domenica 29 aprile 2012

Gita in Slovenia

Con la mia amica M. sono andata a fare una gita al suo paese d'origine Jursče tra Postumia (Postojna)  e Villa del Nevoso (Ilirska Bistrica).

Ciò che amo della Slovenia è il verde: ricca di vegetazione, anche le colline sono a bosco, solo le valli sono a prato e questa domenica tutti i prati erano ricoperti da un tappeto di tarassaco in fiore. Ogni scorcio sembrava una magnifica cartolina, qua e là completata da qualche piccolo branco di mucche o pecore al pascolo e qualche cavallo che pigro brucava l'erba. Il mio cuore è "naufragato" in tutto quel verde e giallo e non ho resistito a fermare la macchina sul ciglio della strada e fare questa foto, che rende solo in parte il "largo respiro" di questi prati.

Arrivati in paese, dopo le visite di rito,  abbiamo colto l'occasione per andare nel bosco a fare una passeggiata, peccato che ero in ansia perché è zona di zecche e quindi nonostante lo spray anti-deterrente ho camminato con cautela solo per i sentieri segnati e mi son fermata a fare queste foto.






L'incanto del bosco -qui siamo a quota 900 m. sopra il livello del mare- è fantastico, ti sembra che tra quegli alberi si nasconda qualche gnomo. La sera si anima di vita con l'uscita dei cervi e caprioli, con le scorribande dei cinghiali ed ogni tanto, ma raramente, un orso taglia la strada a qualche turista che si addentra troppo nella boscaglia! 

Ma i re sono gli alberi, li guardo e sono ipnotizzata dalla loro altezza! Sono tanti, ma  i miei preferiti sono gli  enormi e severi   pini, che dominano sopra tutti e quando cammini per il sottobosco un intenso odore di resina sale dal tappeto erboso misto ad aghi di pino che trattengono il profumo e ti sembra di camminare  in un mondo fantastico. Lo stormire delle fronde alla brezza del giorno poi, ti fa tendere l'orecchio: abbiamo detto le stesse parole nello stesso momento, io e la mia amica : "ascolta... la voce del bosco"... ci siamo guardate ed abbiamo riso allegre.


Ora sono stanca morta! Ma fra poco vado a letto, devo recuperare le forze, approfitto visto che sono sola a cena e non ho voglia di mangiare! Buona serata a voi! 

 

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venerdì 27 aprile 2012

Le rondini...

sono entrate nei cieli del mio rione appena il 14 aprile. Le vedo in lontananza, fanno i loro giri rimanendo molto in alto. 
Mi hanno sempre affascinato. Sono state mie buone compagne di vita! Quando ero piccola nel quartiere dove abitavamo nelle sere d'estate il cielo era pieno di rondini che garrivano nel tramonto alla fine della giornata, come per dare la buona notte al sole. 
Nella casa di campagna le rondini avevano trovato rifugio nella stalla : c'erano ben 4 nidi interni ed altri 2 esterni. Purtroppo nella ristrutturazione sono stati eliminati e le rondini non son tornate più. 
Nel nuovo appartamento dopo il trasloco la prima Primavera abbiamo fatto conoscenza con il rondone che ha il nido sopra la nostra finestra:  entrò per caso sbagliando l'entrata, forse voleva esplorare la "dependance";   me ne accorsi per il volo che mi rasentò mentre Mucia era in completa fibrillazione, scattante a seguirne la traiettoria, lo vidi volare a cercar un'uscita, ma le altre finestre erano chiuse ed aveva girato male, atterrando vicino alla gatta, riuscì a scansarla per poco rifugiandosi in bagno nello spazio angusto dove ripongo lo stendibiancheria, tra armadio e parete: lì in quel pertugio Mucia, grassa com'è, non riuscì ad avventurarsi per ghermire la preda.
Buttammo addosso al povero  rondone ansimante un asciugamano, Paolo lo prese con delicatezza e lo lanciammo in tutta fretta fuori dalla finestra! Palpitava impaurito sotto la tela di spugna, ma, appena si accorse di esserne fuori, riprese la sua corsa  garrendo per la riconquistata libertà!  
Le rondini guizzano velocissime rasentando e contendendo il territorio ai prepotenti gabbiani, alle subdole cornacchie, alle timide tortore, agl'invadenti colombacci, ai merli, snobbano i passeri che si danno appuntamento per il briefing mattutino e serale nell'alto albero d'alloro che cresce nel cortile e nei due momenti della giornata sembra vibrare di vita propria, pieno di frulli d'ali, canti e cinguettii.  
Altri animali hanno fatto visita al mio appartamento. 
In quello vecchio abitavamo vicino ad una pineta ricordo il giorno in cui mio figlio venne a salutarci prima di andare in campeggio con i suoi amici, doveva essere luglio o agosto. Fatto sta che arrivò oltre il terrazzo sostando sulla porta spalancata un bellissimo scoiattolo fulvo! 
Lo considerai di buon auspicio e cercai di avvicinarlo piano piano, ma lui iniziò a scalare l'edificio per allontanarsi: il rivestimento esterno al  quarzo della casa dava facile appiglio alle sue zampine. Spero se la sia cavata, perché sotto di noi c'era una colonia di gatti! 
Nel soggiorno entrava spesso anche un grillo, allora sapevo immediatamente che sarebbe piovuto di lì a poco. 
Le api sostavano per "rifornimento" sui miei fiori, nel vecchio appartamento avevo un terrazzo di 4 metri che adoravo e che mi manca un casino! Mio figlio era piccolo e per farlo famigliarizzare con gli animali, gli dissi che quella era la nostra nuova amica, l'Ape Gelsomina! Mentre si posava sul fiore si poteva vedere le due microscopiche coppe che hanno ai lati del corpo cariche di polline giallo. Un giorno mio figlio ne trovò una vicino alla porta e volle portarmela, ma l'ape per difesa lo punse e grande fu il suo disappunto di esser stato ferito da un' "amica" che venne piangendo più per la delusione che per il dolore. Mentre gli passavo un medicamento sulla manina, gli spiegai che non bisognava toccarle : erano troppo piccole, avevano paura e colpivano per proteggersi! Da allora si limitò a chiamarmi quando erano vicine. 
Nel nuovo appartamento entrò  un piccolo geco! Da noi sono rari. Io e mia figlia ne fummo felici ed iniziai a chiamarlo affettuosamente Filippo! Mio marito lo guardava con sospetto, "non vorrei mi venisse addosso mentre dormo!". Mucia ci pensò a rassicurarlo: trovammo una "porzione" di Filippo, quel che restava delle sue spoglie dopo la caccia del nostro felino,  sulla pantofola di mia figlia! Da allora non ne ho visti altri. 

