domenica 17 novembre 2013
Secondo la medicina cinese nel corpo dell'uomo il Qi
(l’energia) scorre incessantemente
attraverso linee di scorrimento invisibili, i meridiani, che presiedono alla
circolazione dell'energia nel corpo umano. Vi sono 12 meridiani principali (jingmai), 8 meridiani curiosi (qijingmai), 15 meridiani
longitudinali (bieluomai), 12 meridiani
trasversali (luomai), 12 meridiani distinti (jingbiemai), 12 meridiani
tendino-muscolari (jingjinmai) e 12 zone cutanee (pibu). I meridiani costituiscono e
garantiscono l'unione uomo - cosmo.
Attraverso vari esercizi si può agire su tutti per ristabilire l’equilibrio e la salute, perché stress e fatica
portano a far ristagnare in alcuni punti l’energia e si ha come un ingorgo.
Uno degli esercizi più semplici per portare l’equilibrio
nel nostro corpo è quello del SORRISO INTERIORE. Le labbra posizionate nel sorriso
producono un elisir di lunga vita, una secrezione dolce che nutre tutto il
corpo. Le labbra nel sorriso aprono i canali Alfa, che sono situati sotto
la pianta dei piedi, salgono lungo gli arti inferiori, percorrono il tronco e
fuoriescono dal capo.
Insomma quelle che sembrano essere le
corna di Mosè non sono altro che i Canali Alfa, che
permettono all’energia della Terra di congiungersi a quella del Cielo.
Atteggiare le labbra nel sorriso influisce sui chackra, mettendo in movimento un’energia di alta
qualità che porta un abbondante flusso energetico, che va ad irrorare tutti gli
organi e ghiandole interni, riattiva la ghiandola del timo e ne potenzia l’attività.
Secondo i filosofi Cinesi, sorridere a se stessi è come bearsi d’amore e l’amore
può guarire e ringiovanire. Infatti quando siamo arrabbiati e tristi o sotto
stress, gli organi producono una secrezione acida che provoca il blocco dei canali
energetici, pervadendo tutto il corpo e causando vari disturbi. Il sorriso fa
rilassare gli organi, li fa diventare più morbidi ed efficienti.
Disponetevi davanti allo specchio e posizionate le
labbra nel sorriso, quindi sorridete, le labbra poste leggermente all’insù,
senza forzare (come la Gioconda di Leonardo), in modo molto rilassato e naturale. Dopo un po’ gli occhi
diventeranno brillanti, noterete una luce diversa, assieme ad una sensazione di
calore nella zona del timo, questo significa che è avvenuta la congiunzione e l’energia
circola liberamente nel vostro corpo.
Provare per credere!
Torta al cacao con crema burro e uova della mamma
C’era una torta molto buona che preparava la mamma, era una
festa quando la faceva: l’impasto era
morbidissimo, ma il cacao e la crema la rendevano molto sostanziosa.
Ma era squisita! Ho ritrovato la ricetta sulla scatola del
Paneangeli da cui mia madre l’aveva presa ed ho riproposto ai miei figli la torta solo con la panna “Meglio
della Sacher mamma.” Ieri ho preparato
la torta alla ragazza di mio figlio, ma invece della panna l'ho farcita con la crema al burro e uova che faceva la mia mamma. Ed ho avuto successo! Peccato non mi sia venuto in mente di
fotografarla! Ma ve la propongo perché è talmente facile.
Ingredienti
Per la torta :
5 uova ; 200 g. Zucchero ;
Sale q.b.; 125 g. Farina bianca ; 125 g. Frumina ; 30 g. Cacao amaro
1 bustina di lievito; 125 g. Burro
Per la crema :
150 g. Zucchero a velo; 250 g. Burro a tempertura ambiente ; 4 tuorli
Sbattere a schiuma i tuorli con 5 cucchiai di acqua
bollente, quando sono ben gonfi aggiungete gradatamente 150 g di zucchero ed il sale. A parte montate gli albumi a neve con il
restante (50 g) zucchero ed incorporateli ai tuorli sbattuti, setacciate la
farina mescolata con la frumina ed il cacao e per ultimo il lievito,
incorporando delicatamente il tutto, aggiungendo a piccole dosi il burro
liquefatto tiepido. Potete a discrezione aggiungere anche un po' di latte per rendere l'impasto morbido.
Abbiate l’accortezza di mescolare per amalgamare le farine
con il mestolo sbattendo da sotto in su per non smontare l’impasto. Alla fine
versatelo in uno stampo apribile (od in uno chiuso con la carta forno) e cuocere
a 180°-200° per 35-40 m. a seconda del forno che avete.
