La Bora
Colgo il suggerimento di Perennemente Sloggata, dato che il vecchio splinder ha inghiottito il mio post sulla Bora, lo posso riproporre anche a beneficio dei nuovi amici!
La leggenda narra che Bora era una bellissima semidea. Viveva in una grotta sul Carso. D'inverno vi si chiudeva e svernava, ma in Primavera usciva dal suo rifugio : aveva il compito di riportare la vita con il suo lieve e tiepido venticello ovunque andasse, tanto che la Natura si svegliava al suo passaggio rifiorendo.
Nel suo percorrere la zona anno dopo anno, si innamorò di Tanaris, il dio del Bosco che aveva la sua "casa" nell'albero più vecchio e forte del Carso. I due erano felici ed all'inizio dell'inverno Bora con riluttanza si ritirò nella sua grotta, promettendo a Tanaris di ritornare in Primavera. Ma quell'Inverno fu molto duro e freddo, gli uomini si spinsero verso il Bosco ed iniziarono a tagliare gli alberi per sopravvivere alla rigidità dell'atmosfera per scaldarsi, sfamarsi, ma soprattutto per costruire dei ripari contro le intemperie.
Anche il grande vecchio albero fu tagliato: gli umani posero ai suoi piedi le offerte al dio che lo occupava, chiedendogli di "uscire" dall'albero prima di tagliarlo ed a malincuore Tanaris fu costretto a lasciare per sempre il suo regno.
Venne la Primavera ed impaziente Bora uscì dalla sua caverna, ma quando arrivò all'albero di Tanaris e lo vide tagliato con le offerte sulle radici, la dea impazzì dal dolore: iniziò a vagare rabbiosamente sul Carso, disperatamente cercando tracce dell'amato e quando comprese che non lo avrebbe visto mai più, il dolore si trasformò in rabbia furiosa tale che il venticello divenne una bufera di vento come non se ne erano mai viste!
Pazza dal dolore lanciò una maledizione agli uomini, li avrebbe tormentati per sempre avrebbe vendicato in eterno l'esilio del suo amato ed incominciò a sferzare rabbiosamente le costruzioni degli umani fino ad abbatterle. Per lei non ci fu più pace, iniziò a soffiare ed a tratti andava a rifugiarsi nella grotta per riprendere le forze, ma quando ne usciva si scagliava di nuovo contro case degli uomini, che per tener testa alla Bora iniziarono a costruire mura di pietra sviluppando quella che è conosciuta come Trieste ed i centri abitati del Carso. Ma Bora ancora oggi colpisce con violenza fino a che, insinuandosi con violenza in piccoli pertugi, sconquassa e sgretola anno dopo anno indebolendo anche le più forti costruzioni.
Nella realtà scientifica la Bora è un flusso di aria fredda con uno spessore di "sole poche" centinaia di metri (440-800). Sopra di essa il cielo può essere sereno e allora si ha la «bora chiara» o«anticiclonica», se invece è sovrastata da formazioni nuvolose sciroccali si ha la bora con cielo coperto, cioè «bora scura» o «ciclonica», perché generalmente dovuta al passaggio di depressioni sulla Penisola italiana e sul mare Adriatico. Il vento scende dagli Urali si ingrossa nella Vallata della Sava di Lubiana e di Zagabria ed attraversa i valichi situati fra le
Alpi Giulie Orientali e i monti Kapela e Velebit della Croazia. Il Monte Nevoso che incontra a livello di Postumia, detta la Porta della Bora, scinde la Bora in due flussi, uno si rovescia su Trieste e nel suo golfo, dove al largo perde la sua potenza e raggiunge Chioggia e Venezia con un terzo di forza rispetto a quella di Trieste, l'altro flusso si proietta verso Fiume ed il Quarnaro. E' un vento discontinuo , con forza variabile che tocca punte molto forti dette "refolo" . I record di questi anni sono stati di 152 km/h il 10/03/2010, anche se lo stesso giorno è stata registrata anche una raffica a 188 da strumenti non a norma WMO del Nautico di Trieste. Sempre in marzo, ma nel 2011 le raffiche hanno raggiunto i 173 km/h. Il record però è del lontano 1954 dove l'Istituto Talassofrafico misurò 171 km/h prima che la forza del vento spaccasse l'anemometro. In alcune località della Slovenia e della Dalmazia dicono abbia superato i 220/250 km/h. La bora dura solo un numero di giorni dispari, mai pari! Verso mezzogiorno si acquieta, ma è solo una breve illusione, riprende nel primo pomeriggio ed i Triestini dicono che la Bora va "a pranzo".
