domenica 3 giugno 2012

Alessandra Spisni

In attesa di un appuntamento ieri sono andata in libreria per far passare il tempo! Amo i libri, l'odore della carta e girare leggendo i titoli, sfogliando alcune pagine,  leggere le presentazioni e le copertine:  va a finire sempre che esco con almeno un piccolo tascabile.

Ma ieri ho trovato il libro di Alessandra Spisni, la cuoca Bolognese, che già alla Prova del Cuoco mi ha conquistata! Guardo la trasmissione soprattutto quando c'è lei e la sua amica dietologa : Evelina Flachi.

Il libro ha come titolo la "Maestra di Cucina" e scrivo cucina con la C maiuscola perché nel libro si intende come "arte" non solo culinaria ma soprattutto di vita. Il cibo è non solo nutrimento fisico, ma anche spirituale, quindi saper cucinare bene non solo fa stare bene alimentando i nostri organi correttamente, ma agisce da stimolatore di endorfine che aumentano il nostro benessere! A volte è a questo aspetto che ci aggrappiamo....

Il libro è una raccolta di ricette, legate a diverse situazioni, persone ed eventi, scritte in forma schematica, semplice, ma completa. Le ricette sono di facile esecuzione, con consigli, suggerimenti ed indicazioni precise. I capitoli ed alcune ricette portano un commento della Spisni che racconta aneddoti di vita della Maestra di Cucina, con un'elegante semplicità tipica delle donne forti e capaci, donna d'azione di poche parole ma molti fatti! Quando la leggi percepisci il sorriso non solo sul suo viso, ma anche nel suo cuore e non è una dote di tutti! Pur non essendo scrittrice e descrivendo solo a brevi linee il suo privato  fa sentire il lettore un amico a cui si rivolge, come lo conoscesse da tempo!

Sensazioni genuine, gioia per il palato e per l'anima! Un libro da leggere e da "mangiare" !

Mi ha riportato alla mente il significato che la tradizione dava alla cucina. La parte più importante del cucinare e mangiare è -almeno per me- farlo per od in compagnia di persone a cui vuoi bene. Un rito di altri tempi, dove entravi nelle case e la padrona ti faceva sedere e mentre si parlava raccontando  quanto accaduto dall'ultima visita, lei preparava con amorevole cura un piatto magari di 4 ore di cottura, nelle quali il tempo volava, incatenandoti alla sedia non solo per la giovialità del dialogo, ma affascinati dal rito esperto dei gesti sicuri e cadenzati che lei dedicava per prepararti un piatto od un pranzo o cena come non ne avevi mangiato da tempo, meravigliandoti sempre per i pochi ingredienti a volte poveri, ma magistralmente preparati con una ricca fantasia da esaltare anche il cibo più semplice.

 

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2 Commenti:

Blogger Soffio ha detto...

La cucina povere é la più vera

domenica, giugno 03, 2012 11:36:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

la più vera e la più buona ! inorridisco quando vedo la novelle cousine e la cucina molecolare ...;)
un buon piatto di pasta e fagioli con le cotiche... impagabile!

domenica, giugno 03, 2012 1:12:00 PM  

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