sabato 15 dicembre 2012

15 dicembre!

Metà mese è andato. In un batter d'occhio! Non me ne sono quasi resa conto, ogni giornata uguale a se stessa con qualche variazione, fa si che il tempo non abbia misura e la mia mente focalizzi le mansioni più che i giorni in cui le devo fare.
 
La casa è immersa nel silenzio, oltre le imposte il cinguettio degli uccellini si fa sentire in lontananza, anche se è tardi sono le 7:45, il tempo piovoso ma più caldo dei giorni precedente mette loro allegria. Io invece sono cupa a causa di un mal di testa! 
 
 
Ieri sono andata dalla dietologa, più per il fatto di aver acquistato la visita a prezzo stralciato su Groupon, che per il desiderio di dimagrire. L'ho fatto talmente tante volte nella mia vita, che saprei perfettamente come fare, ma non ne ho voglia. Ho accumulato venti kili in trent'anni! Subdolamente un kilo e mezzo l'anno. Ma è stata la mia "armatura" contro tutti i miei problemi, i dispiaceri, le battaglie da lottare. Trenta kili d'armatura di ciccia, che mi proteggono e mi salvano dagli attacchi esterni ed interni.  Quando ero nervosa mangiavo un panino e via, poi di nuovo spalle sotto a sollevare il mondo! Alimento rifugio, non ci sono abbuffate, non c'è eccesso smodato, solo un costante e continuo spiluccare cose golose per addormentare la mente, ma sufficienti ad aumentare di quel benedetto kilo e mezzo l'anno, che alla fine ha raggiunto gli altri, per un totale di 30! Il tutto agevolato da elastici in vita, che allargano i vestiti in modo compiacente, l'altezza e lo stile che mimetizza la "robustezza" (un inverno una commessa anziana mi ha porto la 48, mentre indossavo già la 56!) ritardando la necessità di dimagrire ed interrompendo la dieta ogni volta in cui "cose più urgenti e più importanti" esigevano la mia totale attenzione, per cui era necessario essere in forze e non languenti per la costrizione mentale alla dieta.
 
Inoltre, la base del fallimento di ogni tentativo di dieta era  dato dalla frustrazione creata dalla auto-limitazione nel cibo, che  in una vita di continuo sacrificio viene letta come un'autopunizione, fino a portarmi alla ribellione: perché se la vita è già cattiva verso di noi, perché anche noi ci autopuniamo mortificando il gusto, negando al nostro corpo la consolazione dell'alimento che genera in noi tante meravigliose endorfine consolatorie?
 
Il corpo d'altra parte invia alla mancanza di determinati alimenti segnali ormonali di astinenza e noi ci troviamo a combattere con il fisico, il chimico ed il mentale. Un fronte totale!  Poco importa addurre a ragione il pensiero che questo è solo un periodo, che è per il nostro bene, che dopo il dimagrimento saremo felici!
 
Non importa, ciò che preme è continuare a soddisfare anche con "solo un pezzetto" quel tremendo bisogno, che poi diventa atto compulsivo perché la mente manda all'aria i buoni propositi di limitazione.
 
Mi sa che devo fare come nelle trasmissione degli EXTRALARGE: SVUOTARE IL FRIGORIFERO E LA DISPENSA DEI CIBI VIETATI e incominciare da zero :D
 
Ma proprio ORA ? per le feste di Natale??? Si, bisogna cominciare proprio ora, per poter permettersi quella fetta di Pandoro a Natale.
Proprio ora, perché non c'è MAI un momento migliore per iniziare una dieta. Bisogna farlo e basta. Almeno a Natale si ridurranno i "danni" ?


MissPansy e Frency ci sono riuscite, ma hanno dalla loro parte il vantaggio dell'età! Io ho un metabolismo tartaruga da menopausa!

Riuscirà la vostra eroina a raggiungere un peso ragionevole ??? :D
Ve lo saprò dire!!!






  

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venerdì 7 dicembre 2012

La quiete dopo la tempesta ?

Dopo un periodo piuttosto travagliato, con decisioni da prendere molto importanti, crisi emotive ed esistenziali a cui è succeduta la più ovvia e ragionata azione, solo ora  riesco a parlarne.
 
Dopo un paio di settimane d'assestamento, mi ritrovo in una condizione di stallo emotivo.
 
Nella mia routine quotidiana di uscite e di appuntamenti, sia per gl'impegni familiari, che per il lavoro d'incaricata Stanhome, la mia vita continua, anzi vede un impegno in più giornaliero. Ora è cambiata la modulazione degli eventi della mia giornata.
 
Quando sono a casa, pur essendo nel caos, per quanto tenga pulito, non riesco a sistemare poco o nulla. Faccio lo stretto necessario e qualcosina-ina-ina-ina in più al giorno, ma ancora non vedo un senso d'ordine, sono ancora "stretta" tra le cose, che mi soffocano, ma da cui non riesco a staccarmi ed a cui   non riesco a dare una collocazione decisiva. Urge fare "space clearing", ma data l'età non riesco ad avere una continuità mentale al riordino per troppo tempo e farlo in modo progressivo non da la resa incisiva e definitiva che dovrebbe avere. Quindi ... orbito nel caos!
 
Sono  -come dicono gli americani nel loro linguaggio sintetico ma esplicativo- FROZEN, come se la mia anima dopo il cambiamento sia rimasta bloccata in un pezzo di ghiaccio, con il vuoto mentale del dubbio : avrò fatto la scelta giusta? perché ad un'azione ne sono conseguite ben tre, radicali e decisive.
 
L'immobilismo attuale penso sia dovuto ad una necessità di elaborare e quindi di "accettare" la situazione del cambiamento. Inizio a non trovare più ciò che avevo riposto alla rinfusa prima del cambiamento e la cosa mi sta pesando non poco.
 
Ho sviluppato una dilatazione del tempo nello sbrigare le faccende tale che la gran parte della giornata la passo a far trascorrere il tempo in attesa dell'evento, senza riuscire a fare altro, come se la mia mente non fosse più capace -come quando lavoravo- di dedicarsi a più impegni in una volta.
 
