martedì 31 gennaio 2012

Don Antonio Dessanti, il prete dei poveri (Buie d'Istria 1921 - Trieste 2012)

Don Antonio Dessanti l'ho conosciuto ancora ragazzina, quando faceva il professore di Religione del biennio di Ragioneria. La sua visione ed il suo Amore verso Dio scendeva su di noi attraverso le sue parole  romantiche, che non capivamo perché erano di un mistico. Tale era il suo candore e la pazienza con cui rintuzzava, con un rimprovero mesto, solo quando proprio quegli adolescenti sessantottini esageravano nel fargli  il verso,  che nel giornalino della scuola lo definirono " l'altra faccia del peccato!"

Dal '74 lavorando vicino alla piccola chiesa della Beata Vergine del Rosario, dove viene custodita un'edicola con l'immagine della Madonna della Salute, ogni tanto passavo ed entravo per accendere una candela, dall'83 soprattutto per i miei figli. Alla Madonna della Salute chiesi che nascessero sani con la promessa di portare una loro foto a testimonianza, e così fu che consegnai al sacerdote di allora le foto dei miei figli. Negli anni l'edicola si è riempita di foto di diverse persone diventando un'abitudine per chi raccomanda i propri cari!



Questa Chiesa è particolare in quanto  unica Cappella Civica della Città  nel Centro con poco più di 500 fedeli.  Costruita nel 1600 per rito cattolito, per più di un secolo dal 1700 al 1800 fu per volere dell'Imperatore Alberto d'Asburgo dedicata al rito evangelico: ne resta la testimonianza della targa a memoria dell'editto e della consacrazione alla Santa Trinità con il Simbolo  del Triangolo con l'occhio di Dio, propio sopra il portone.
Solo nel 1900 ritornò al rito Cattolico con la restaurazione ad opera della congregazione della Beata Vergine del Rosario che edificò una nuova porzione. La Chiesa da quando la frequentavo all'inizio languiva, poi il vescovo nel 1992 l' affidò all'amico Don Antonio Dessanti. Oltre alle opere di assistenza egli arricchì la vita pastorale dei fedeli con concerti, incontri di dialogo e catechesi.

Quando una sera dopo il lavoro, entrando per la solita candela, mi fermai ad ascoltare un po' della Messa  rimasi stupita dal modo di officiare del sacerdote.  In primis la messa di Don Antonio durava UN ORA E MEZZA, per prassi! Il suo era un dialogare spiegando durante la celebrazione il significato delle letture ricavandone un momento di riflessione per la quotidianità SCEVRA DA QUALSIASI GIUDIZIO O REPRIMENDA. Quando la Curia indiva le raccolte di denaro Don Antonio assicurava : " Se potete, date, ma ricordatevi che se non  potete anche donare  una preghiera, detta con il cuore, è preziosa più di un offerta materiale".

Dal 1992 la   porta della Chiesa era sempre aperta, anche durante le ore di pranzo, come passavo io, passavano gli impiegati della zona e non solo i fedeli della zona.   Anche la canonica era méta dei senza tetto che trovavano sempre un piatto di pasta, magari condita solo con poco olio e formaggio con un bicchier di vino, che lui preparava subito ed offriva al suo ospite, infilandogli in tasca dieci euro per aiutarlo per un paio di giorni: nessuno partiva a mani vuote, perché tutte le risorse della Chiesa, andavano a chi ne aveva bisogno ed a lui chiedeva aiuto, senza distinzione di origine, di culto e di estrazione sociale. Don Antonio si rammaricava per quelli che nel bisogno non avevano il coraggio di chiedere e che lui cercava di assistere come meglio poteva. Era Don Antonio che di notte, anche con il freddo e la pioggia, usciva per le strade a salutare e portare conforto ai barboni, alle prostitute ed a chiunque lo fermasse per strada.  
Mise una cassetta per eventuali richieste anonime, tutte venivano lette e se c'era da aiutare qualcuno attivava i suoi fedeli e collaboratori perchè le urgenze fossero subito risolte.
Quando confessava chiedeva di fissare un'appuntamento per prepararsi anche lui raccomandandosi al Signore di poter aiutare al meglio chi gli confidava pene e peccati. Aveva sempre una parola di conforto e negli ultimi tempi scambiare con lui poche parole e pregare un'Ave Maria  davanti all'altare mi sollevava non poco durante il calvario di mio marito! A lui ho fatto benedire gli anelli per il 25esimo anniversario di nozze ed ora li porto tutti e due, il mio e quello di mio marito!
Alla fine di ogni messa  si avvicinava alla porta e salutava tutti con una stretta di mano ed una parola sincera, perchè conosceva tutti e ricordava tutto di tutti. 

Nel 2009 lo insignirono del Sigillo Trecentesco della Città come cittadino benemerito, lo vedete mentre ci si nasconde dietro nella foto. L'Unione degli Istriani nel 2011 gli consegnarono il premio "Histria terra".   Dal 2009 date le condizioni cagionevoli di salute (negli ultimi tempi si aiutava spesso ad officiare la messa seduto su di una sedia) fu ricoverato presso una casa di riposo dove continuava a rispondere a coloro che lo cercavano per avere una parola di conforto e di speranza. 





















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3 Commenti:

Blogger civettacanterina ha detto...

Bello il tuo nome. Sai che vicino all'Abetone c'é pian degli ontani?? alberi bellissimi??

martedì, gennaio 31, 2012 6:55:00 PM  
Blogger Miss Pansy ha detto...

Qualunque sia la fede di uomini del genere, ne abbiamo bisogno.
Come abbiamo bisogno di testimonianze del loro buon operato per sperare sempre in meglio.

martedì, gennaio 31, 2012 7:00:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

No Canterina non lo sapevo: grazie dell'avviso! Io l'ho scelto per caso! Il primo nick che mi è venuto in mente e che sia stato accettato da splinder dopo tanti tentativi!

Miss Pansy: Anch'io a prescindere dalla provenienza, guardo sempre ai risultati della fede in un/a uomo/donna!

mercoledì, febbraio 01, 2012 7:21:00 AM  

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