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giovedì 26 aprile 2012

Chissà se è vera ? NON RITIRATELO E NON PAGATE!

Segnalata truffa catastale, prendetela con beneficio d'inventario .



 LEGGETE CON ATTENZIONE E DITELO A TUTTI.
DA IERI (16/04/2012) TANTISSIME PERSONE HANNO RICEVUTO TRAMITE CORRIERE (dalle segnalazioni effettuate, TNT o SDA) CON PAGAMENTO IN CONTRASSEGNO A € 28,50 UNA BUSTA, CON TANTO DI LOGO DELLA REPUBBLICA ITALIANA, INTESTATA COSI’:

STUDIO NOTARILE
DOTT. LEONARDO ROSSI
PIAZZA 4 NOVEMBRE 7
20124 MILANO
UFFICIO TECNICO
VERIFICHE CATASTALI
CONTRASSEGNO EURO 28.50
PER SPESE DI NOTIFICA E CONSEGNA 

Con un grande timbro blu riportante la dicitura:
OBBLIGO ADEGUAMENTO NUOVI VALORI CATASTALI D.L. 22/12/2011 n. 214
ALL’INTERNO NON C’E’ NULLA DI SIGNIFICATIVO!!! Il foglio contenuto lo trovate in allegato.
(http://www.gonews.it/articolo_130918_aziende-allarme-truffa-catastale-segnala.html)
E’ UNA TRUFFA!!!!!! Non ritirate nulla e non pagate nulla!
Con la storia dell'IMU tutti hanno e con la cifra non esorbitante …… è veramente facile cascarci!
Se ci siete già cascati, pazienza, mettetevi il cuore in pace perché avete perso 30 euro però…. fate FATE DENUNCIA AI CARABINIERI!
Io ci sono andata, ma, non avendo pagato, oggi mi hanno spiegato in modo dettagliato e cortese che risulterebbe solo una presunta truffa, pertanto purtroppo non possono con la mia segnalazione o denuncia, fare alcuna indagine in merito. Per chi invece ha già pagato possono andare a fondo della questione cercando di risalire al mittente anche contattando il corriere che sta effettuando le consegne.
Ditelo soprattutto alle persone più anziane che ogni giorno, per rispettare nuove normative e procedure burocratiche, hanno la vita sempre più dura … per cui metteteli in guardia!
Io ho potuto fare le opportune verifiche utilizzando internet, ma loro???
A quell’indirizzo non esiste alcun studio notarile.
E’ tutto vero!!!
Abbiamo la certezza che il 16 sono state recapitate buste a Firenze, Alessandria, in Lombardia, Bra, Udine, Torino e …….
Con il passare delle ore oggi si intensificano le testimonianze sulla rete che spaziano dal nord ovest al nord est. Io ho parlato personalmente con il responsabile del CNA di Firenze, sono subissati dalle segnalazioni dei loro associati, sino ad ora sono state colpite imprese medio – piccole, principalmente commercianti che quindi avendo la cassa con i contanti pagano in questo modo il contrassegno, migliaia e migliaia di lettere, …….e come mi spiegavano, già solo se le buste fossero 10.000 …..i conti sono presto fatti….. se non vengono fermati in tempo…..si intascano 300.000 euro in pochi giorni!! ….. altro che IMU!!  