Già così con solo zucchero a velo cosparso sopra sarebbe
deliziosa, servirlo con panna vicino è una favola, per il contrasto tra il greve del cacao e la leggerezza della panna. Ma io volevo farla proprio ricca, come la mia mamma.
Ho lasciato ammorbidire il burro ed ho aggiunto 75 g di
zucchero per montarlo a crema, tenendo la ciotola in un’altra più grande dove
avevo messo acqua calda. Poi ho sbattuto i 4 tuori con i restanti 75 g di
zucchero fino a farli diventare una crema spumosa ed ho assemblato alla crema
di burro. Ho spalmato parte della crema
dentro la torta ed il resto l’ho disteso su tutta la torta. Poi ho decorato con
ciuffetti di panna ed ho messo un po’ di amarene Fabbri sui ciuffi di panna. UNA LIBIDINE!!!!
Buon
appetito! Pardon, .... buona digestione !
(foto presa dal web)
martedì 12 novembre 2013
Buon ventodì
Ogni volta che c'è Bora, mi viene in mente questo spezzone di cartone animato.
Ogni volta che c'è Bora, ricordo la difficoltà di mia figlia bambina a camminare sulla salita contro vento, quando c'erano i refoli, procedeva a ritroso nonostante lo zaino sulle spalle: dovevamo sempre tenerla per mano. Tanto che l'abbiamo soprannominata Pimpi... ;)
Oggi la Bora mi ha portato questi ricordi, anche se ora la mia Pimpi svetta e resiste e non ha più bisogno di essere tenuta per mano contro i refoli.
sabato 9 novembre 2013
Tempo di compleanni
Nell’anno il periodo che mal sopporto è l’inverno, ma gli
ultimi due mesi di calendario sono ancora ancora sopportabili: Dicembre per San
Nicolò ed il Natale e Novembre che né è il preludio oltre che il mese dei compleanni di mio marito e di mio figlio (primogenito) rispettivamente il 6 e l’8 novembre.
Mi ricordo ancora quando incinta mio marito mi disse “Il
più bel regalo che mi puoi fare, è partorire il bambino il giorno del mio compleanno”.
La natura mi ha fatto partorire due giorni dopo. Ma in un certo senso ho accontentato mio
marito, perché mio figlio è “quasi” la sua fotocopia: hanno lo stesso segno lo Scorpione,
lo stesso ascendente il Capricorno, anche nell’oroscopo cinese ambedue sono
nati nell’anno del Cinghiale, avendo 36 anni di differenza, 3 cicli interi. Un
po’ del mio carattere ha smussato alcune spigolosità e puntigli di mio marito, mio
figlio ha meno malizia (ma questo è un fattore che cresce con l’età), ha la sua
stessa sensibilità e capacità di trattare tutti con tatto e cortesia, oltre che
educazione, sa scherzare senza offendere, aiuta chi ne ha bisogno, è un gran lavoratore, fin troppo perfezionista, è protettivo con chi ama. Fisicamente sono diversi, mio figlio biondo con gli occhi azzurri, più
alto di mio marito, seguendo la fisicità dei maschi della famiglia di mio nonno e di mio
suocero, (vicino agli zii ed ai cugini sembrano tutti figli della “stessa
madre”), mentre mio marito seguiva i
tratti della famiglia di mia suocera
(capelli ed occhi scuri, alto si, ma non altissimo).
Dal 2004, dopo il lavoro, mio figlio passava nel bar
sottocasa a bere una birra con il padre, che gongolava davanti agli amici di
averlo accanto a se, parlando del più e del meno, come uno di loro! Negli anni di
malattia di mio marito, mio figlio sostava a casa nostra (al II piano) prima di
andare al IV piano dove sta ancora, e parlava con il padre : chiedeva consigli di lavoro, ma anche di vita, si prendevano bonariamente in giro, scherzavano. E’ proprio questa l’eredità migliore di mio
marito : trattare i figli dai 18 anni in su come esseri indipendenti pensanti e
responsabili, da saper consigliare, ma senza ingerire. Dar loro la
responsabilità delle loro azioni, di fare i loro sbagli, stando loro vicino,
senza imporre nulla ed essere pronti al caso a dare una mano in modo
costruttivo, ovvero senza agire al loro posto, frenando la propria ansia e la propria aspettativa, dando mezzi e consigli perché si tirino fuori da soli dall'impiccio. Certo, io , in quanto
mamma, rompo un po’ di più le scatole, ma comprendo quando è il momento di fare
un passo indietro e lasciarli andare.
