mercoledì 4 gennaio 2012

Storia

Il 30 agosto 1955 la mia famiglia in toto prese tutti i pochi beni materiali mobili che possedeva e lasciò l'Istria, scegliendo di rimanere Italiana in terra d'Italia. Un parente aveva trovato nella zona della Val Cellina  un alloggio di fortuna. Erano alcune stanze affittate per dormire in una casa di una donna sola (non so se il marito era morto o era a lavorare all'estero), si cucinava in una cantina, l'acqua era quella della fonte. Mia madre incinta rimase a Trieste da una parente: la situazione era pesante.  Mamma mi raccontò che solo il pensiero di mio fratello più grande di me di tre anni, che l'aspettava con i nonni ed il Papà a Montebelluna, ci salvò dalla sua disperazione: perdere casa, non avere che una sistemazione di fortuna ed avere due figli da crescere a 23 anni non era facile, il pensiero del suicidio le sfiorò più di qualche volta la mente. La miseria del dopoguerra rendeva a tutti difficile la vita, la sua condizione le faceva vedere ancora più cupo l'avvenire.
Fatto sta che l'11 settembre io decisi di nascere, di domenica prima dell'alba. Uno zio di Papà ci prese in casa fino a che fummo in grado di viaggiare per raggiungere in pullman la famiglia.
Mio Padre, alla notizia della mia nascita, arrivò immediatamente a Trieste il 12 settembre e quella data gli rimase in mente per tutta la vita, tanto che gli auguri -dopo la morte di Mamma- me li faceva sempre il giorno dopo del mio compleanno.
Mentre Papà iniziò a cercare lavoro a Trieste dove risiedevano la maggior parte dei suoi parenti, il nonno materno lavorava già da anni alla cava di marmo di Sistiana, dormendo da un cugino a Trieste. La nonna materna aveva trovato impiego come aiuto cuoca in un buffet di via Crispi, vicino al carbonaio e dormiva da un'altra parente, fino al 1957 quando fu loro assegnata la casa agricola in Val Meduna. Gli zii lavoravano come braccianti nella zona di Montebelluna e le zie rimanevano a casa, lavando, stirando, rigovernando le poche stanze e la cantina, facendo da mangiare, oppure andavano a giornata, o a spigolare a seconda della stagione. Il 1955 fu un inverno molto duro, mia madre mi raccontò che per lavarmi al cambio del pannolino usava l'acqua gelida della fonte vicino alla casa, che arrivava dalle montagne e , dato che il gas era razionato per cucinare, metteva lo straccio bagnato sulla sua guancia per scaldarlo prima di lavarmi .
Alla fine del mio primo anno di vita Papà trovò  finalmente un lavoro nel cantiere navale a Trieste, dove  con i primi soldi affittò un appartamento  per noi quattro  e con noi venne a vivere sua madre che aveva lavorato nel frattempo come cuoca nel collegio del Seminario della città ed aveva vissuto fino allora presso una sorella.
Fu così che iniziò la spola tra Trieste e la Val Meduna, sormontata dal Monte Cavallo che vedete nella foto dell'orizzonte del Castello di Miramare in testata al blog.
La foto è la sintesi delle "mie terre" d'origine, l'Istria mi è sempre stata estranea ed ostile specialmente per il terrore di mia madre, che era stata prigioniera dei Titini quando aveva solo 16 anni e quella paura le rimase sempre:  tanto era palpabile ogni volta che si passava il confine, anche vent'anni dopo in situazioni politiche diverse ed amichevoli, che anch'io provavo enorme disagio quando mi trovavo in Istria per visita a parenti.

Dopo che ha piovuto o dopo un giorno di Bora, l'orizzonte appare pulito e possiamo vedere dal molo di Trieste il Castello di Miramare fino alle montagne del Friuli Occidentale.
Mi sembra di vivere nei miei due "Mondi" ed è per questo che ho scelto la foto che vedete: mi sembra sia un fotomontaggio, ma alle volte il vapor acqueo che sale dal mare fa da lente d'ingrandimento e la montagna all'orizzonte sembra sovrastare il Castello. Si ha una sensazione stranissima, perchè uscendo da Trieste la Montagna così grande, si rimpicciolisce sempre di più non avendo più la lente d'ingrandimento del vapor acqueo che sale dal mare.