lunedì 23 aprile 2012




San Giorgio,  originario della Cappadocia (odierna Turchia), nasce nel 280, figlio di un persiano e di una cappadoce e viene cresciuto nella religione cristiana fino a che non effettua il servizio militare. Tale è il suo valore che entra  nell’esercito  fino a  far parte della guardia del corpo  dell’Imperatore Diocleziano.  Quando l’imperatore decide di dare il via alle persecuzioni, San Giorgio  dona ai poveri tutti i suoi averi  e si confessa cristiano strappando l’editto davanti alla corte,  diventando  egli stesso un martire.

Due sono le leggende di San Giorgio.

Una circa la sua morte : talmente inverosimile che la Chiesa non avvalla i particolari, che raccontano di morte e resurrezione , di conversioni di eminenti personaggi e di miracoli effettuati nel mentre.   Si sa che muore decapitato, mentre promette protezione a chi onorerà le sue reliquie.

Ma la sua notorietà e l’espansione immediata del culto per  San Giorgio si espande in modo incredibile e diventa  uno dei santi più popolari,  venerato sia in Oriente che nell’Occidente.  Anche i Mussulmani   lo considerano un profeta:  le sue reliquie infatti,  conservate  in una cripta sotto la chiesa cristiana (rito greco-ortodosso) presso Lod (l’antica Lydda) in Israele,  era méta di pellegrinaggio ben prima delle crociate.  Papa Zaccaria trova il suo cranio in Cappadocia, portandolo a Roma, dove si trova nella chiesa del Velabro.

Fu proprio nel periodo delle crociate che nacque la seconda leggenda , quella del drago, si pensa per una malintesa interpretazione di una raffigurazione dell’imperatore Costantino in cui il sovrano schiaccia col piede un enorme drago, simbolo del “nemico del genere umano”.   Ovviamente i credenti ci ricamarono sopra una leggenda che ha per protagonista un villaggio Libico presso un lago dove egli salva la vita della figlia del re, uccidendo il drago al quale era stata destinata in sacrificio, convertendo il villaggio liberato dal supplizio di dover cibare la belva con offerte umane.

Ma San Giorgio non è l’unico ad essere rappresentato come uccisore di drago: San Mercuriale, protovescovo e patrono di Forlì è spesso raffigurato mentre rinchiude un drago in un pozzo.  San Demetrio nelle icone greche si differenzia da San Giorgio per il colore del cavallo (San Giorgio bianco, San Demetrio nero) e per il bersaglio un drago nel primo caso, un moro nel caso di Demetrio. Anche San Teodoro, martire d’Amasea viene rappresentato a cavallo od a piedi in atto di uccidere un drago o un serpente.

 La raffigurazione di San Giorgio che uccide il “drago”, viene interpretata dalla Chiesa quale rappresentazione del bene che trionfa sul male e diventa il protettore dei  cavalieri, degli armaioli, dei soldati, degli scouts, degli schermitori, della Cavalleria, degli arcieri, dei sellai; inoltre è invocato contro la peste, la lebbra e la sifilide, i serpenti velenosi, le malattie della testa, e particolarmente nei paesi alle pendici del Vesuvio, contro le eruzioni del vulcano. Nei Paesi slavi  viene invocato contro le streghe ed assunse la funzione addirittura ‘pagana’ di sconfiggere le tenebre dell’inverno, simboleggiate dal drago e quindi di favorire la crescita della vegetazione in primavera.

Vasto è  il culto di San Giorgio, nel Nord Africa, nel Medio Oriente, nella Cappadocia e nella Grecia, e si espande in tutta l’Europa. Non è solo patrono di Genova che ne ha il simbolo, la croce rossa, sul gonfalone, come Milano e Bologna, ma è anche patrono di Mosca, come di numerosissime città e paesi Italiani,  e mondiali.  Popolare il suo culto anche nella mia terra d’origine essendo patrono di Pirano e per questo la mia nonna ne era devota.  