E la tradizione continua, ancora mio figlio si ferma da me al II
piano, prima di tornare a casa e l’appuntamento serale, come quello del caffè al bar
la mattina, sono diventati punti fermi e preziosissimi, fino a che questa
routine per ovvi motivi di vita, non cambierà, ma intanto ci arricchiscono
entrambi.
Ieri mio figlio ha compiuto 30 anni. Lui si sente “vecchio”,
ha un’ombra di nostalgia, perché ora la spensieratezza dei vent’anni svanisce.
Lo considera un traguardo di cambiamento e ne sente il peso e la
responsabilità. Io ancora non riesco a
capacitarmi che siano passati tanti anni, il passato sembra un sogno, vissuto
con velocità. Ci penso e non mi sembra
vero, ma quando guardo i miei figli ho la prova della realtà.
martedì 5 novembre 2013
Da Lucca
di ritorno dalla Fiera del Fumetto i miei figli, che hanno trascorso con i rispettivi compagni un paio di giorni, mi hanno portato tre doni strepitosi!!!
1) la T-shirt con il motto della Famiglia Stark, "Winter is coming". Chi seguiva il telefilm del Trono di Spade lo ricorderà.
Li sto leggendo e se i piccoli filmati su you-tube sono deliziosi, i libri sono il compendio enciclopedico delle bizze, dei lazzi, dei difetti e delle virtù dei gatti: il loro carattere vignetta per vignetta viene sviscerato profondamente, che neanche Konrad Lorenz !!!
Buonumore assicurato, mi ci voleva proprio!!!! Una risata dietro l'altra!!!
1) la T-shirt con il motto della Famiglia Stark, "Winter is coming". Chi seguiva il telefilm del Trono di Spade lo ricorderà.
2) poi mia figlia non solo mi ha preso ben DUE libri di Simon Tofield,
ma ha fatto anche due ore di fila per farmeli autografare con dedica!
Ha detto che Simon Tofield ha sorriso quando lei gli ha spiegato che Renata è la sua mamma, e Mucia la mia gatta!!!! La gente in fila era tutta gattofila e si faceva firmare anche la vignetta che più rappresentava il loro gatto!!!
Li sto leggendo e se i piccoli filmati su you-tube sono deliziosi, i libri sono il compendio enciclopedico delle bizze, dei lazzi, dei difetti e delle virtù dei gatti: il loro carattere vignetta per vignetta viene sviscerato profondamente, che neanche Konrad Lorenz !!!
Buonumore assicurato, mi ci voleva proprio!!!! Una risata dietro l'altra!!!
lunedì 4 novembre 2013
domenica 3 novembre 2013
I primi di Novembre
Questi giorni di festa mi hanno fatto riandare al passato quando si arrivava in campagna dai nonni il pomeriggio del 31 ottobre. Avendo come Santo Patrono San Giusto, che celebriamo il 3 Novembre, all’epoca il 1° ed il 2 Novembre festività per gli eventi religiosi ed il 4 Novembre come festa dell’ Unità e delle Forze Armate, per noi di Trieste era un ponte magnifico, in qualche anno benedetto dal cadere di una domenica, prima o dopo, allungando la nostra vacanza.
Trovavamo la casa della nonna tirata a lucido, dopo le fatiche della vendemmia e del travaso del vino nuovo nelle botti a maturare. Era ancora da ultimare la raccolta del mais, ma il nonno e la nonna nelle giornate di sole spigolavano con lentezza, aspettando il tempo di chiamare la trebbiatrice.
Questi giorni d’inizi Novembre erano una piacevole pausa, per loro contadini e per noi ragazzi.
Nella cucina linda di nonna sulla madia c’erano sempre, dal 1° al 4 novembre, tre bicchieri pieni d’acqua, ognuno aveva uno stoppino che galleggiava e si accendeva, alimentato dall’olio in superfice. La nonna di tanto in tanto raccimava l’olio, cambiava il lucignolo e lo accendeva con un fiammifero, quelli lunghi di legno che noi chiamiamo “spetime un poco” (aspettami un po’) in quanto dalla scintilla dello sfregamento sulla strisciolina di carta vetrata alla presa fuoco dello zolfanello ci voleva un buon secondo di tempo.
