mercoledì 13 gennaio 2010

Non è un mio problema, ovvero...

" Non puoi insegnare niente a un uomo. Puoi solo aiutarlo a scoprire ciò che ha dentro di sé.- Galileo Galilei"

Ambedue gli assiomi di cui sopra sono lo sviluppo sul discorso della sindrome della Crocerossina.

Uno degli aneliti maggiori della Crocerossina è appunto quello di servire gli altri in tutto e per tutto, SOSTITUENDOSI e prendendo su di sè la responsabilità degli altri, ma in realtà così facendo concorre al malessere ed alla "mala-educazione" del marito e dei figli, nonchè delle persone oggetto della sua opera. E' difficile, perchè richiede ancora maggior fatica e soprattutto meno gratificazione, indurre una persona a responsabilizzarsi da SE' ad essere autonoma. Alla lunga però da ottimi frutti!

Anzitutto dobbiamo puntualizzare che la Crocerossina agisce così pensando di far bene, ma scopo "egoistico" della nostra eroina è di raccogliere consensi e gratitudine, con l'illusione, si proprio illusione, di assolvere ad un alto senso del dovere. Ne riceve in verità solo sfruttamento e denigrazione quando smette di essere assistenzialista, oltre che togliere agli altri la possibilità di sviluppare la responsabilità verso se stessi.


Vi ho già spiegato come per mio assistenzialismo, mio marito di riflesso si sia trascurato, fino a quando qualcuno non lo ha posto in modo fattivo di fronte alle sue responsabilità verso la situazione in cui versava, perchè in definitiva la mia opera andava a suo danno e non a suo benessere! Compresa la lezione, passato il periodo della radio e chemio terapia, ho smesso di accompagnarlo alle visite, perchè con me si adagiava e si piangeva addosso, da solo, doveva reagire e farsi forza. Certo resta una mia ansia, sono in pena quando lo vedo soffrire, immancabilmente i miei occhi seguono i suoi passi anche se gli giro le spalle, ma nei momenti in cui annaspa cerco sempre di capire il perchè del suo malessere, facendogli una lieve reprimenda se si è trascurato, poi lo prendo in giro e lo costringo a sorridere! Sciogliere le tensioni nella malattia è una panacea, ma rimarcare la sua responsabilità del suo malessere è VITALE ?! Ecco che allora il sostenere non è più assitenzialismo, ma supporto, guida, perchè deve reagire autonomamente, io, per lavoro, non sono sempre vicino a lui e lui deve sapere cosa gli sta succedendo, evitando di andare nel pallone e farsi venire il panico.

Per i figli il discorso è similare : il figlio quando è grande deve essere responsabilizzato per ciò che lo riguarda, altrimenti non comprenderà la fatica di vivere, il valore del denaro, la responsabilità di una vita da single o di coppia, la sofferenza e privazione dietro ogni regalo, di cui lui è contento al settimo cielo ... solo fino a quando svoltato l'angolo non vede l'amico con un modello più accessoriato! Bisogna rendersi conto che la sindrome della Crocerossina, che spesso fa vittime anche negli uomini, è UNA delle cause dell'irresponsabilità delle nuove generazioni e della "solitudine" dei nostri figli. Se la Crocerossina lavorasse un pò di meno alla casa e parlasse un pò di più, sempre usando i famosi "bastone e carota" mostrandosi piena d'amore, anzichè nevrastenica per la fatica e recriminazione contro i figli della sua situazione, senza dubbio la nuova generazione sarebbe emotivamente più sicura. Bisogna dare loro la sensazione di essere liberi indipendenti, lasciandoli correre via senza far vedere loro il "filo" che abbiamo legato alla loro gamba.

Gli anziani subiscono un'involuzione esponenziale, quando serviti di barba e parrucca, non hanno incombenze di vita: diventano presto incapaci ed insicuri, non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente -se non sono armate di forza d'indipendenza- si accucciano in poco tempo nella loro posizione di "badati"!
Devono essere esortati a fare la loro parte, implicadoli in piccoli servizi alla loro portata. Spesso vi accorgerete di come, anche se con il pannolone, la loro mente ricorda certe cose meglio di voi. Ovviamente questo esclude l'Alzhaimer, anche se io ho avuto un datore di lavoro, che nonostante ne fosse ammalato continuava a lavorare e le sue lettere erano più sintetiche ed efficaci delle mie e comunque non dimenticava i 60 anni di esperienza (ha lavorato fino agli 88 venendo in ufficio due volte al giorno)!

Quindi se qualcuno sbaglia o vive in modo non corretto purtroppo bisogna dargli qualche indicazione, o meglio FARGLI LA DOMANDA GIUSTA : sei sicuro di riuscire così a fare...hai provato a... ?? Ognuno DEVE imparare a modo suo la lezione che la vita gli ha riservato, prima o poi...
Spero che riusciate a trovare qualche spunto su cui lavorare dalla mia esperienza, sempre mi rammarico di non esserci arrivata prima: avrei avuto una vita migliore e soprattutto anche la mia famiglia ne avrebbe beneficiato. Ma così doveva essere probabilmente! Ad majora!



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2 Commenti:

Anonymous Giusy ha detto...

Uh... sulla sindrome della crocerossina potrei scriver un libro!
Prima un capitolo che riguarda me... e poi mi afiglia.
Ma... non avrà mica preso da me...?
ugh... dubbio....

mercoledì, gennaio 13, 2010 4:06:00 PM  
Blogger Renata_ontanoverde ha detto...

Devo darti una brutta notizia Giusy: purtroppo le nostre figlie ripetono i nostri stessi schemi, pur affermando "mai come te!"... sigh c'est la vie!
un bacio Renata

mercoledì, gennaio 13, 2010 4:08:00 PM  

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