Nella mia vita San Giorgio è entrato ben due volte:  il 23 aprile non è solo il giorno del mio matrimonio, ma anche il giorno in cui abbiamo trovato ed abbiamo preso gli accordi per l’acquisto  del nostro appartamento.   Ho sempre la sensazione che questo possa essere più di una coincidenza.  In realtà la vita stessa è una lotta tra bene e male e se non la guardiamo dal punto di vista religioso,  dal continuo equilibrio tra l’energia positiva e l’energia negativa.  Dobbiamo scevrare questi concetti dal  fanatismo religioso totalitario (bene= santità, male=peccato) ma come un traguardo da raggiungere: il benessere viene creato da un equilibrio, che sempre viene ad essere attaccato da emozioni o da azioni negative. Sta in noi a trovarne la chiave di lettura corretta e di imparare a trasformare l’energia negativa in forza positiva (come la trasformazione della rabbia in calma, con il pizzino di Osho).    Come nelle arti marziali si fa leva usando la forza dell’avversario per atterrarlo, così bisognerebbe saper trasformare ciò che ci destabilizza in ciò che ci rende forti. Quando avremo imparato a restare più a lungo possibile nell’equilibrio   probabilmente diventeremo anche padroni della nostra vita trasformando ogni occasione in evoluzione positiva.

Certo il Drago, lo stress,  è sempre in agguato, ci troviamo allora alla sua mercé. Come uscirne?

Sembra difficile, ma è possibile:  è un lavorio continuo, bisogna imparare a “sorvegliare” le proprie emozioni, educare la nostra mente ed il nostro corpo facendole fluire e convertendole in energia positiva. Bisogna imparare a capire che i nostri pensieri, ma soprattutto  le nostre azioni devono rispondere a dei requisiti ben precisi di “giustizia, carità, salute, amore, bellezza” .  Quando vi trovate troppo spesso un pensiero negativo nella mente, distogliete il pensiero immergendovi in una visualizzazione positiva. Se create un momento di pace nella vostra vita, si tratti di preghiera o di meditazione,  se iniziate con poche occasioni al giorno ed aumentate i  minuti nel corso delle settimane e dei mesi, vi ritroverete a trasformare la qualità della vostra vita, tanto che questo potrebbe diventare una conseguenza istintiva  : ricordatevi che ogni nostra emozione libera diversi messaggi chimici, che tempestando il nostro corpo   ci inducono allo stress. 

Ovviamente sarete sempre assaliti da emozioni negative, la vita sarà sempre disseminata da difficoltà, ma saprete riprendervi via via con maggior facilità!

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23/04/1983




Sono passati 29 anni da quel giorno  in cui siamo scesi dalle scale della Chiesa, marito e moglie, dopo quasi tre anni di convivenza.  C'era una leggera pioggia al mattino, l'aria era fresca, ma non fredda, quando uscimmo dopo la cerimonia, il sole iniziò ad uscire per splendere per tutto il pomeriggio. La foto è in controluce, ma l'ha fatta un esperto è comunque riuscita, non è la più bella, ma la più significativa.

Siamo scesi nelle difficoltà della vita così, sorridenti, nonostante tutto, ci siamo sostenuti a vicenda, una sottile complicità ci ha uniti sempre, anche quando eravamo distanti e vivevamo vite parallele per cause oggettive!  Tu con l'eterna sigaretta in mano, io con i miei amati fiori ad ingentilire ed a riportare il sorriso anche nelle difficoltà.

In gennaio ti dissi che ero stufa di aspettare di restare incinta per sposarmi e se non ti decidevi, potevo anche ripensarci e scegliere una soluzione alternativa al nostro rapporto, perché avevo le scatole piene di avere tutti gli oneri di moglie, ma nessun beneficio!

Fatto sta che tu quel 16 gennaio mogio mogio, replicasti "Perché se non ci sposassimo, tu che faresti?"  "Ma -risposi-, quel che mi pare, anche senza di te, visto che tu non ci tieni! " Mogio mogio "Ben allora, se proprio vuoi, facciamo le carte".

E fu in quei giorni che rimasi incinta ! In febbraio ne avemmo la conferma e la data fu facile da scegliere 23 aprile, San Giorgio!








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sabato 21 aprile 2012

Un momento di romantico relax




Secret Garden - Nocturne 0:00 - 1:07
Pietro Mascagni - Intermezzo from Cavalleria Rusticana 1:08 - 2:05
Max Steiner -'Summer Place' (Percy Faith and His Orc.) 2:06 - 2:49
Henry Mancini - Days of Wine and Roses 2:50 - 3:32
Tan Dun - For the world (From Jet Li - Hero) 3:33 - 4:11
Thomas Newman - Whisper of a Thrill (Meet Joe Black) 4:12 - 4:54
Claude Debussy - Clair de lune 4:55 - 5:45
Thomas Newman - Any Other Name 5:46 - 6:27
Edward Elgar - Salut d amour 6:28 - 7:22
Giacomo Puccini - O Mio Babbino Caro 7:23 - 8:26
Glenn Miller - Moonlight Serenade 8:27 - 9:36
Franz Schubert - Ave Maria 9:37 - 10:31
Maksim - Claudine 10:32 - 11:47
Enya - Caribbean Blue 11:48 - 12:22
Michael Nyman - The heart asks Pleasure First/The Promise 12:23 - 13:05
Gheorghe Zamfir - The lonely Shepard 13:06 - 14:08