La nonna aveva ripreso a cucinare sulla stufa a legna da cucina, togliendo l’umidità alle giornate in casa e sfornava il pane croccante fuori e morbido dentro che profumava tutta l'aria fuori e dentro casa. Che delizia ottenere una fetta fumante e mangiarla, magari con una fetta di salame o prosciutto di casa. I pranzi e le cene erano generose ed il profumo ed il gusto del pollo e patate al forno era delizioso. Per la prima volta nella stagione la nonna faceva il baccalà mantecato con tanta pazienza: dapprima lo faceva pestare dal nonno con il retro della testa della scure per rompere le fibre, poi lo bolliva per ore, dopo lo scolava ed immediatamente mondava di brandelli di carne dalle spine per tirarle via più agevolmente, altrimenti si incollavano alla polpa. Alla fine poneva il tutto in una pentola alta, aggiungeva olio ed aromi ed iniziava la grande fatica di mescolarlo sbattendo finchè i pezzi di carne non diventavano una crema, aggiungendo ogni tanto olio quanto la carne assorbiva, di tanto in tanto poneva la pentola a scaldare sul lato più esterno della piastra della stufa per facilitare lo sfaldamento delle fibre. Alla fine veniva mangiato così come crema oppure con un'aggiunta di latte accompagnato da una gustosissima polenta fumante, tagliata con il filo da cucire. Ed era una delizia !
Un altro rito era quello del pane fresco pucciato nel vino rosso, dove era stato aggiunto un generoso cucchiaio di zucchero : era il dessert di fine pranzo di noi ragazzi. Mamma brontolava per il troppo vino che ci davano, ma i nonni ribattevano: "tanto dopo vanno a dormire e poi fa sangue" e rinforzavano con un “Che i ciapi un poco de color!” (che prendano un po’ di colore) : in effetti eravamo smunti all’arrivo perché in città non avevamo modo di fare attività all’aperto, mentre in campagna stavamo all’aperto più che potevamo e rientravamo solo per fame e sonno.
Alle volte se le sere erano particolarmente rigide la nonna faceva il vin brulé : poneva sul fuoco una pentolina con vino rosso, ci aggiungeva zucchero e cannella, chiodo di garofano e poi faceva bollire ed alla fine dava fuoco all'alcol.
Di sera si stava tutti accanto al fuoco. Il nonno metteva la panna del latte appena munto in una bottiglia di vetro con un tappo di sughero ed iniziava a sbatterla ritmicamente, il lavoro anche qui era di pazienza e di fatica, la nonna ed il nonno si passavano a turno la bottiglia per agitarla fino a che non si coagulavano i "gnocchetti di burro" : erano squisiti.
L'ultima cerimonia era quella della borsa d'acqua calda.
La cucina a legna era come questa. La foto presa in internet è di una stufa molto vecchia e malandata, immaginatela lucida nelle cromature e ben pulita. Gli sportelli di sinistra sono del forno sopra e dello scaldavivande sotto. A destra il primo è lo sportello della legna, il secondo è lo sfiato per dare aria ed il terzo in fondo era la raccolta delle ceneri. Sopra a sinistra era dotata anche di una caldaia d'acqua che il fuoco scaldava e che la nonna travasava nelle borse d'acqua calda con un mestolo, le placcava per far uscire il vapore e poi ce le passava.
Il 1° ed il 2 ci si alzava per tempo ed alle 10 preparati di tutto punto si andava in compagnia dei ragazzi dei vicini in paese alla Messa, che iniziava alle 10.30 e durava quasi fino a mezzogiorno, perché cantata ed il parroco aggiungeva uno stuolo di chierichetti di cui un paio aveva l'onere più che l'onore di portare l'ombrello processionale coprendogli la testa durante tutto il rito. La cosa più che sacralità, dava alla messa un che di grottesco : i chierichetti annaspavano sotto il peso e la fatica di seguire il sacerdote, che durante la messa li redarguiva e li strattonava perché si mettessero nella giusta posizione.