Ogni giorno, di mattina, facendo colazione butto giù la scaletta della giornata con l'elenco delle commissioni esterne da fare, sono molte di più che in passato, ma tra queste ancora non sono riuscita a includerne più di una dentro casa! Sembra che voglia evadere dall'evidenza ed il non riuscirne a parlarne, per me, è stato sintomatico. Spero che da oggi, avendo finalmente scritto nero su bianco, portando dal subconscio al conscio questa mia difficoltà, io riesca a prendere "atto" della situazione ed iniziare ad essere più costruttiva ed a continuare nella svolta della mia vita!
 

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giovedì 1 novembre 2012

Emozioni


Sarà il periodo, sarà il tempo, ma ogni tanto mi assale una malinconia subdola e bastarda e penso alla vita.
La vita è una beffa. Ci si da da fare, ci si prepara, si lotta, ci si dispera, ci si fanno progetti e si hanno tante speranze, tante aspettative e tanti sogni.
Poi un giorno, di punto in bianco, il tuo mondo crolla, o meglio ciò che hai costruito, come un castello di carta crolla e tu lo guardi impotente e ti senti morire. Tutto perso, tutto distrutto, anche il tuo ego, il tuo di mondo, perché gli altri vanno avanti, il sole sorge e tramonta, la luna fa lo stesso, le stelle di notte escono sempre, ma tu ti senti uno zombie. Sei disperato, tutto perso: tempo, emozioni, fatica, dolore, sudore. 
Poi ti guardi attorno, non puoi restare ancora là distrutto a terra: sei d’intralcio ! che ironia, che beffa! Il destino ti vuole lì: devi reagire.
Dapprima ti lecchi le ferite, mentre il mondo intorno a te continua a girare incurante del tuo dolore.
Poi cerchi di fare qualche passo, ma sei confuso, spaurito, dolorante, insicuro al punto da pensare che tutto sia inutile, che la tua insignificante vita sia superflua e ti disperi.
Alla fine quando hai toccato il fondo, arriva qualcuno che ti tende una mano, che ti pone nella prospettiva giusta, allora ti riprendi e cerchi di fare  piani, di nuovo sognare, fare progetti, riprendere a  lavorare con lena.

Ma le forze ti tradiscono, il tuo corpo si ribella:  la determinazione vacilla e le tue potenzialità affievoliscono.

Ti chiedi se davvero ne vale la pena, cosa ci stai a fare in quel nuovo quadro, se tu sei fermo immobile distrutto e dolorante, mentre gli altri procedono.
Ti guardi attorno,c'è chi si arrende, chi si droga e non è più padrone della propria vita, del proprio corpo, cerca di annullarsi. C'è invece reagisce.

Allora ti fai forza e inizi a pensare come tu possa compensare con le forze che ti rimangono, con le opportunità ancora a disposizione, calibrando energie ed idee, ad affrontare anche le prossime sconfitte nel caso il progetto non vada a buon fine.

E’ solo l’Amore che ci salva, la nostra àncora, ma dobbiamo star attenti a non approfittare di questa àncora, di questo Amore, perché se spogliamo le forze di chi ci sta vicino distruggiamo anche loro: saremmo perduti entrambi. Come chi non sa nuotare fa affondare anche il più provetto bagnino!
Quindi è bene ficcarsi  in testa che bisogna reagire, costi quel che costi. Che si può approfittare della spinta di qualcuno, ma non della sua energia. Che di dubbi ne avremo sempre, di ruzzoloni ne faremo ancora, che i fallimenti saranno sempre in agguato,   ma solo noi siamo in grado di metterli in discussione e sventare il fallimento. Ancora saremo in grado di rialzarci. Ancora sorrideremo a chi ci sta vicino. Ancora troveremo gusto a vivere questa sporca Vita, che prepara sgambetti a tutto spiano, ma che ci riserva sempre un magnifico attimo di tregua per cui continuare.

Avanti, avanti ancora, avanti  !

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venerdì 19 ottobre 2012

L'identificazione

"L'identificazione è una pratica spirituale fondata sulla conoscenza di una legge fisica: la legge di risonanza. Se riuscirete a vibrare all'unisono con una creatura, la conoscerete, e non soltanto la conoscerete, ma inoltre le sue qualità si comunicheranno a voi. Finché non vibrate all'unisono con quella persona, finché non vi identificate in lei, potete studiarla, giudicarla, decretare che essa è questo o quest'altro, ma in realtà non la conoscete veramente. È il fatto di vibrare alla stessa lunghezza d'onda che avvicina due esseri e permette loro di conoscersi!
E l'amore è anche questo. L'amore, così come la conoscenza, è il risultato di una fusione: due esseri che vibrano alla stessa lunghezza d'onda. Si può dunque dire che la vera conoscenza è la conseguenza del vero amore, e che il vero amore altro non è che un accordo su una stessa lunghezza d'onda."

Omraam Mikhaël Aïvanhov

 
Quando esprimiamo noi stessi e parliamo dei nostri problemi, capita che molte persone si riconoscano nella nostra descrizione e che provino empatia per un sentimento specchio. Ci sentiamo coinvolti e oltre il giudizio comunichiamo la nostra solidarietà, stringendo amicizie con persone che non abbiamo mai visto, ma percepiamo affini.
  
 
Se ci pensate bene questo atteggiamento è il fondamento della religione cristiana: chi giudica, sarà giudicato ed ognuno deve considerare la trave che ha nei proprio occhi e non guardare alla pagliuzza di chi ha vicino.
 
Eppure io questo concetto io l'ho imparato ed assimilato solo con Vivation : quando nella meditazione  traumi e problematiche venivano a galla, le persone condividevano storie intime in un ambiente protetto, mettendo a nudo le loro più grandi fragilità, incuranti del giudizio, perché i compagni guardavano alla persona oltre al giudizio, solidali con la loro sofferenza, qualsiasi fosse il carattere e la personalità, senza per altro portare il peso di questa sofferenza, anzi la meditazione proteggeva da qualsiasi ingerenza, si riusciva ad elaborare e ridimensionare anche i propri problemi.

