giovedì 17 gennaio 2013

Vicenza sotto la neve




Ieri sono stata con un'amica a Vicenza per visitare la mostra  Raffaello verso Picasso: una carellata di quadri  esposti nella magnifica basilica Palladiana.
 
Dal sito della mostra ne cito la descrizione "Sviluppata in quattro sezioni tematiche (Il sentimento religioso; La nobiltà del ritratto; Il ritratto quotidiano; Il Novecento. Lo sguardo inquieto) racconta la storia del ritratto e della figura dal '400 al '900 attraverso le opere di celebri artisti: Fra' Angelico, Botticelli, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano, Veronese, Dürer, Cranach, Pontormo e poi ancora Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo fino ad arrivare agli Impressionisti da Manet a Van Gogh, da Renoir a Gauguin, da Cézanne a Monet e ai grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Bonnard e poi Giacometti, Balthus, Bacon e Freud."
 
Tutti i quadri hanno suscitato in me emozioni molto forti, le più intense davanti ai dipinti del Veronese, dove il corpo grigio del Cristo in Croce  spiccava inanimato, ma protagonista, mentre il dolore si percepiva materiale nella Madonna accasciata ai piedi della croce, o nel quadro della sua deposizione, dove i due angeli raccolgono il corpo inanimato come se fosse senza peso e le loro mani mostrano una  delicatezza estrema, sembrano toccare piano piano il corpo oltraggiato  dalle torture, a non voler infierire oltre anche dopo la morte. L'autoritratto di Van Gogh, con i colpi frenetici di pennello  e quegli occhi disperati a rendere l'irrequietezza ed il tormento di una vita difficile. La gravità cupa dell'incoronazione di spine di un Cristo del Caravaggio, sgomento dolorante sotto lo sguardo duro e consumato dei soldati.



La leggerezza della fanciulla che danza di Renoir, avvinghiata al suo ballerino, dove il pittore coglie uno di quei momenti fantastici della donna: la ragazza avvolge il collo dell'uomo in un abbraccio avvolgente molto intimo, di totale familiarità con lui, con il corpo lei sembra estremamente coinvolta, eppure il suo sguardo è distolto da qualcosa, che non si vede nel dipinto e descrive esattamente la peculiarità della donna: quella di essere inafferrabile anche se intimamente vicinissima!  
 
Il ritratto di donna di Munch, mi ha lasciato un'emozione inquieta, la donna in primo piano dai contorni sbiaditi, le mani dietro la schiena a descrivere l'impotenza dell'essere umano, la sua pesona  si distingue appena in un paesaggio spettrale, gli occhi vacui mostrano un disagio una disperazione, un senso di sgomento, che presagisce l' Urlo.  I ritratti di Van Dyck e Rembrandt mi hanno affascinato. Figure di uomini e donne austere emergono con particolari precisissimi, in un fondo quasi nero vestite di nero, ma con la nota di colore e mille sfumature del viso, che svela il loro carattere ed il bianco immacolato delle gorgiere e dei merletti delle donne, i capelli che sembrano muoversi e le persone talmente reali, da "uscire fuori dal quadro" in un 3D ante-litteram.
Gli occhi delle persone di gran parte dei ritratti, con un punto di luce bianco che li fa balzare fuori dal quadro a render loro la vita anche nei quadri più piccoli, quasi miniature. Enigmatico il ritratto di donna di Picasso del periodo cubista, mi ha lasciata perplessa ad indovinare negli spicchi di pittura i dettagli di un volto che si svela poco.
 
 
 
Mi fermo qui per non annoiarvi e vi lascio alcune foto di Vicenza, cittadina Palladiana, che non avevo mai visto. 

Vicenza è sofisticata, "pesantemente" adorna di capitelli, statue, che si inerpicano tra colonnati possenti e che costruiscono una piccola città, dove gli antichi edifici sono vissuti dai suoi abitanti, conservati dai restauri effettuati nel pieno rispetto dell'opulenza di un tempo fastoso. Palazzi ricchi di storia dalla massiccia architettura accolgono i negozi più disparati adattati alle esigenze moderne,   tanto che dal supermercato con le vetrate che racchiudono un massiccio colonnato, adorno di maschere sulle facciate, più che una moderna massaia, vien da immaginare l'uscita di una damina veneta in scarpini e con bautta


 
 
Quello che mi affascina è la struttura delle case: mentre nella mia città (salvo qualche rara eccezione) la gran parte degli edifici, è a 4 e più piani, in quanto sono stati costruiti dalla seconda metà del  1700 in poi con un'architettura moderna più sobria , a Vicenza ed in altre città Venete, che ho visitato, mi meraviglio sempre davanti ai caseggiati bassi sviluppati  dal 1300 in poi, con colonnati lunghi e la preziosità dell'architettura veneta che ricama le facciate con le finestre ogivali.