Al ritorno si pranzava e dopo eravamo liberi di scorazzare dove volevamo con l’unica raccomandazione “ ste ‘tenti” (state attenti!). A cosa? ai falchi che piombavano sulle galline, per i serpenti non era più stagione, ai cani randagi (tirategli pietre o portatevi un bastone - erano le raccomandazioni alla difesa), oppure agli zingari (corè a casa - correte a casa). Ma a parte i cani (di qualche casa un po' distante) che ci correvano dietro quando andavamo in bici, nella mia vita in campagna ho avuto la fortuna di non incontrare tali pericoli. Noi correvamo per i campi con il nostro cane, dividendo con lui le nostre merende, giocando a nascondino, oppure seguivamo il nonno che bruciava le stoppie dei canali ed i bordi dei campi. Un’usanza che non si fa più, almeno da noi. Un paio d'ore stavamo dallo zio Dino che ci raccontava alcuni suoi scherzi ai danni e beffa di qualche ingenuo vicino, lui ci insegnava a giocare a carte e ci raccoglieva sotto il suo portico incalzando ora uno ora l’altro, suggerendo ed ammonendo, infervorandosi e ridacchiando di gusto, quando vinceva, facendo sobbalzare la pancia prominente, con uno sguardo tra il divertito ed il furbo degli occhi socchiusi per ripararsi dall’immancabile sigaretta che teneva in bocca, ritornava sempre “bambino” anche lui con noi. Qualche volta ci portava in cucina, tagliava a metà delle patate ci metteva sale sopra la parte della polpa e le metteva in forno. Quando le tirava fuori erano morbide con la buccia fina che si staccava facilmente e sopra il sale aveva fatto una crosticina deliziosa, che mangiavamo con gusto. Oppure si andava a far visita allo zio Gildo, che elargiva una succulenta merenda di prosciutto fatto in casa.
Non avevamo videogiochi, non c'era ancora la televisione, non c'era il computer eppure ci divertivamo da matti ed alla fine eravamo soddisfatti ed esausti.
Al 4 di pomeriggio il nonno ci accompagnava alla stazione delle corriere della vicina città con il carro e l’asino nei primi anni ed in seguito con il carro ed il trattore: per noi era una gran festa, sedevamo sui bordi tenendo nelle manine il carro forte forte, alla raccomandazione “tignive duro” (tenetevi forte).
Eravamo felici per il tempo trascorso in libertà ma anche perché tornavamo a casa con qualche soldo che i nonni e gli zii allungavano dopo ogni visita, che il più delle volte andavano a coprire una necessità rimandata da tempo.
venerdì 1 novembre 2013
Impressionante !
Un conoscente mi ha inviato questo link : http://www.poodwaddle.com/Stats/
Guardatelo : è un orologio conta....tutto !
Le cifre sono impressionanti. La nostra mente gira costantemente nel nostro "mondo", ma se guardate questo link vi accorgerete di quanto limitato sia e quanta parte d'umanità e di realtà -diverse dalla nostra- lasciamo "fuori dalla porta"!
Guardando e considerando, sono stata assalita da un'emozione raccapricciante.
Sono solo numeri ? Purtroppo no, se pensiamo che ad ogni numero corrisponde un essere umano, una realtà di vissuto, che coinvolge altri esseri umani ed allora quei numeri si moltiplicano ... raccapricciante, al limite dell'oscenità! Mi ha fatto sentire un'inezia umana.
Eppure, quanto è importante la mia vita??? Allora, anche la vita di quei numeri-esseri umani è importante... allora ?? mi fermo nelle considerazioni, se vado avanti il ragionamento non mi piace!
Mi ritiro nel mio "piccolo" e mi consolo di essere un'isola privilegiata... nonostante la nostra realtà limitata dai nostri politici e la crisi del nostro governo!
Raccapricciante, non credete ?
giovedì 31 ottobre 2013
Considerazioni di fine Ottobre!
Il mese è passato. La svolta c’è stata. Il mio mondo sta cambiando: tutto evolve, deve evolvere e niente rimane immobile.
Bisogna andare avanti.
Sempre alla ricerca di un nuovo equilibrio, c’è sempre un motivo trainante a cui dobbiamo prestare maggior attenzione, mentre gli altri problemi ruotano in secondo piano. Spesso ci si sente travolti ed è esasperante il fatto che appena raggiunto un nuovo equilibrio ci sia qualche nuovo evento che scompagina tutto ed annaspiamo di nuovo nell’insicurezza, nell’ansia, con fatica verso un nuovo obiettivo.
L’età ci permette di prendercela comoda, abbandonare la routine destabilizzante. Con l’età arriva una certa saggezza, ma non per tutti. Che sia difficile vivere? Si, lo sappiamo!
Un fondamentale è sapere cosa vogliamo dalla nostra vita. Saper calibrare le nostre forze, saper osare per cambiare, saper lasciare ciò che ci zavorra, per creare una nuova leggerezza e permetterci di volare verso un nuovo futuro, per sapere accendere la nostra luce per vedere anche nel periodo più buio una speranza, una conquista, una gioia!
Quello che ci manca spesso è la fiducia in noi stessi, la fede nella possibilità di raggiungere obiettivi insperati.