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Parole chiave - motore di ricerca per il mio blog :

Vorrei sapere  come il mio blog sia apparso ai due buontemponi che hanno digitato come parole chiave del motore di ricerca "botta di culo al lotto" : misteri dell'informatica e della mente umana !
Penso che i due siano rimasti alquanto delusi ! ;D

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Nora



L'avevo postata in splinder, ma vale la pena che la replichi: Nora è una gran raGatta musicista! ;D

venerdì 20 aprile 2012

La situazione

....che vado ad incontrare in questi tempi è sconfortante. 
Quando "a c c e n n o" nel discorso a qualcuno la mia condizione (disoccupata e vedova) vedo la contrazione sul volto della persona, quasi uno spasmo doloroso di empatia, che manda in sovraccarico la mia interlocutrice. Mi spiace vedere tale reazione, vorrei evitarla e cerco di non "scaricare" ma informare brevemente, perché spesso tale reazione indica che la persona   ha vissuto od ha sperimentato almeno in parte delle perdite ed ha un sussulto a rivivere il momento, oppure per via del momento critico che viviamo, ha raccolto già tante testimonianze simili che la sua anima è pronta a collassare. 

Nonostante tutto vedo altre realtà anche peggiori delle mie e torna a galla il mio positivismo, ma permane un senso d'insicurezza, di dubbi continui! 

Andare avanti è difficile. La ricerca di un riempitivo per sostenermi finanziariamente fino al percepimento della pensione è poi logorante: vuoi per il periodo di crisi che stiamo vivendo, vuoi per la fragilità che le mie recenti "perdite" mi hanno causato. 

Ho paura di sbattere la testa qua e là perdendo energia e discernimento, senza concludere molto, anzi perdendo pezzi per strada. Anche se poi raddrizzo le spalle ed alzo il capo e parto di nuovo in quarta! 

Egregio Dott. Monti se solo ripete ancora una volta "Il posto fisso che noia" vengo a sputarle in faccia di persona, personalmente! 

Perfino il prete domenica dal pulpito si è sfogato nell'omelia, dichiarando la sua perplessità ed impotenza! Ha detto : "raccolgo sempre più testimonianze di persone disperate, oggi un padre di famiglia 60enne ha pianto davanti a me perché è stato licenziato e si è visto prolungare il diritto alla pensione di  6 anni con una famiglia a suo completo carico ed ovviamente non trovando lavoro! Come posso predicargli di gioire della Pasqua se le prospettive per il suo futuro sono queste??" 

Don Gnocchi diceva "Coraggio!" perché è l'unica nostra arma in questo momento. 
Certo c'è chi il coraggio non se lo sa dare come dice il Manzoni, ma almeno cerchiamo di darlo in solidarietà: una buona parola vale molto e costa poco! 

Buon week-end a tutti! 





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giovedì 19 aprile 2012

O voi che mi leggete siete tutti nominati per ritirare l'award ...)

Abitualmente non pubblico quelli che ricevo, a parte quello di "blog affidabile" da Shunrei, in marzo.  Ma sta volta ho ricevuto lo stesso award da ben TRE mie amiche lettrici, in primis da  Edvige, http://mementosolonico.blogspot.it/ una mia concittadina,  
da Esprit74follett http://gattitudine.wordpress.com/
e per  la seconda volta nomination pure da  Shunrei   http://gitementali.wordpress.com/




La settimana è stata molto dura, sebbene siamo solo a giovedì devo confessare che sono già stremata con corollario di ansia, dubbi, incertezze, decisione prese e disfate nel giro di qualche ora, mille dubbi ed ubbie su cosa fare! 


Quindi VI NOMINO TUTTI O VOI CHE MI LEGGETE  e partecipo al gioco per alleggerire il momento! 


Bisogna rispondere ai seguenti questi, oltre che a nominare i vostri beniamini per passare l'award al loro blog. 


1. Qual'è la tua rivista di moda preferita :  Burda fuer die vollschlanke Damen! 
Burda per le "false magre" ;) che contemplo per mimetizzare la mia stazza ;) 
2. Chi è il tuo cantante/bank preferita : ardua la scelta, la voce di Adele mi emoziona, ma amo ascoltare tutta la musica e spesso mi fermo ai miei anni ruggenti! Da bambina avevo 3 anni ed ascoltavo seduta su di un seggiolino davanti alla grande radio Telefunken con l'orecchio appoggiato all'altoparlante ricoperto dalla tela di tappezzeria ascoltando lei, la mitica, 