Non c'era nessuna aspettativa nel rapporto interpersonale: le cose rimanevano in quel circolo culturale, non ci seguiva e non ne parlavano al di fuori, anzi non ci si incontrava che durante le ore di meditazione. Con alcune di loro ho ancora ottimi rapporti d'amicizia, altre/i non li vedo da anni: ma quell'esperienza mi è servita moltissimo, per comprendere come si possa essere intimamente legati a perfetti sconosciuti, capirli e condividere con loro il proprio cammino!  
 

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martedì 16 ottobre 2012

Strategie per sopravvivere allo stress!

Dopo aver bevuto il mio buon caffé, la mente corre a considerare,  che la vita è piena di fatti, che noi accusiamo a volte come colpi, assestati dal destino in una sequenza più o meno ravvicinata.
Ho constatato personalmente come sia facile per la nostra attenzione soffermarsi su tutti gli accadimenti negativi, che riverberano il malessere anche dopo l'accaduto, mentre  ignoriamo il bene o la felicità. Sembra infatti che queste ci sfiorino appena, perché la leggerezza della felicità ci abbandona  specie in un periodo di stress o di crisi, tanto  siamo protesi verso la soluzione delle difficoltà, archiviandoo troppo frettolosamente i momenti di benessere ed il loro effetto positivo.
Considero che il compito della giornata dovrebbe essere appunto questo : focalizzarci almeno di tanto in tanto su quanto di positivo e sulle sensazioni di benessere o di gioia o di serenità che ci toccano anche per brevi minuti e farli riverberare nel resto della nostra giornata!
Cosa succede quando sereni, ci siediamo a bere un caffè : la mente bastarda vola ai nostri problemi! NOOOOO
Affinché il benessere perduri, dobbiamo cercare assolutamente di vivere a scomparti: quando ci si rilassa, perdersi anzi proprio naufragare nel benessere del momento, facendo svanire per un po' i problemi, focalizzandoci sull'emozione che stiamo vivendo ed  indugiando sui particolari usando tutti i sensi (vista, udito, tatto, odorato, gusto)!   Personalmente il senso di benessere goduto nel pranzo domenicale della mia amica, ancora al ripensarci mi porta un senso di felicità. Perché ho appunto impiegato TUTTI i miei sensi.
 
Cosa importantissima da fare è RINGRAZIARE per questo momento di tregua! E buon metodo è ringraziare sempre per qualsiasi cosa positiva avvenga nella giornata a nostro favore: sia grande che piccola. Per esempio . se arrivate alla fermata dell’autobus e lo vedete arrivare proprio in quel momento; se ritrovate una cosa che consideravate perduta; se incontrate una vecchia amica che non vedevate da tempo; se riuscite a ritagliarvi il tempo di fare una chiaccherata con la vostra amica;  se vi ricordate di una cosa da fare importante, che vi era passata di mente per lo stress. Ringraziare, sempre ringraziate quando trovate la soluzione ad un vostro problema.
Dovrete prenderci la mano ad immergervi nelle sensazioni del benessere, i primi giorni lo riuscirete a fare poche volte nella giornata : VA BENE COSI' , non ci sono scadenze! Quando inizierete ad usare lo stratagemma con maggior frequenza, godrete la vostra vita in modo diverso. Potrete affrontare meglio anche i vostri problemi. Se non ci riuscite, perché la mente bastarda vi fa dimenticare il vostro obiettivo, usate qualche trucco per ricordarvelo : un post-it sul frigorifero o sul video del vostro PC in ufficio, una sveglia del vostro cellulare ogni ora, che vi segnali di fare una pausa ed assaporare il momento: in fondo bastano un paio di minuti!
 
Cerchiamo di metterla in atto questa strategia!
Mi raccomando INSISTETE! Chi la dura la vince!!!!
 
Ad majora!  


 

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domenica 30 settembre 2012

Chi son?



Oggi mi son svegliata con questa aria di Puccini in testa, oltre ad una nevralgia cervicale da far paura.  Bevendo il mio caffé, ascolto la voce di Pavarotti in sottofondo a basso volume (non son neanche le sette) ed il suono viene sovrastato dal rumoroso briefing cinguettato dagli uccellini sulla pianta d'alloro nel cortile di casa. Aspetto che le pastiglie facciano effetto ed intanto considero come Rodolfo : chi son? Si, chi son?
 
Nel lavoro d'introspezione degli ultimi giorni, son riuscita a completare il quadro che è affiorato parzialmente, con accenni frequenti, nei miei post precedenti e che trova ora, in questo post, una soluzione teorica.
 
Quando il proprio quotidiano viene spezzato per un evento del destino, ci si sente smarriti,  si perde un'identità che ci ha contraddistinto da tanto tempo. Io, impiegata, moglie,  madre, (l'ordine è puramente cronologico per determinare "l'anzianità" di acquisizione) ad un tratto ho perso alcuni parametri della mia personalità, della mia quotidianità. Ma non solo: ho perso anche le persone che mi circondavano in quei corollari e che mi davano il modo di misurare me stessa.
 
Raccolgo i pezzi a stento, la mente ed il corpo in un imprinting trentennale non si arrende: ha bisogno di ripetere gesti ed azioni quotidiane, che ha  scandito i miei giorni, che hanno dato una ragione d'essere alla mia vita. A constatare che l'obiettivo finale manca, non trovando necessità d'esecuzione, la mente si smarrisce: sento non solo un vuoto, ma un senso d'inutilità. Anche le tante cose che ho sognato di fare, quando avrei realizzato un cambiamento con più ore a disposizione, non trovano collocazione perché, mentre prima davo loro un corolario del mio tempo, che nel grigiore delle   giornate portava una ventata di freschezza e di creatività, ora con troppo tempo a disposizione la mente non riesce ad accettare di organizzarle così a lungo, mi stanco, diventano un peso, perché la mente le assimila ad un'incombenza, un lavoro! Ma dato che non sono remunerate e non sono abituata a dedicarmi ad un'attività che sia solo "ludica" mi sento in difetto e quindi accantono l'idea di prendere in considerazione la loro realizzazione. 
 
Allora resto lì attonita, basita, immobilizzata a cercar di riempire il mio tempo, a dare un'altra volta scopo al mio tempo. A volte sono soddisfatta, a volte mi rimorde la coscienza per lo spreco di "tanto tempo", sempre misurandolo con il metro della "produzione" che il mio  datore di lavoro mi ha inculcato, visto che sono andata a lavorare da lui a 18 anni.
 