Domani inizia un nuovo mese: altri trenta giorni da giocare. Son tutti nuovi, tavolozze bianche sulle quali decidere cosa dipingere della nostra vita, di ciò che vogliamo e smetterla di concederci quel poco per sopravvivere, ma guardare alle nostre grandi possibilità ed ai nuovi giorni con uno spirito nuovo, di conquista, sia nelle grandi che nelle piccole cose!
Buon Novembre!!
venerdì 25 ottobre 2013
Il cappuccino più grande del mondo!
Notizia Ansa : MILANO - Una tazza da 4.250 litri di capienza, con 800 litri di caffè e
3.500 di latte. E' il cappuccino più grande del mondo, realizzato oggi a
Host 2013, la fiera dell'ospitalità professionale, con un'area
dedicata al caffè e alla degustazione. I 33 baristi provenienti da tutta
Italia hanno iniziato alle 3 di questa notte a riempire la tazza da
record, che hanno chiamato 'Antonella'. Il primato è stato raggiunto
alle 13 di questo pomeriggio ed è stato certificato da un giudice del
Guinness World Records di Londra. "Oggi abbiamo battuto i 2350 litri
del record raggiunto lo scorso febbraio a Rimini" ha detto Luca Ramoni,
coordinatore dell'Accademia professionale di caffetteria di Milano, che
ha lavorato al nuovo record insieme ad Altoga (Associazione Lombarda
Torrefattori e Importatori di Caffè). Il cappuccino da record
rispetta le proporzioni di caffè, latte e schiuma di qualsiasi altro
cappuccino da bar, questo però "è stato realizzato con latte al 100%
lombardo" ha sottolineato l'assessore al Commercio, turismo e terziario
di Regione Lombardia Alberto Cavalli.
giovedì 24 ottobre 2013
sabato 19 ottobre 2013
La parola magica : RECLAMO !
Tutti sarete stati vittime di disguidi e di ritardi nella riparazione
delle vostre utenze ed oggi giorno dobbiamo far fronte a call centers dislocati
in tutta l’Italia a cui dobbiamo ogni volta ripetere la nostra storia e rifare
le nostre rimostranze.
Sappiate che c’è una specifica strategia per ottenere in
modo rapido la soluzione ai nostri reclami. Se non la seguite, rimarrete in
balia del pressapochismo riservato a chi parla parla, ma non sa proteggere i
suoi diritti.
Tenete presente che
- TEMPO TECNICO : ogni fornitore d’utenza per contratto ha un preciso numero massimo di giorni per riparare un guasto sul servizio fornito, nel caso della telefonia ad esempio dovrebbe essere intorno alle 72 ore = 3 giorni, dopo di che il fornitore è in clamoroso difetto e può essere “denunciato” per non aver ottemperato ai termini giuridici di contratto all’Autorità delle Garanzie per le Comunicazioni,
- RECLAMO : è la parola magica che mette tutti IMMEDIATAMENTE sull’attenti! Le aziende che li collezionano sono denunciabili alle Autorità e vengono poste nella lista nera degli inaffidabili!
- SOLLECITI : quando il guasto non viene risolto entro il termine stabilito, bisogna provvedere GIORNALMENTE, meglio se 2 volte al giorno, al sollecito. Per rendere il sollecito più veloce ed efficace:
- A)PRENDETE NOTA del numero di pratica che aprite con il primo addetto : EVITERETE di dover ripetere la vostra storia ogni volta che contattate il servizio clienti/guasti. A monitor verrà visualizzata la cronistoria del vostro reclamo
- B)CHIEDETE immediatamente il NUMERO FAX a cui indirizzare eventuali reclami scritti : come il vecchio detto CARTA CANTA VILLAN DORME afferma, avrete una prova dell’inefficienza del servizio che vi rendono!!!
- Come ultima risorsa, se non risolvono presto il guasto, MINACCIATE di rivolgervi ad altro gestore più efficiente!!
Dopo TRE ORE dal mio fax con queste premesse è arrivato l’addetto sulla porta di casa mia
ed ha risolto in mezzora dopo CINQUE
giorni di solleciti!!!
Meditate gente, meditate e RE-AGITE SEMPRE! MA MI RACCOMANDO, siate GENTILISSIMI con gli
operatori che vi rispondo !!!! Entrate in empatia vi ascolteranno più volentieri e non avranno la fregola di congedarsi da voi
per la badilata di improperi che sentirete di scaricare su di loro e che
purtroppo non si meritano…
Ringhiate –educatamente, dimostrando rammarico- solo sulla carta ;)
Ad majora!
martedì 15 ottobre 2013
Pensione sperimentale donna
Di tutte le classifiche che si possano ottenere quella di essere una pensionata sperimentale è una prerogativa tutta Italiana.