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10 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

Buongiorno Renata e Buon Anno Nuovo...
approdo qui per la passione della Fotografia...mentre guardo l'immagine e contemplo la maestosità delle Montagne e la fierezza del Castello, mi perdo con lo sguardo nelle Acque che fanno da sfondo a questo splendido panorama...
vivido il Tuo descrivere...sembra l'introduzione di un libro...
se vorrai, avremmo piacere di averti tra i blog autori del nuovo nato blog di Fotografia Condivisa...pubblicando scatti Tuoi..ci trovi a questo link>
http://taketheclick.blogspot.com/

sereno divenire a Te..
un Sorriso..
dandelìon

mercoledì, gennaio 04, 2012 8:07:00 AM  
Anonymous Avedon ha detto...

Bellissima foto, bella e commovente la tua storia. Guardare al passato e rivivere col pensiero il coraggio di chi ci ha preceduto e la loro forza d'animo nell'affrontare i momenti difficili può essere di grande conforto.
Io ripenso a mia nonna e mi commuovo fino alle lacrime ricordando la sua semplice saggezza e il suo affetto sincero.
Ti ringrazio molto per il commento che hai lasciato da me
Buon Anno
Lilli

mercoledì, gennaio 04, 2012 9:31:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

La foto non è mia, come ho già detto è presa in rete.
Grazie Danelion per l'offerta verrò a vedere il vostro blog!

Avedon : di nulla mia cara, di nulla.un abbraccio ed auguri per Papà!

mercoledì, gennaio 04, 2012 1:09:00 PM  
Blogger Shunrei ha detto...

E' questo il genere di "Storia" che mi è sempre piaciuto di più... la storia delle persone "comuni", quella che non finisce sui libri di scuola ma che può insegnare altrettanto se non di più di quella dei "grandi nomi". Mi è piaciuto tanto tanto anche questo post! :)

mercoledì, gennaio 04, 2012 5:44:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Grazie Shunrei!

mercoledì, gennaio 04, 2012 7:34:00 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Che Storia, cara Renata, una saga degna delle più grandi storie famose, potresti scriverla e pubblicarla!
In molti dettagli rivedo la mia infanzia, come ad esmpio l'acqua gelida alla fontana o alla pompa nel cortile... tempi difficili, duri, ma che univano le famiglie.
Un abbraccio carico d'affetto♥

mercoledì, gennaio 04, 2012 10:12:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Cara Giusy, effettivamente era un altro mondo, un altro modo di rapportarsi alla gente e vivere era duro, ma meno difficile di adesso! Un abbraccio Renata

giovedì, gennaio 05, 2012 7:05:00 AM  
Blogger Linda_chi? ha detto...

Ma è una storia struggente e terribile, eppure bellissima! Devi davver esser fiera della tua famiglia e della tua mamma...
Bella la foto che hai messo nella testata, foto che ora ha anche un'anima, grazie alle tue parole.
Un abbraccio, cara Renata. :)

giovedì, gennaio 05, 2012 3:30:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Si Linda, è stato molto difficile e sono fiera della mia famiglia, perchè nonostante l'esodo è riuscita a mantenere intatta la dignità e la voglia di rifarsi un'altra vita, avendo perso tutto attorno ai 35-50 anni la mia famiglia d'origine ed a 23 e 25 anni i miei genitori!

giovedì, gennaio 05, 2012 5:40:00 PM  
Blogger Soleil / Mamma Oggi Lavora ha detto...

è una storia toccante, su eventi che a quel tempo erano dolorosamente frequenti. Alla tua famiglia è toccato ricominciare tutto in altre terre perché cacciati, la famiglia di mia madre ha perso tutto quello che aveva in un bombardamento, e ha dovuto riiniziare da zero, però almeno erano nella stessa città.
Storie così ti fanno pensare quanto è bello vivere in tempo di pace....
E' bellissima l'immagine... io ho una passione per il Castello di Miramare, e non lo avevo mai visto con le Alpi innevate alle spalle...
un abbraccio!

venerdì, gennaio 06, 2012 6:49:00 PM  

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