 


Dopo la mostra io e la mia amica siamo andate a degustare il tipico piatto invernale : baccalà alla vicentina con polenta ed il dolce tipico : "la putana", (puttana)  si proprio così si chiama. E' un impasto di farina di mais mescolato a frutta, uva passa e pinoli (noi lo chiamiamo Koch) servito caldo, dalla consistenza di un budino più che una torta, molto semplice, ma buono. Si chiama "putana" perché va con tutti gli ingredienti che avete in casa e veniva cucinata sulle braci "al caldo". Vi do la ricetta:

Ingredienti:
8,5 dl. di latte fresco,
200 g di farina gialla di granoturco (mais),
120 g di farina bianca,
150 g di burro,
150 g di zucchero,
50 g di uvetta,
50 g di pinoli ,
1/2 bustina di lievito in polvere,
8 fichi secchi,
8 noci,
1/2 bicchierino di grappa,
sale.

Preparazione del dolce:
Portare il latte ad ebollizione, poi via dal fuoco incorporate le due farine e lo zucchero, che avrete preventivamente ben miscelato. Versate a pioggia con un pizzico di sale, avendo cura di mescolare bene per evitare grumi. Rimettete sul fuoco per 15 minuti circa, come fosse una polenta, mescolando continuamente.
Togliere dal fuoco, aggiungere il burro fuso, l’uvetta ammorbidita nella grappa, i pinoli, i fichi secchi, i gherigli di noce spezzettati, il lievito.
Amalgamate bene gli ingredienti, quindi versate il compoSto in una teglia da forno imburrata e infarinata, infornare a forno già caldo per circa 45 minuti.
Il dolce solitamente viene gustato sia tiepido che freddo.

Una variante è fatta con il pane raffermo  ammollato nel latte, al posto della farina di polenta: ottimo riciclo del pane avanzato. Purtroppo la dose del latte dovrebbe essere proporzionale al pane che ci mettete, bisogna andare a tentativi!!!


E' stato un vero peccato che una tormenta di neve ci abbia costretto ad antecipare il ritorno a Trieste: non volevamo rimaner bloccate. Ci siamo ripromesse di tornarci per assaporare meglio con più tempo questa splendida città.
  

12 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

Ciao Renata, che magnifica mostra ci hai fatto visitare sta mattina...se non fosse così lontano e soprattutto se non fossimo nel pieno dell'inverno mi verrebbe voglia di andarci. Sai fino a quando è visitabile? Anche Vicenza la conosco poco, ci soni stata per un fine settimana ai tempi dell'Università, ma è passato tanto tampo che i ricordi sono un po' confusi.
Ciao, grazie di questo bellissimo inizio giornata.
Antonella

giovedì, gennaio 17, 2013 9:01:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

A Vicenza finisce domenica 20 gen. ecco perché il viaggio con la neve ;) a Verona invece ci sarà con altro nome, ma moltissimi quadri di questa mostra tra il 1° febbraio ed il 1° aprile.

giovedì, gennaio 17, 2013 10:06:00 AM  
Blogger margherita ha detto...

Ma sei stata qui!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Io abito a Vocenza!
Peccato non averlo saputo. La mostra l'ho vista anch'io ma non sono riuscita ad emozionarmi troppa gente troppa confusione troppa fretta.
Peccato.
La prossima volta teniamoci sentite ^_^

giovedì, gennaio 17, 2013 11:42:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Devo tornarci Margherita !!!
E' troppo bella Vicenza e solo oggi che ho guardato il pamphlet che davano alla mostra ho visto la miriade di palazzi e mostre correlate... purtroppo ero fradicia: per fortuna che in treno mi son asciugata i piedi!!!!
per scaramanzia non ho detto niente a nessuno, visto che ogni volta mi va tutto a carte 48, per fortuna anche la neve, ci ha permesso per lo meno di stare lì un po'.
La mostra l'ho potuta apprezzare perché ho un potere di concentrazione e di astrazione, ma effettivamente c'era troppa gente, anche una scolaresca, troppo forte la guida che avevano li ha calamitati tutti!! E poi dicono che i giovani ed i bambini oggi sono ingestibili!!! Bisogna saperci fare!!!

giovedì, gennaio 17, 2013 12:09:00 PM  
Blogger Saray ha detto...