E' difficile riempire questo grande vuoto: non si ha la capacità di godere di tanta libertà. Si deve iniziare a spizzichi e bocconi. Ma il caos della libera scelta non riesce ad appagare un'anima che nella vita ha avuto continuamente render conto del proprio tempo.
 
A questo punto si inseriscono i "doveri" : sono tutti lì, ti guardano e tu li consideri. "Dovresti" far tante cose, mettere a posto, eliminare, scegliere, catalogare, oltre a tutto il solito quotidiano, anzi ti sovviene la quantità di ipotesi lavorative che accarezzavi quando lavoravi, considerando "se avessi più tempo". MA, eh si, c'è il solito MA. Per tanto tempo ho relegato i lavori di casa al week-end ed anche disoccupata per più di un anno ho continuato a fare i lavori di casa sabato e domenica. C'è voluto più di un anno per recuperare il controllo e suddividerli in più giorni, per avere il week-end libero, per cambiare il metro di considerazione. Fatto sta, che comunque nell'ottica del troppo tempo a disposizione, quando sto seduta davanti alla tele od al computer a fare qualcosa che mi piace,  la mente bastarda rimanda ai lavori da fare (anche extra) che magari trascuro (c'è sempre qualcosa da fare in casa) e scatta il rimorso.
 
Ecco che il secondo in-put di Settembre, diciamo il finale, necessario per il cambiamento è proprio questo : la RICERCA e l'ADATTABILITA' di un nuovo o di nessun SCHEMA, sempre applicando l'ACCETTAZIONE del momento, diverso dalla vita precedente.
 
Si vive come si vive, come si può, come viene, con piccoli progetti, sempre pronti a cambiare in corso d'opera, anche se ci si sente stonati, per cercare di riempire un vuoto, che ormai la società non riesce più ad aiutarti a colmare. 
 
Imparare ad assaporare il momento senza avere rimorsi di coscienza per la troppa LIBERTA'! 
 
 Buona domenica!  
 


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sabato 29 settembre 2012

29 settembre ...;)





Settembre è passato, no, direi proprio "volato", in una ridda di impegni, che guardando indietro hanno lasciato i problemi di sempre: ci sono ancora. Lì che mi guardano facendosi anche beffe di me, che, lancia in resta, parto per colpirli, ma non riesco a sconfiggerli. Questi si dilatano per poi riconcentrarsi e ferirmi di nuovo. L’illusione di aver vinto cade: era una semplice tregua, non una vittoria!
 
E vi dirò la verità, man mano che passa il tempo, non solo i problemi riemergono, ma si fanno vivi anche quei fantasmi che il momento aveva scacciato, ma con cui dovevo fare prima o poi i conti. Perché ciò che non è risolto, torna a galla, quando meno te lo aspetti.
 
Tener duro per tanti -troppi- anni, con il cuore stritolato dal dolore, l'impossibilità di esprimere la sofferenza, perchè devi essere forte per sorreggere chi è ammalato e chi è giovane, chi è vecchio, con il lavoro -àncora di salvezza- da portare avanti sempre al 100%, l'equilibrio che vacilla, è estremamente logorante, ma devi andare avanti. Poi la bomba!
 
Quando una situazione di stress termina per ovvie ragioni, si pensa comunemente che il dopo sarà solo di ripresa: non è vero! Dissolta la concentrazione nel reggere situazioni pesanti, emerge la fragilità negata, ti rendi conto di quanta maggior forza ci voglia a costruire un nuovo oggi: il pensiero del domani non ti sfiora, già il presente è difficile da reggere.
 
Voli “basso” : low profile, dicono gli americani, perché sembra che così si possa evitare ulteriori  ferite, perché hai già anima e cuore a brandelli, eppure anche le piccole ferite in questo periodo vengono amplificate dai nervi, tesi a non collassare. Tenti sempre di guardare la luce in fondo al tunnel, ma ti rendi conto che è già tanto se hai una torcia in mano, per non incespicare rovinosamente.
 
Questo settembre comunque mi ha aperto la mente verso alcuni aspetti, che l’autodifesa inconscia alla realtà quotidiana non mi aveva permesso di focalizzare.
 
Quando si mantiene una serrata attività per tanti anni, diventa una fatica sovrumana accettare il cambiamento ad una riduzione d’impegni: ci sembra di sprecare il nostro tempo.  Al contrario di ciò che pensavamo prima, liberi, non riusciamo proprio a mettere in atto tutti quei lavori o quei progetti che avevamo pensato di poter realizzare con più tempo.  Non siamo ancora capaci di quantificare il tempo, perché ne abbiamo perso il parametro di paragone e spesso ci accorgiamo che la dilatazione del presente, ci piace, anzi, ci avvolge come canto di sirena, anestetizzando la nostra razionalità e vanificando la nostra organizzazione. Il vizio di rimandare, ci colpisce nel profondo, perché non abbiamo più l’alibi per sostenerlo : il lavoro, la professione a tempo pieno.  Questa delusione ci ferisce, anche se non vogliamo ammetterlo e la mente subisce un’involuzione: bisogna fare appunti, liste, sedersi ad analizzare la situazione diventa difficile, troppo facile il procastinare. Si boccheggia si arranca, poi gli eventi arrivano al dunque e ci troviamo alla confusione, sia che si tratti di grossi che di piccoli problemi del quotidiano.
 
Ogni (grosso) problema che mi assale mi paralizza e solo dopo una giornata a ruminare scontento e disperazione, riesco a rialzare la testa e tirare fuori nuove strategie, nuove protezioni. Sì, perché ora, nonostante l’educazione che ho acquisito negli anni, al momento del “botto” non riesco a mettere in pratica nemmeno la più elementare strategia. Ora ogni progetto a lunga portata mi sembra inutile, perché la debolezza nel presente mi blocca: non sai mai quello che il domani ti porta!  Ho  perso insomma l’onnipotenza della “gioventù” quando ti sembra di avere tutta la vita davanti, quando i traguardi si allineano sul fronte del tuo futuro e ti sembra di essere invincibile.
 