3. Chi è la tua youtube guru preferita : CLIO! Naturalmente ! 
Io che con le caldane ho dovuto abbandonare il trucco per non sembrare una "colata" di colore, guardo ipnotizzata come una musa ispiratrice questa simpatica ragazza che rivela il segreti del maquillage  con la disinvoltura e la naturalezza di un guru!     
Di Belluno, dopo aver studiato Design a Milano, è andata a New York a frequentare lo studio professionale dei truccatori, ha creato un canale youtube gettonatissimo ed ora è anche sul canale Real Time! 
A me piace perché ha un viso sempre sorridente, ha un entusiasmo per ciò che fa e mi perdo a guardare i suoi gesti sapienti e le trasformazioni delle figuranti alla sua trasmissione! Invidio il suo segreto : aver fatto della sua passione una professione e di divertirsi facendola! 
Un po' di leggerezza ogni tanto ci vuole! 
4. Qual'è il tuo prodotto make up preferito : il rossetto, che uso in quanto almeno quello non "cola". Ma il mio sogno nel cassetto è -almeno una volta- partecipare ad una soiré con un trucco smokey eyes con le ciglia finte: oggetto del desiderio fin da piccola !
5. Dove ti piacerebbe vivere : a Trieste, obviously!  
6. Qual'è il tuo film preferito :  a prescindere dai mitici come La Ciociara, Via con il vento ed altri capolavori, non saprei quali citare perché di registi ce ne sono tantissimi e bravissimi in Italia ed all'estero. Ma quelli che amo particolarmente sono tutti i film di Peppone e Don Camillo, di cui conosco a memoria le battute e quelli di Totò che hanno un'ironia ed un fondo di amarezza ineguagliabile. Totò e le donne per me è un capolavoro, quando Totò va in soffitta e sparge la cenere del sigaro ed inneggia davanti al moccolo acceso all'icona di Landrù e la scena in cui Ave Ninchi che prepara la valigia per tornare da sua madre sono gustosissime! 
7. Quante paia di scarpe possiedi : penso una decina in totale, non le ho contate, alcune le porto di più, altre di meno ed a volte "le dimentico" trovando altre più comode. 
8. Qual'è il tuo colore preferito : da ragazzina amavo il blù scuro, poi il turchese ed ora il rosso. Ma il blù resta il colore che mi rilassa e mi permette di staccare! 


Ora a voi  ! chi vuole il testimone proceda! 







mercoledì 18 aprile 2012

Nellabrezza : ecco il racconto dell'esodo.

Al solito non sono concisa, ma vorrei rendere ad onor del vero il clima che queste terre hanno vissuto.

Per capire la portata morale e fisica dell’esodo, bisogna risalire alla fine della I Guerra Mondiale con la definizione dei confini, che determinò l’inglobamento di zone di diversa origine nei paesi vincitori. In vari stati sorse un movimento di omogeinizzazione nazionalista a scapito della minoranza etnica, che doveva adeguarsi o emigrare:  in Francia verso i tedesci dell’Alsazia, in Polonia verso i tedeschi della Slesia, in Grecia verso i Turchi,  in Turchia verso gli Armeni, in Italia Mussolini fece la campagna in grande stile con l’italianizzazione dei barbarismi nella lingua parlata, e nei cognomi stranieri (anche nel doppiaggio certi nomi dei film americani fanno sorridere) la proibizione e la chiusura di scuole di lingua slovena e delle case di cultura slovena, nonché serbo croata nell'Istria di cui 60% della popolazione era Italiana il resto era croata, serba e di altre origini. In Jugoslavia (Regno di Serbia, Croazia e Slovenia)la repressione venne a colpire gli Austriaci al confine della Slovenia, ma anche   le altre etnie croate e slovene, in quando la “Grande” Serbia si considerava leader dominante. Fu così che prima della seconda guerra mondiale la persecuzione serbo-jugoslava verso la popolazione croata, vide una pesante azione dei terroristi croati, (cattolici e fascisti), i famosi e terribili ùstascia, che allestirono campi di concentramento, ben prima di Hitler dove furono internati comunisti, ebrei, zingari e serbi.  Le stime dei decessi di questi campi ùstascia secondo Simon Wiesenthal parla di 500.000 serbi uccisi, 250.000 espulsi, 250.00 convertiti al cattolicesimo in modo forzato e di migliaia di ebrei e zingari uccisi.  Ma il generale Tito comprese che la Jugoslavia nella II guerra mondiale doveva stare unita e fu l’unico esponente militare che riuscì a riunire nelle proprie file croati e serbi, anche se gli attriti tra le due etnie erano proverbiali e dovevano agire separatamente.   I campi di concentramento vennero usati  dopo il ’43   per eliminare anche i soldati italiani reclutati  nei territori occupati e di cui alla fine non sapevano come inquadrare dovendo sbandierare il totalitarismo jugoslavo (capirete il perché leggendo in seguito)  le  loro condizioni alla liberazionone nel 1946 furono orribili, ma sono tutte documentate.  Un conoscente reduce raccontò di secchi pieni di occhi umani strappati ai reclusi e tacque il resto!






