona giornata.
Antonella
Passo per un saluto.
Anche qui il tempo non passa mai e passa troppo velocemente.
Ho un paio di scadenze che mi preoccupano (più che preoccuparmi mi procurano ansia...come al solito aggiungerei) e vivo in relazione a quei giorni.
Arrivo a sera, dopo aver rassettato, cucinato, fatto il mio allenamento che sono stanca e che mi dico sempre: ma cosa mai avrò fatto di così pesante?
Ecco, penso che quella sia proprio la pesantezza dell'incertezza temporale.
Un caro saluto Renata bella!
(è un periodo alquanto riflessivo questo)
Antonella, è difficile abituarsi a ridimensionare le nostre aspettative, anche perché la società ci pone in mente sempre il massimo come traguardo. Ma bisogna provare e riprovare fino a che ci si rapporta in modo più naturale.
Pyperita : un saluto a te, grazie di essere passata.
Miss Pansy : si il periodo è catartico ;) sto tirando fuori parecchi rospi, ci ragiono, diciamo che cerco le strategie per capire come stare meglio, perché il nostro oggi e domani nasce dalla nostra mente e bisogna aggiustare il tiro per non farsi male!
La sensazione che hai descritto è spiccicata la mia.
Come diceva Pirandello : tanto rumore per nulla ;)
Un abbraccio mia cara ♥
Disse Roosevelt: "Mai prima abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto."
Leggi quel "prima" come "in gioventù" e pensa alle tante cose buone che riusciamo a fare adesso che siamo più vecchierelle e che abbiamo una maggior coscienza della preziosità del tempo che abbiamo a disposizione.
Un abbraccio, carissima! ♥
Un abbraccio a te Lella ! ♥
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