In realtà la parola chiave di Settembre è ACCETTARE, nella sua accezione di “prender atto di” per poter progredire.
 
Quindi continuo a fare le mie liste, mi ritrovo in un mare di pizzini con appunti d’ogni genere, che cerco di riordinare come posso: poi, ogni giorno, cerco di risolvere UN problema, programmo UNA o più commissioni, ma se riesco a farne una solamente,  son comunque contenta.
 
La capacità acquisita nel passato a mantenere l'autocontrollo ed il controllo dello stress, interagendo comunque con atteggiamento calmo davanti ai miei interlocutori, rende impossibile alle persone, che non mi conoscono bene,   realizzare quanto  io stia lottando contro la confusione e l'ansia.  Sono in grado di pormi per una parte della giornata serenamente ad affrontare questi problemi, ma alle volte -troppo spesso per i miei gusti-  la mia mente bastarda continua a dirottare l’attenzione verso una miriade di pensieri che l’ansia arruffa in continuazione, nonostante cerchi di dare loro “una piega”.
 
Spesso mi sento come un criceto che gira nella sua ruota. E si fa largo il pensiero che io debba abbandonare il fatto di usare il passato per scusare me stessa di fronte ai "deficit" del momento attuale: solo affrontando i miei fantasmi, anziché scansarli potrò dare una svolta decisiva alla mia vita.  Di base il fondamentale della mia mancanza di  serenità è l'instabilità economica del momento, e poco -ora- mi consola il fatto della transitorietà della situazione, me ne devo fare una ragione e focalizzarmi sul passare del tempo, che è talmente veloce da scorrere nonostante tutto.
 
Ma, ... panta rei!  Andiamo avanti facendo del nostro meglio. Il resto? è vita!
 
Buon week-end a tutti!!





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domenica 23 settembre 2012

Quando la battaglia si fa dura...tra alti e bassi!




La vita lo sappiamo colpisce e spesso lo fa duramente. Ci sono due modi di reagire: cadere piangendosi addosso e inveire contro la mala sorte, oppure reagire, alzarsi, combattere, sorridere nonostante tutto, anche se non si ha la ragione per farlo, ma FARLO comunque.

Io ho scelto di reagire, forse grazie alla natura del mio nome : Renata, dopo una caduta, ho avuto sempre la caparbietà di rialzarmi, anche quando le cose sembravano disperate e tanto dure da spaurire al solo pensiero del domani, ma ho adottato strategie di salvataggio come focalizzarmi sull'adesso. Adesso ancora non è arrivato il colpo, adesso sono in grado di reagire, adesso posso prender un po' di forza, per andare avanti, per pigliare uno "scudo" al volo e parare il colpo.

Per fare questo ho usato tanti stratagemmi. I pizzini di Osho, le liste, scrivere, sfogarmi con un'amica, fare meditazione, vivation. Sistemi che servono come accessori, ma il grande cambiamento sta sempre nel perseverare e credere in se stessi. Ed è duro!!! Perché spesso il problema è talmente radicato ed il cambiamento così grande, che la mente tende a sabotare l'obiettivo che ci si pone e quindi nonostante tutto ci si ritrova a tornare alla "casella numero uno", come nel gioco dell'oca.

Dalla mia parte ho avuto la fortuna di avere la Fede, che mi ha aiutato a superare ostacoli che credevo insormontabili. La Fede, che sia in Qualcuno in alto o in noi stessi è un ottimo scudo. Certo nella vita si può fare di tutto, se siamo determinati ed agguerriti ci riusciremo.  Anche se a volte è molto doloroso.

Dobbiamo essere sinceri con se stessi, evitare di dare la colpa al destino, alla famiglia d'origine, alla miglior fortuna degli altri! Rialzarsi dopo le batoste, allontanando lo scoramento, rifiutando di accettare la delusione e la sconfitta.

Bisogna comprendere il meccanismo che ci porta a sbagliare od a fallire e spesso ci si trova nei meandri del nostro passato, talmente radicato, perché assunto in un imprinting non sempre verbale, che son cavoli amari a sradicare.

Più difficile a farsi è PERDONARCI gli sbagli commessi, i fallimenti, ma farlo ci da maggior forza per rialzarci e ricominciare.

A volte siamo talmente rinchiusi in noi stessi per non soffrire di più. Quando la vita ha colpito troppo duro, tanto da non aver più la forza di rialzarci. Io ho sempre CHIESTO che mi aiutassero e Loro mi hanno sempre portato la soluzione giusta, ma SOLO al momento giusto, né un minuto prima né un minuto dopo. Questo, nonostante la Fede, ti logora, ma ho stretto i denti ed ho atteso. I risultati sono arrivati sempre.

Ma capita che i risultati ritardino, perché non sei ancora matura per il cambiamento, perché ti ostini a ripetere gli stessi sbagli, ad ignorare i suggerimenti ed i cambiamenti arrivano solo quando hai imparato la lezione, SOLO QUANDO SEI PRONTA ad accoglierli e si vede che io devo imparare ancora una lezione più grande!!! E CHE PAAAALLLEEEEE!

Alle volte si riesce ad accettare la lotta in modo spontaneo, ma in altri momenti della nostra vita la lotta ci sembra così estenuante da svuotarci, da farci una tal paura da desistere dal continuare, tanto da pensare “fermate il mondo : voglio scendere”. Sarebbe così semplice! Invece non lo è!

E' questo il momento più critico della nostra vita, specie quando perdiamo alcuni nostri compagni per strada, la solitudine corrode la nostra sicurezza: il non poterci specchiare negli occhi dell'altro ci toglie la forza che il calore del suo sguardo sapeva darci! E non parlo solo di mio marito, ma di tutti i familiari con cui eri cresciuta e che condividevano i ricordi più remoti della tua vita!

Altro ostacolo è la perdita delle più care amiche di sempre, con le quali ho condiviso i libri di scuola, i primi filarini, le beghe del matrimonio, qualche divorzio, la vita insomma. Ed ora  il destino le ha confuse e tristemente si sono precluse ogni contatto, tanto che, avendo "abbandonato" la vita, mi hanno lasciata sola. Fanno paura, perché lo specchiarsi in loro ti mostra una fragilità che non hai mai considerato e che ritenevi lontana, invece ora si è fatta fin troppo vicina, fin troppo presente ed ingombrante.