Dal 1945 al 1946 ci fu quella che fu chiamata “La Grande Corsa verso Trieste”, i militari di Tito fecero una sanguinosissima campagna, terribili furono gli eccidi. L'italianissima  Zara, la perla dell’Adriatico fu distrutta da 54 bombardamenti (!) ,  i Titini uccisero più di 2000 persone nelle foibe durante la sua conquista, dopo la sconfitta della strenua resistenza della mitica  X Mas. All’occupazione seguirono ulteriori rappreseglie e molta gente fu annegata in mare per accellerare l’eliminazione!  Seguirono le sanguinose conquiste di Pola e Fiume,  e le milizie arrivarono  a conquistare ed occupare una bella fetta di territorio inclusa Trieste, sperando di potersela accaparrare anche dopo la Guerra, inglobando nel proprio nuovo Stato gran parte del ricco territorio della Venezia Giulia sede di numerose attività commerciali che avevano nel porto franco di Trieste potenzialità enormi, (PUNTUALMENTE DISATTESE E REPRESSE DAL GOVERNO ITALIANO che tuttora vuole IGNORARE QUALSIASI SVILUPPO, ANZI LO OSTACOLA!)  I Titini non si risparmiarono nulla in quanto crudeltà incluse impalamenti di persone, torture e sevizie inenarrabili,  fino alla morte di migliaia di uomini, ma soprattutto anche di DONNE E BAMBINI e venne da loro stessi documentata!
Fatto sta che  gli alleati arrivarono in regione, entrarono in Gorizia con la legione dei nord-africani seminando terrore anche nella popolazione inerme  con saccheggi, ma soprattutto   un numero impressionante di stupri proprio come si ricorda nella Ciociara! Agl’Inglesi non importava un fico secco della popolazione, mandavano i magrebbini d’avanguardia, basta andare avanti.
Nella contesa delle nazioni, fu creata la linea Morgan,  oltre la quale gli alleati chiesero a Tito di retrocedere, facendo restare l'enclave di Pola (in basso nella penisola Istriana) quale territorio Italiano, perdendo definitivamente Fiume e Zara.
Ma il Generale voleva a tutti costi la parte più ricca quella costiera dell’Istria a ricompensa di Trieste perduta.     Nacque il Territorio Libero di Trieste, fu delineata una zona A, sotto dominio degli alleati ed una zona B, sotto il dominio dei titini. Gorizia venne divisa in due : storica, la casa il cui WC fu murato e rimase nella zona jugoslava. La leggenda narra che il proprietario evacuasse in un giornale e buttasse il tutto oltre il muro! L’involto veniva ributtato nella parte italiana, i locali in un umorismo arguto dissero : non per le deiezioni ma per  la propaganda politica del giornale in cui erano contenute!