Ciao cara, grazie per avermi ricordato questa stupenda mostra di pittura. Ho visto che ci sono tutti i migliori e più famosi artisti che amo. Meraviglioso il dipinto di Renoir con la ragazza che balla!
Purtroppo non mi appare il dipinto della donna di Munch.
Bellissime le foto della città e le sue case d'epoca. Non sono mai stata a Vicenza se non di passaggio.
Hai descritto magnificamente i dipinti. Brava!
Grazie per l'info sulla mostra e per la ricetta. Baci *_*

giovedì, gennaio 17, 2013 2:01:00 PM  
Blogger nellabrezza ha detto...

brava renata !! bella occasione di vedere vicenza, io ci andai una volta in estate a vedere il teatro olimpico (non ricordo se sia questo il nome) e quella struttura famosa nella piazza principale... bella mostra e tu sei una forza ! hai fatto bene ad essere scaramantica...;-)))

giovedì, gennaio 17, 2013 3:53:00 PM  
Blogger leggerevolare ha detto...

ma che bello leggere questo resoconto di viaggio... mi ci sono immersa con tutte le pantofole...
sai che dall'architettura sembra Verona. Io a Vicenza non sono mai stata.
Per il dolce grazie per la ricetta, ma ho letto la frase ..."attenti a non fare grumi..." ...quindi la ricetta non fa per me, sorry

ho lasciato per ultimo i quadri perchè ho due cose da dire... a parte il piacere infinito di fronte ad un quadro e quello che trasmette, mi chiedo quanto piacere ci sia effettivamente nell'arte moderna visto che non fanno provare le stesse emozioni di questi capolavori... e sulla donna che balla, ho sentito invece un'altra sensazione.
La ragazza è timida si, ma la sua sembra ritrosia di fronte ad un approccio, l'uomo sembra volerla baciare e quindi il suo braccio non avvolge in verità ma è solo appoggiato perchè non interessata al soggetto... hi hi

ciao cara

giovedì, gennaio 17, 2013 5:17:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

E'stato un piacere Saray!

Ele : mi è spiaciuto non poterci stare di più! Ma il tempo proprio è stato inclemente! Conto di tornarci!!

Elisa : interessante teoria !;)
Direi che la donna del periodo cubista per quanto sia un Picasso non è riuscito a darmi le emozioni che ho avuto guardando una copia di Gernica !!! Non so se l'incomprensione del quadro di donna sia un effetto voluto dal pittore. A volte i pittori moderni sanno dire, anche senza l'interpretazione figurativa dei vecchi maestri. Il Munch ad esempio fuori dai canoni e poche linee sbiadite viola in un quadro bianco disegnano una disperazione ed una paralisi che si percepisce distintamente.

giovedì, gennaio 17, 2013 7:24:00 PM  
Blogger momma ha detto...

CHE MERAVIGLIA DI MOSTRAAAAA!!!! Ecco. Accidenti, mi hai fatto venir voglia di partire subito! Quando finisce? Ora vado subito ad informarmi!
Un grattino speciale alla Mucia.
Momma

sabato, gennaio 19, 2013 4:12:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

E' finita con oggi.
Ma la mostra migra a Verona dal 1° febbraio al 1° aprile.

domenica, gennaio 20, 2013 9:36:00 AM  
Blogger lella ha detto...

Una bella visita, Renata! Ricordo vagamente Vicenza perchè ci sono stata tanti anni fa...

domenica, gennaio 20, 2013 10:15:00 AM  
Blogger momma ha detto...

Buono a sapersi!
Ora vado subito a vedere l'orario dei treni... :o))))

martedì, gennaio 22, 2013 3:26:00 PM  

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