Come la definì Peter Handke la Bora è Un unico sibilo gelido là sull'altopiano, che ti priva d'ogni profumo e non
ti fa più vedere né sentire. (...)
Quando stavo in collina dovevo legare lo stendibiancheria con due corde ben strette ai capi dell'attrezzo : la Bora a volte allentava le corde ed, avendo come "unico gioco" la possibilità di scendere a terra, lo stendibiancheria si chiudeva a terra. Fu il primo consiglio che mi dette la vicina di casa, memore del volo che il suo primo stendibiancheria aveva fatto dal terrazzo! Le piante dovevano essere tutte poste a terra al riparo. Avevo anche un armadio di ferro alto due metri fissato alla parete del terrazzo con varie viti, nel corso degli anni la Bora creava un vortice tale che faceva vibrare la porta tanto che la serratura si era piegata e nei giorni di maggior forza, i refoli riuscivano ad aprire la porta, tanto che dovetti mettere un fermo davanti alla porta che non si aprisse. Tutto doveva essere ancorato!
La Bora oggi ha squarciato una torretta del posto di blocco sul confine Rabuiese che è stato chiuso, ed all'Ospedale di Cattinara (una delle colline su cui poggia la città) cadono mattoni, un pezzo di controsoffitto è caduto nella zona triage del pronto soccorso ed i corridoi si sono trasformati in gallerie del vento facendo collassare alcune vetrate. Altri infissi hanno ceduto e la torre medica in alcuni reparti aveva la temperatura di 15° : l'ospedale è ricorso all'acquisto di coperte e stufette elettriche insufficienti per garantire lo standard di calore abituale. Andare a trovare i malati diventa un'impresa, il pericolo oltre ai crolli è dato dalla traiettoria che i detriti possono prendere colpendo i passanti!
A casa per mantenere la temperatura di 19° abitualmente i termosifoni sono tiepidi, in questi giorni sono bollenti!
Nonostante tutto i Triestini amano la Bora : qui la neve non attacca con la Bora, in compenso i refoli fanno disastri! A prescindere dall'inverno la Bora porta i suoi vantaggi: tiene lontano le nuvole e spazza il cielo anche dallo smog e lo fa risplendere di un azzurro indimenticabile. D'estate la Bora è un sollievo e soprattutto controlla il tasso di umidità, che senza di essa diventa intollerabile sia con la bella che con la cattiva stagione!
9 Commenti:
un'altra cosa che ho notato è che non si può mai dire come soffi: in un senso o nell'altro.
io, che leggera non sono, ogni tanto vengo spostata o ho difficoltà a camminare...
io l'ho sempre detto: i triestini sono geneticamente modificati!
:-D
Tutti vengono spostati e tutti hanno difficoltà a camminare Sloggata! I triestini sono semplicemente allenati dalla nascita.
Molto interessante sia questo post che il precedente! :) Grazie per aver raccolto il suggerimento di Sloggata e averci raccontato anche questa storia!
Prego Shunrei ! è stato un piacere!
SHunrei: dovere, ascoltare / leggere Renata è molto piacevole. Anche di persona ^__^
Troppo buona PS ! ;)*
una dea incazzatissima, eh?
ora mi spiego tante cose ...
mai goduto un giorno di bonaccia o una messa in piega dalle tue parti!!! ;-)
Che bel post. Io poi adoro Trieste.
Non sapevo che la bora durasse solo
un numero di giorni dispari. Interessante...
ciao :-)
gatta : da quando inizia inverno fino a marzo io dimentico la messa in piega perché son costretta a portare il cappello!
viola : si, son cose che pochi sanno! infatti dopo 7 giorni si è zittita salvo al tramonto farsi sentire di nuovo : du palle!
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