Mi sono però resa conto di quanto poco si conosca la possibilità di andare in pensione grazie all’articolo 1, comma 9, della Legge n. 243/2004 (la c.d. Riforma Maroni) che permette, a determinate condizioni, il ritiro dal lavoro a 57 anni d’età per quelle donne che optano per il sistema di calcolo totalmente contributivo, con un minimo di 35 anni di contributi pagati (almeno 18 dal 1995). Dopo la finestra di un anno si percepisce una pensione con in pratica il 25% circa in MENO di quanto si percepirebbe se i requisiti standard fossero raggiunti. La decurtazione è pesante, ma, ovviamente, se te li danno prima, non te li possono dare dopo!!!
Personalmente sono stata costretta a scegliere questa opzione, perché, come chi mi segue da tempo lo saprà, essendo stata licenziata (per chiusura attività) dalla ditta in cui lavoravo da quando avevo 19 anni, nel 2011 mi son trovata a dovermi confrontare con
* un mondo del lavoro, che mi considerava troppo vecchia e TROPPO QUALIFICATA!
* lo Stato, che mi considerava troppo giovane per aver diritto a percepire la pensione in toto.
Ho cercato vari lavori, ho dato anche disponibilità per part time: purtroppo la realtà penso la conoscano tutti.
Andando ad un patronato, mi fu spiegata la possibilità che la Riforma Maroni da alle donne.
Ho riscontrato che per tante donne il problema -purtroppo- è che si sono licenziate per collaborare con il marito o sono rimaste a casa dopo la gravidanza e si trovano con pochi contributi, pur avendo l'età.C'è la possibilità di pagare i contributi volontari per maturare i 35 anni minimi di contribuzione, MA lo si può fare entro e non oltre il 31/12/2014, in quanto si necessita della famosa "finestra" di un anno intero. Infatti la sperimentazione scade il 31/12/2015.
Alla scadenza del termine il Governo verificherà i risultati della predetta sperimentazione, al fine di una sua eventuale prosecuzione.
Ciò significa che non si può scartare a priori una potenziale proroga
del regime che vi ho illustrato, nonostante l’INPS abbia più volte
ritenuto perentorio il 2015. La questione rimane pertanto aperta?
giovedì 10 ottobre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
Il Circo della Farfalla : ma se tu soltanto potessi vedere… la bellezza che può venire dalle ceneri…
Questa mattina ho guardato i blog che seguo ed ho trovato da Vita magica di una famiglia Alpina uno splendido video con un messaggio potente, commovente e importante.
Segue il discorso del mio post di tempo fa : non conta quel che ti succede, ma come lo affronti.
Il video lo tratta con garbo e con dolce poesia. Prendetevi il tempo di gustarlo con calma.
Gianni Morandi
Ieri sera guardando la TV facevo zapping e sono arrivata al momento in cui il Gianni Nazionale, nominato da Fiorello l'OGM - Oh Gianni Morandi, l'Italiano geneticamente modificato, cantava questa canzone. Mi son fermata! Ho pensato "cavoli, la bella musica è sempre un toccasana"! Poi ho iniziato a percepire le prime défaillances... l'estensione di voce che manca nei punti in cui la ricordavo... eh, peccato non si possa passar la "tinta" anche sulle corde vocali, oltre che sui capelli. E' una nota spiacevole in tutte le rappresentazioni di artisti anziani: comprendo che devono mangiare, ma sebbene la tecnica sia migliore, l'età tradisce il ricordo che abbiamo avuto nella loro stagione migliore. Rimane la sensazione che "manchi qualcosa".
Quanti ricordi sono riaffiorati. Anno 1968 Canzonissima. Avevo 13 anni. Eravamo davanti alla TV la sera di sabato, potevamo stare alzati fino a tardi. Mamma faceva la maglia, Dario mio fratello ascoltava sfogliando Le Scienze, Papà faceva le parole crociate, io guardavo i personaggi con gli occhi di un'adolescente acerba.
A quell'epoca i nostri idoli erano Gianni Morandi, Little Tony, Bobby Solo, Michele. Solo negli anni '70 compariranno Venditti, Cocciante & Co. Ma in quell'anno, alla vigilia di quegli che sono stati gli anni più combattuti e rivoluzionari del millennio, per noi era lui che ci prendeva il cuore!
martedì 8 ottobre 2013
Costellazioni familiari
Settembre è stato un mese molto proficuo, ho fatto tante
cose, incontrato nuove persone ed ho fatto un’esperienza che consiglio a tutti:
ho partecipato ad un seminario di Costellazioni familiari.