Guardare in faccia le mie ubbie, le mie paure, le mie ansie, che nonostante tutti gli insegnamenti e le strategie acquisite, logorano la mia resistenza e mi immobilizzano in uno stallo destabilizzante; guardarmi allo specchio accettando le perdite e lavorando ad una strategia per una prospettiva diversa del mio futuro, diversa dal sopravvivere; avere la forza di sorridere ancora all'immagine che lo specchio mi rimanda, che a volte non riesco ad accettare perché insodisfatta e su cui devo iniziare a lavorare: questi sono i compiti che dovrò affrontare questo Autunno.

E voi ?? A tutti AD MAJORA! ♥

P.S. Sono convinto che anche  nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Giacomo Leopardi! 

Ma intanto.. fatevi una bella risata !

  

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giovedì 6 settembre 2012

Ci sono momenti...


.. in cui la nostra vita sembra appesa ad un filo. Un filo che lacera e che stringe il cuore come un camallo la bita del porto teso dal peso della nave ancorata.
 
E' una sensazione terribile perché non ci sono scappatoie, la morsa ci immobilizza e non sappiamo come scappare. Evadiamo con la mente, perché è l'unico modo per salvarci l'anima. Ma le ferite restano tali e talmente profonde che avanziamo per il resto della nostra vita con passi molto cauti e con il terrore di essere di nuovo ripresi da quella corda e di non essere capaci di evadere, ma ci vediamo già intrappolati in una morsa peggiore, che ci fa affondare e non riusciamo ad uscire dall'acqua a respirare per restare a galla.
 
Al momento è questa la sensazione dominante della mia vita: paralizzata nelle iniziative, accetto di andare avanti solo nei passi sicuri delle attività che non mi coinvolgano eccessivamente.
 
Mi rendo conto che questo genera un immobilismo ed una situazione di stallo senza progresso. Vorrei uscirne, ma vince la paura di restare di nuovo in trappola.
 
Devo ancora comprendere il meccanismo, per imparare  come potermi difendere da me stessa? Ma....
 
It's a long way to Tipperary!

 
 
 

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lunedì 3 settembre 2012

Inizia un nuovo anno??

Concordo con Mitì Vigliero nel considerare che il 31 agosto, e non il 31 dicembre,  sia  il vero inizio dell’anno. Natale è puramente una tregua. Ogni famiglia per 16 anni della vita del proprio figlio concentra l’inizio dei propri sforzi in questo mese: sommando a questi quelli della formazione scolastica dei genitori e degli altri eventuali figli, fate il conto di quanta parte della vita Settembre sia stato il vero inizio dei nostri anni!

Mentre per il nonno era  la vendemmia a segnare la fine del grosso dei lavori, per me era settembre l'inizio, con la ripresa della scuola da giovane, la fine delle ferie da adulta per ben 40  dei miei 57 anni di vita.

E’ stato poi per caso che alla visita di un nostro cliente Etiopico scoprii che il calendario copto fa partire l’anno nuovo proprio con l’11 settembre, mio compleanno : secondo Personology, il Giorno delle Grandi Scelte!

Direte, non è che la differenza di un giorno cambi molto! Sbagliate: bastano poche ore per cambiare idea radicalmente ed atteggiamento per la vita, quando ne siamo profondamente convinti. Ed è per questo che vi segnalo questo post di Katherine: ho stampato le parole della sua amica che troverete nell'ultima parte e le sto rileggendo, perché ho capito che se per i ricordi i particolari sono un tesoro, per la vita quotidiana dilungarsi diventa verbosità fuorviante, che spesso fa perdere di vista l’obiettivo: un vero spreco.

Recentemente mio figlio mi ha fatto benevolmente notare che da quando sono a casa son diventata prolissa e confusa. Inoltre mi rendo conto che salto di palo in frasca, come si suol dire, e che la mia resa non è la stessa di una volta, proprio come tutte constatano che l'avere a disposizione troppo tempo, lo faccia sprecare inutilmente.

Il mio proposito per il mio "nuovo anno" è di concentrarmi su ciò che scrive l’amica di Katherine, Cuoredimatita,   cercando di migliorare la mia vita. Vi invito a leggere  il post che ne vale la pena. Meditate gente, meditate. E ad majora!  

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mercoledì 22 agosto 2012

Semplificare per poter elaborare

Rispondo a Soffio e Cosimo.

Il pizzino di Osho serve incredibilmente per situazioni emotive occasionali di ogni giorno, ma può solo scalfire in superfice le emozioni "assolute", nate da conflitti pre-natali e della nostra infanzia e che avvelenano in modo tossico la nostra anima, dove sono profondamente ancorate.

Il pizzino di Osho serve a vivere consapevolmente ed a iniziare a considerare la possibilità di vincere emozioni molto più  profondamente radicate: quelle che gli psicologi definiscono "le ferite del nostro bambino interiore" e che non ci permetto di guarire, perché ci bloccano.

Le emozioni assolute sono difficili da estirpare in quanto

1) la nostra mente bastarda abituata a soffrire, non riesce ad accettare il "successo" e/o la "felicità", in quanto pensa che la situazione in cui stiamo da anni sia la sola ed unica che ci meritiamo e per paura di qualsiasi tipo di cambiamento, fa di tutto per sabotare ogni nostro passo o successo riportandoci indietro a ciò che si conosce e che pur soffrendo ci ha permesso di sopravvivere,

2) nessuno ci insegna mezzi e meccanismi per uscirne fuori, anzi ci programmano per fallire, dato che ci propongono ad ogni pié sospinto modelli da imitare anche se non ci appartengono, ci impongono di cambiare a prescindere dalle nostre capacità, solo per rispondere e corrispondere ad aspettative ed a giudizi a priori, spesso determinando la nostra totale confusione e la nostra infelicità.

