mercoledì 1 agosto 2012

La casa delle Bisse!

Vi ho già raccontato che in questi anni, dato che non devo seguire orari rigidi, quando cammino per strada mi fermo spesso a guardare elementi particolari architettonici della mia città. Mi fermo con il naso per aria come una turista e mi fermo, scatto foto cercando di non essere invadente, a volte mi sorprendo a guardare la mia città con occhi diversi.

L'altro giorno mi son fermata di fronte a questa casa , la casa delle Bisse (bisce), che mi ha sempre incuriosito, per tanti particolari inusuali che essa mostra al passante.

Il primo è il portone e il gruppo bronzeo sopra di esso, sovrastato da un terrazzino con una splendida ringhiera con le sbarre a torciglione.

La casa è stata costruita nel 1771 dall'arch. Bobolini. Il gruppo bronzeo è costituito da tre aquile, che rappresentano la Santa Alleanza (Russia, Germania, Austria) mentre catturano il serpente (Napoleone) che sta cercando di mangiare il pomo dorato (l'Europa) che pende dal terrazzo.  Per Trieste l'avvento di Napoleone non fu visto di buon occhio dalla borghesia della città in pieno boom economico partito dal 1750 con la patente di porto franco da parte del padre di Maria Teresa. Nel periodo di dominazione Napoleonica invece la città fu chiusa ai traffici con l'est a causa del retaggio di quattro secoli di scorribande Ottomane nell'Europa dell'Est , finite con l'assedio di Vienna e la battaglia alle porte della città del 1683.
Napoleone considerava Trieste come un caposaldo, una città sbarramento verso i regni orientali ancora sotto l'influenza degli Ottomani.


A destra della foto a lato del balcone potete vedere ancora una finestra originale con la cassa che sporge esterna alla parete. Ho visto molte  finestre con questo genere di costruzione   nelle vecchie case: da alcuni questa intercapedine era usata come refrigeratore e serra d'inverno. Anche se non conosco la vera ragione di una tale  architettura.
 
Il portone è intagliato con maestria e negli specchi ci sono due motivi  sopra due anfore con fiori e frutti, sotto di nuovo le aquile



A destra il campanello è formato da una meccanismo di ferro che entra al di sopra del portone nello specchio della parte superiore protetta da una grata ornamentale in ferro battuto e vetro.




Altra particolarità è la decorazione delle finestre dell'abbaino, con delle tendine fatte in gesso.



Ma ci sono ancora due stranezze. Nel portone ci sono due targhe.
Una che indica come la costruzione sia avvenuta   usando solo aceto e non acqua essendoci stata nell'anno di costruzione una gran siccità! La seconda è una palla di cannone murata nell'androne con una targa che recita  "Hoc me ornamento galli affecerunt MDCCCIX", anche se non c'è stata vera battaglia in quell'anno, dato che nel 1809 Napoleone era già morto ed i francesi non erano più a Trieste.

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7 Commenti:

Blogger edvige ha detto...

Brava primo mometo non capivo qual'era la casa poi mi sono orientata. Quelle finestra così in fuori le avevo anch'io in una delle tante case passate della mia infanzia e mi ricordo che delle vecchiette mi avevano spiegato che erano fatte cosi per via della bora.
In questo modo veniva usata come dici tu frigo ecc. ma allo stesso tempo veniva anche occupata da cuscini e quant'altro per ovviare agli spifferi....se sia vero non lo so non ne ho la minima idea.... è solo un ricordo. Proverò a chiedere per curiosita al mio amico architetto che è nato a Trieste e potrebbe sapere qualcosa di più.
Ciaoooo

mercoledì, agosto 01, 2012 11:56:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Grazie Edy chiediglielo perché quelle finestre mi hanno sempre incuriosito e anch'io pensavo al riparo dalla Bora, ma lo ritenevo un po' semplicistica come spiegazione! fammi sapere se riesci ad ottenere una risposta!
Buona giornata!

giovedì, agosto 02, 2012 6:24:00 AM  
Blogger momma ha detto...

Bellissima! A volte le sorprese più belle le abbiamo proprio dalla nostra città, che crediamo di conoscere a fondo. Io adoro la mia Firenze, penso sempre di conoscerla tutta, ma quando vado "in centro" a far la turista, scopro sempre cose nuove.

sabato, agosto 04, 2012 10:20:00 AM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Il massimo dell'opportunità: scoprire cose nuove, angoli, statue, rilievi artistici e motivi architettonici, nonché andare per Musei nella propria città è una vera goduria, almeno per me! ;)

domenica, agosto 05, 2012 10:04:00 AM  
Blogger nellabrezza ha detto...

molto molto interessante !!! ma come hai fatto a reperire le notizie storiche ? c'è un archivio architettonico da qualche parte, in internet ? perchè anche io stupisco molte volte al vedere tante belle case antiche della mia città, e anche se non ho molto tempo per fotografarle mi piacerebbe documentarmi.
bel post. ne avrai sicuramente altre di case...?
hai mai pensato di farne un libro ?

lunedì, agosto 06, 2012 8:01:00 PM  
Blogger Cosimo Piovasco di Rondò ha detto...

Ma sai che non l'avevo mai notata?! Ci sarò passato cento volte davanti (se ho ben capito si trova proprio di fronte alla chiesa di Sant'Antonio, giusto?); la prossima volta che capito a Trieste me la guardo ben bene...
A Trieste, come ti ho accennato da me, vive da anni mia figlia (a due passi da lì, tra l'altro, nella zona attorno alla parte bassa del Viale); questo mi ha data l'occasione per conoscere un po' meglio una splendida città che prima conoscevo pochissimo.
Un po' mi ci trovo a casa, Trieste mi ricorda molto Genova, un po' per il mare, un po' per il vento (la tramontana genovese ha poco da invidiare alla bora triestina, anche se è meno famosa), un po' per le ripide e lunghe scalinate e per l'aver pochissime zone pianeggianti.
Su quella finestra a bovindo sono perplesso anch'io, sotto sotto penserei a un semplice espediente architettonico per movimentare la facciata; ne ho viste in altre città, quasi sempre in funzione decorativa più che funzionale; ma perché una sola, e così stretta? In genere i bovindi si fanno su finestrature più ampie, al centro della facciata o in posizioni simmetriche rispetto al centro... Boh? di architettura ne capisco proprio poco.
Un sorriso, tuo
Cosimo

martedì, agosto 07, 2012 5:59:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Nella brezza il libro cìè già Trieste Nascosta, anche se ha qualche lacuna, ogni angolo ha una sua storia e dato che lo sviluppo attorno al vecchio centro storico è relativamente recente e le storie sono ancora nella memoria della gente.

Cosimo, si è proprio dietro Sant'Antonio Nuovo. Anch'io ci ero passata tantissime volte e non avevo compreso il significato della sfera d'oro, di cui ho trovato in rete il significato.

Nellabrezza tantissime cose si trovano in rete, io ho la mania della ricerca : deformazione professionale!

martedì, agosto 07, 2012 7:18:00 PM  

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