Eravamo una dozzina di persone, alcune “protagonisti”, altri
“figuranti”.
A turno i protagonisti si siedono vicino all’operatrice
(psicologa) esponendo i fatti salienti della storia della propria vita e della famiglia senza commenti, solo i fatti nudi e crudi. Alla fine
espongono il problema che vogliono comprendere e risolvere. La psicologa a questo
punto chiede al protagonista di scegliere chi interpreterà i personaggi della sua famiglia ad
una data ben precisa. Al che il protagonista chiede ad un partecipante di ricoprire
il ruolo di… (padre, madre, sorella, fratello ecc.) ed pone i figuranti su una
linea retta in fondo alla sala.
Questi restano con gli occhi chiusi e vengono guidati dal
protagonista verso un punto della stanza, fino a che tutti sono “piazzati” sulla scena, secondo un criterio d’istinto che il protagonista da loro. Dopo
qualche minuto ai figuranti è chiesto di aprire gli occhi e di guardarsi
attorno. Uno dopo l’altro vengono interpellati su cosa sentono e cosa
percepiscono: odio, amore, ribrezzo, calore, freddo, pesantezza, paura, gioia, forza, ecc..
A questo punto l’operatrice chiede a loro di spostarsi nella
sala secondo il loro istinto del momento. Si ripete l’inchiesta “cosa senti” a
tutti quanti.
Dopo di che si cerca d’individuare il
blocco d’energia della famiglia, che ha creato il problema. Con una lunga procedura l'operatore porta la costellazione fino al punto della riconciliazione, momento in cui fa entrare il protagonista ed alla fine i figuranti vengono "liberati" dal ruolo del parente del protagonista, sia da questi che dall'operatore.
Questo è lo svolgimento, semplificato al massimo, di una rappresentazione che a volte è lacerante, sofferta, destabilizzante. A volte il dolore e la rabbia (ora l'ho capito Soffio) sono talmente radicati che il protagonista non riesce ad accettare la riconciliazione.
Sembra strano e se non avessi messo in scena la mia famiglia
stenterei a crederci, da donna concreta, come i figuranti percepiscano non solo
sensazioni, ma sentimenti che corrispondono in pieno alla realtà. Perché questa
rappresentazione serve? Per farci comprendere meglio e mettere a fuoco il
comportamento dei nostri cari, che non abbiamo potuto o saputo o voluto interpretare correttamente.
Risanare vecchie ferite, dando voce “a chi non c’è più”. Accettare = prender
atto dell’ineluttabilità degli accadimenti e delle conseguenze che possono
avere ripercussioni su di noi e su di una famiglia per generazioni e
generazioni.
Mi ha impressionato come la donna che impersonava mia
nonna ad un certo punto ha iniziato a lamentarsi che le faceva male la gamba destra
tanto da passarsi di continuo la mano per alleviare il dolore e da percepire la
sensazione di cadere. Mia nonna negli anni ’90 cadde e si ruppe il femore. Per
l’osteoporosi avanzata l’osso non si saldò dopo due mesi di gesso e gli
ortopedici le applicarono una gabbia di acciaio esterna circolare che entrava
fino all’osso e lo teneva saldo. Stette per tre mesi a letto… e la gamba si
decurtò di qualche centimetro.
La rappresentazione che mi ha colpito di più è stata la messa
in scena la nascita di una giovane donna, per “staccarsi” dalla madre troppo
ingerente. La violenza, l’emozione e la
tragicità della rappresentazione è stata un’esperienza incredibile.
Ovviamente anch’io ho partecipato quale figurante in quasi
tutte le rappresentazioni. Alla fine si crea un legame
spirituale tangibile e reale, ognuno pieno di rispetto per la realtà dell'altro, la sua sofferenza e quella dei suoi cari.
Cosa mi ha lasciato questa esperienza? In primis mi ha
permesso di comprendere dove nasceva la sensazione di “perdita” nella mia
famiglia. In secondo luogo ho potuto riabbracciare mio
fratello morto suicida, che non ho potuto salutare in vita per l’ultima volta e
della cui morte non mi sapevo dare pace. Ho fatto pace con me stessa e con le
mie recriminazioni. Ed ho conosciuto un metodo d'introspezione e di risanamento di una potenza incredibile.
E' un esperienza che consiglio a tutti, per l'implicazione profonda che ha e per il benessere che porta. Se volete saperne di più http://www.lecostellazionifamiliari.net/