Il pizzino di Osho riesce però  a corrodere le fondamenta di queste emozioni: iniziando a vivere le emozioni momentanee trasformandole positivamente, si riesce via via ad acquisire due emozioni fondamentale : CONSAPEVOLEZZA e FIDUCIA IN NOI STESSI,  che ci potranno accompagnare ad una successiva elaborazione e trasformazione, assieme alla chiave di volta di questo processo evolutivo : la DIETA del PERDONO.  (continua)

P.S. Soffio e Cosimo, mah, avete provato ad usare il pizzino di Osho?? ;)




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martedì 21 agosto 2012

Semplificare

Ho scritto già che, qualsiasi problema che resta latente nel subconscio e ci lacera, perde la sua carica virale, se lo mettiamo nero su bianco e lo portiamo al conscio : come nel post sul pizzino di Osho per le emozioni. Quando la situazione viene portata a livello conscio attraverso le parole, che la identifichino senza ombra di dubbio alla nostra mente, è lo stesso conscio che provvede  a correre ai ripari e ci pone nel meccanismo adatto per risolvere il nostro problema.  

La rabbia, come tutti i sentimenti negativi, che ci scuotono nel profondo e ci tolgono via tantissima energia, portata al conscio, svanisce miracolosamente. Quindi rendiamoci conto del perché siamo SEMPRE NOI che decidiamo se stare bene o se stare male! Perché questo meccanismo non solo ci permette di riportare un buon equilibrio nella nostra mente e nel nostro cuore, ma ci regala tanta calma e lucidità tale da riuscire a rintuzzare ogni attacco ed anzi a reagire costruttivamente demolendo ogni teorema che ci voleva mettere in difficoltà, a ragion veduta.

Questa capacità di trasformare un'energia negativa e distruttrice in un' energia positiva come la calma e la lucidità è un bagaglio che TUTTI possiamo scoprire ed utilizzare per "salvarci la vita", ma che nessuno o rare eccezioni ci insegnano ad usare. Se pensate bene tutti ci insegnano a reprimere le emozioni negative, nessuno ci insegna a trasformarle!! Ecco perché siamo programmati a fallire!!!!! Nessuno ci insegna come gestire le emozioni ed il tanto declamato e lodato reprimere cattolico porta solo a farle radicare in modo sempre più profondo senza risolverle, anzi con effetto valanga,  restano sempre in ebollizione fino a che non riesplodono, anche fuori luogo: quante volte  avete perso le staffe avendo la peggio in una discussione (soprattutto con i genitori) o avete detto parole che hanno ferito e di cui vi siete pentiti, anzichè trovare una soluzione????

ERGO? Provate ad adottare il sistema di visualizzare il pizzino di Osho e vi semplificherete la vita, prendendovi soddisfazioni da ingrassarvi una cifra !:D Se non ci riuscite, sappiate che è la vostra mente (subconscio) a sabotarvi! CORRETE AI RIPARI SUBITO!

Un altro stratagemma che ci aiuta enormemente è quella di scrivere, come per  spiegare ad un altra persona il conflitto che viviamo, per risolverlo.

Me ne sono accorta in ufficio: quando dovevo risolvere una situazione ingarbugliata e non avevo la parola adatta, mi rivolgevo, chiamandola,  alla mia collega: succedeva che mentre semplificavo in poche parole la questione in modo elementare per spiegarle ciò che dovevo risolvere, la parola adatta od il quadro chiaro emergeva nella mia mente in modo immediato e spontaneo. 

Ho quindi compreso che spesso scrivere, elencando azioni e reazioni, fa si che il nostro conscio sia in grado di afferrare i meccanismi errati portandoci in modo spontaneo ed immediato verso la soluzione dei nostri problemi. Dobbiamo avere il coraggio di scrivere tutto sinceramente: per questo a volte è necessario, bruciare o rompere in mille pezzi il foglio su cui stiamo scrivendo e gettarlo, considerando che il conscio SA cosa fare e ci abbia già incamminati verso la via della risoluzione.

Stratagemmi utili per salvarsi la vita sia da fisime di poco spessore, che da laceranti dubbi.
Provare per credere ;) Ad majora!


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giovedì 24 maggio 2012

I Grillini a prescindere da Grillo??

Mi sembra di aver già postato un commento al fenomeno del comico Genovese, ma ne prendo spunto per esporre la mia perplessità nell'ottica degli ultimi avvenimenti. 

Parto dal dato di fatto che Grillo E' UN COMICO e NON un politico, né per quanto mi consta ha una preparazione -  universitaria economica e sociale tale che gli permetta di entrare nel campo politico con cognizione di causa. Ma, d'altra parte, quanti politici attualmente in opera hanno questi  requisiti?? Ben pochi.

Grillo sull'emozione e sulla spinta delle sue tirate satiriche ha spiccato il volo verso la direzione del "Vaffanculo",  promuovendo un movimento prima di pensiero e poi di persone che contestano la realtà. Domanda : con quale cognizione di causa??? mah, non ho dati per poter giudicare. 

Basandomi sulle sue sparate delle sue trasmissioni ho tirato le somme, come potrete constatare da soli, che certe situazioni (http://daily.wired.it/news/scienza/2012/05/18/bufale-scientifiche-beppe-grillo-23666.html che Grillo dava per assodate,  NON hanno alcun riscontro scientifico ed erano MERA SATIRA! Dato che questo è il suo mestiere, mi poteva anche andar bene! Una profonda verità di base gliela devo riconoscere : lo stimolo e l'esortazione a RICERCARE INFORMAZIONI PER ARRIVARE ALLA REALTA' DELLE COSE, PORSI LE DOMANDE PER CERCARE RISPOSTE CHE I MEDIA OCCULTANO IN UN PLAGIO ORCHESTRATO AD ALTE SFERE! 

Ora che il movimento politico sta prendendo piede, posso accettarlo, perché spero, almeno alla luce dei primi risultati, che i "Grillini", gente giovane con idee nuove possa pensare fuori dagli schemi, a livello comunale e provinciale potranno sicuramente fare un buon lavoro. Viene logico il dubbio, non è che applicando le loro teorie possano fallire in pratica??? E se andrà bene -come VIVAMENTE SPERO PER TUTTI! - a livello locale,  a livello NAZIONALE potranno sfrondare quel colosso d'argilla di corruzione e di concupiscenza che il potere parlamentare  da ormai più di un secolo esercita a tutti i livelli ???

Posso giustificare e considerare costruttivo il voto ai Grillini, come mera manifestazione di uno scontento dell'elettore, che, invece di lasciar la scheda bianca o non andar a votare (lasciando che altri partiti inghiottano questi voti), dia voce concreta ad un'opposizione troppo spesso trascurata e vilipesa. Avendo però già vissuto questa "storia" spero proprio che non vada a finire come la Lista per Trieste. 

Nata alla fine degli anni '70 per promuovere lo sviluppo di Trieste, che stava languendo e far sentire la voce in campo nazionale, dato che -essendo città di confine-  era relegata a puro baluardo a guardia dello stesso. I miei concittadini ed io stessa per "insurrezione democratica" votammo La Lista per Trieste che ottenne quasi il 30% dei voti, tanto che  il Governo fu obbligato ad investire il Prefetto dei poteri di Viceré ! Il partito racchiudeva operatori economici, filosofi, letterati, gente comune, imprenditori, spesso di una certa età. Dato il numero limitato rispetto al campo nazionale, i membri del partito eletti in Parlamento (16 seggi) dovettero gioco forza  seguire e condividere per trovare nell'alleanza loro stessi una forza, accodandosi a quel o tal'altro partito (DC, PCI, PLI ecc.) per cui la "voce Giuliana" del nostro territorio mentre in Provincia era determinante in campo Nazionale veniva diluita se non soverchiata dalle diritture delle grandi compagini di sudditanza.
Fu così che, nell'avvicendarsi delle alleanze, nell'evolversi delle strategie e nel trascorrere del tempo, nel cambiare scenario delle frammentazioni e dei cambi dei partiti,   i promotori e sostenitori della Lista per Trieste sono invecchiati senza dare prospettive ai giovani che si sono direttamente indirizzati ai partiti principali, facendo si che ormai il partito sia un mero ricordo. 

Lunga vita a Beppe Grillo, ma quanto potrà il partito dei Grillini???? ai posteri l'ardua sentenza.


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sabato 17 marzo 2012

CAPITOLO NR. 7 : FARE!

Dopo aver tanto ponderato con i primi sei capitoli della mia meditazione blogghistica, ho convenuto che, come dice l'aforisma dello scrittore scozzese A. Cronin : La vita non è un cammino semplice e lineare lungo il quale possiamo procedere liberamente e senza intoppi, ma piuttosto un intricato labirinto, attraverso il quale dobbiamo trovare la nostra starda, spesso smarriti e confusi, talvolta imprigionati in un vicolo cieco. Ma sempre, se abbiamo fede, si aprirà una porta forse non quella che ci saremmo aspettati, ma certamente quella che alla fine si rivelerà la migliore per noi.

Varie proposte stanno avanzando anche se il timore di fallire mi pone nell'indecisione: sono io a dover scegliere ? ma le idee non sono chiare, il destino non è ancora ben delineato. Necessito ulteriori input! Che fare ? Altre volte mi son trovata in simili condizioni ed ho chiesto che la soluzione semplicemente "arrivasse". Mi son dimenticata che puntualmente arrivava! Quindi perché tanto elucubrare, perché seguire tante smanie e tanti dubbi ?
Allora, ho incominciato a spazzare via le nuvole dell'incertezza e dell'ansia e con cuore fermo, ho raccolto la mia anima e vado  avanti!




Climbing up on Solsbury Hill
I could see the city light
Wind was blowing, time stood still
Eagle flew out of the night
He was something to observe
Came in close, I heard a voice
Standing stretching every nerve
I had to listen had no choice
I did not believe the information
Just had to trust imagination
My heart was going boom boom, boom
"Son," he said, "Grab your things, I've come to take you home"
To keeping silence I resigned
My friends would think I was a nut
Turning water into wine
Open doors would soon be shut
So I went from day to day
Tho' my life was in a rut
'Till I thought of what I'd say
Which connection I should cut
I was feeling part of the scenery
I walked right out of the machinery
My heart was going boom boom boom
"Hey," he said, "grab your things, I've come to take you home"
Yeah back home
When illusion spin her net
I'm never where I want to be
And liberty she pirouette
When I think that I am free
Watched by empty silhouettes
Who close their eyes, but still can see
No one taught them etiquette
I will show another me
Today I don't need a replacement
I'll tell them what the smile on my face meant
My heart was going boom boom boom
"Hey," I said, "You can keep my things, they've come to take me home"
Salendo sulla Collina di Solsbury
Ho potuto vedere le luci della città
Il vento soffiava ed il tempo si fermò
L’aquila volò fuori dalla notte
Lui era qualcosa da osservare,
venne più vicino, ho sentito una voce
ogni nervo si tese
ho dovuto ascoltare non avevo alternative
Non credevo a quello che sentivo,
dovetti solo credere a ciò che veniva detto
il mio cuore si mise a battere, boom, boom,boom
“Figlio” egli disse “prendi le tue cose, sono venuto per portarti a casa”
Per mantenere il silenzio mi sono dimesso
I miei amici avrebbero pensato che io sia pazzo
Trasformare l’acqua in vino,
porte aperte si sarebbero presto chiuse
Così ho vissuto giorno dopo giorno,
sebbene la mia vita fosse una rovina
Fino a che pensai a ciò che avrei detto
Quale legame avrei dovuto tagliare
Mi sentivo parte dello scenario
Ero uscito dall’ingranaggio
il mio cuore si mise a battere, boom, boom,boom
“Figlio” egli disse “prendi le tue cose, sono venuto per portarti a casa”  Si, a casa!
Quando l’illusione tende la sua rete,
non sono mai dove avrei voluto essere
e la libertà fa una piroetta
quando penso di averla raggiunta
guardato da sagome vuote
che hanno chiuso i loro occhi, ma ancora possono vedere, nessuno ha insegnato loro l’etichetta,
mostrerò loro un altro me
Oggi non ho bisogno di una scusa,
Dirò loro la ragione del sorriso sul mio viso,
il mio cuore si mise a battere, boom, boom,boom
“Ehi ”dissi “puoi tenere le mie cose, sono venuti  per portarmi a casa”

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