Quando nel 1946 il trattato di pace di Parigi fu firmato, le truppe Titine lasciarono Trieste, due ali di folla scortarono  l’uscita  degli invasori e durante il tragitto le  loro divise marron divennero  bianche di sputi che la popolazione lanciava loro addosso!  
A quel punto Tito giocò il tutto e per tutto,  voleva che la zona B restasse per diritto di etnia alla Jugoslavia, nonostante l'evidenza precitata del censimento fatto ai primi del secolo. Egli favorì l’integrazione di serbi e croati nelle zone dell’Istria facendoli migrare, proibì la lingua italiana ed il suo studio nella zona, represse ogni rivolta o sentore di rivolta. Terrorizzò la popolazione italiana dominandola acciochè non sventasse il suo bluff. Vennero indette manifestazioni di massa alla visita delle autorità alleate per dimostrare la preponderanza jugoslava, rosicchiando ulteriori territori ad est. Tutte le imprese commerciali vennero requisite come indennizzo di guerra ed i proprietari, come mio padre dovettero  cedere gratis la proprietà delle proprie imprese, lavorando per mantenerle in attività ma come “stipendiati” con una misera paga per conto del governo jugoslavo. Oltre alla repressione  culturale, continuò la repressione fisica delle foibe,  e tutti ebbero il terrore di parlare anche con i vicini di casa per non incorrere nella delazione. Le milizie titine irrompevano nelle abitazioni civili, requisivano quanto potevano portare via, rompevano ciò che andava loro a genio o non potevano trasportare. Nonno, già malato di cuore, morì a 53 anni, dopo aver subito soprusi ed incursioni nel nostro oleificio e nel nostro mulino da parte dei dominatori titini che requisivano farina e olio  e rompevano orci, squarciavano sacchi di farina, secondo il loro umore.   I contadini nell’allevare e coltivare dovevano vender tutto a loro, ricevendo un quarto del valore di quanto prodotto e chi protestava sapeva che poteva passare per le armi!   
Fu così che dalla fine della guerra molta gente temendo per la propria vita e volendo un futuro migliore per i propri figli,  decise di emigrare nella Zona A, abbandonando case e terre che vennero requisite dai Titini. La diaspora continuò fino intorno al 1957, in Istria quelli che non se la sentivano di andare allo sbaraglio  lasciando case ed averi pur dovendo sopportare il regime ed i nullatenenti, che in cambio dell'occupazione di case e campi abbandonati, erano lieti di dichiararsi “comunisti”, facendo buon viso alla dominazione jugoslava.
Era chiaro che nonostante l’evidenza storica, la politica di Tito nella zona B ebbe successo, in quanto  la NATO aveva tutta la convenienza a  favorire Tito, affinché facesse da cuscinetto politico verso lo spauracchio dell’ Unione Sovietica ed in tale posizione il governo jugoslavo rimase fino all’ultimo per poter rimanere indipendente  vedendo il Generale diventare leader della coalizione dei Paesi Non Allineati!  E con il trattato di Osimo, cassate il termine, l'Italia vendette il nostro "c_lo" in cambio di indennizzi da fame, rispetto a ciò che è stato lasciato!
Fu così che carovane di carri e di genti, caricate con povere cose che era PERMESSO dalle autorità TItine di portare con se, lasciò la zona B per restare Italiana, per mantenere la propria libertà, per garantire ai figli un futuro migliore, tenendo in tasca la chiave di casa, che non avrebbero potuto mai più usare e che molti gettarono in mare, ricominciando con disperazione da zero.
Questo fu l’esodo. Così oltre  270.000 Istriani di origine Italiana emigrò.  Grandi lavoratori si sono distinti in tutto il mondo,  non era gente affamata quella che emigrò:  i furlani che ci accolsero ironicamente ci criticavano considerandoci  “troppo pasciuti per essere vittime!!!” tacciandoci con l’etichetta di fascisti! Perché quelli che uscirono dall’Istria non erano  i morti di fame, era una popolazione attiva,  imprenditori, gente di cultura, ma anche pescatori, contadini, allevatori di una terra e di un mare generosi con chi lavorava sodo!  Per noi il Comunismo era sinonimo di   “foibe”, irruzioni, torture, sevizie, dominazione, fame, morte:  non era il Comunismo che gli Italiani conoscevano,  come nell’Emilia Romagna , ad esempio , che si affermava quale  lotta di classe!  Era terrore allo stato puro!
L’accesso ai confini era tassativamente chiuso, chi lo passava doveva ottenere un permesso speciale e subire una perquisizione fisica, con la requisizione di ogni genere importato o esportato. Per mantenere il numero di "popolazione" e diritto all'acquisizione definitiva del territorio zona B i titini cercavano di dissuadere l'esodo e l'emigrazione. I flussi della diaspora avvennero in date prestabilite.
Mio fratello nel 1953 ad un anno ebbe un eczema molto violento e doloroso, la cura che i medici locali gli davano era talmente forte che appena mamma lo spalmava piangeva a dirotto e faceva pipì per il dolore quanto inadeguata. Ogni volta che sudava era colto da prurito e iniziava a grattarsi fino a sangue, piangendo quando veniva pulito. Mia madre chiese per mesi ripetutamente di poter venire a Trieste, sede di un ospedale infantile per curarlo adeguatamente. Fatto sta che non le accordavano il visto per paura che fosse un pretesto per “scappare”.
Alla fine esausta prese mio fratello e lo portò davanti al commissario di zona Titino in Comune e glielo lasciò sul tavolo dicendo : io non ce la faccio più a sentirlo urlare, a fargli del male con questi rimedi,  fatelo voi se lo potete sopportare e minacciò di abbandonarlo lì seduta stante. Il medico della milizia lo visitò e finalmente fu concesso il visto a loro, con l’avviso che qualsiasi “fuga illegale” avrebbe avuto ritorsioni sulla famiglia di mamma!
Dopo la definizione dei confini la gente iniziò a ritornare per brevi visite nelle terre d'origine a trovare tombe e i pochi familiari rimasti. La mia famiglia era quasi tutta emigrata, ma ogni tanto si andava a trovare un cugino ed a portare i fiori per i morti sulla tomba di famiglia. Era tale il clima in casa mia  in quelle occasioni, che ogni volta che si passava la dogana l'ansia ed il terrore dei miei genitori era palpabile come una pesante cortina di piombo. 
Solo dopo Schengen alla fine degli anni '90 i confini con la Slovenia sono stati aperti e mi trovo a mio agio in una terra che comunque non era nostra. La nostra casa è in territorio Croato e sono anni che non ci vado!

Questo è stato il nostro esodo: io sono nata 11 giorni dopo e mamma mi raccontava di come era talmente depressa e prostrata in quei giorni d'attesa di aver avuto più di una volta l'impulso al suicidio, ma solo il pensiero di abbandonare mio fratello di 5 anni la bloccò. Il resto, la dura china d'inserimento in una società che già provata dagli stenti della guerra ci vedeva "stranieri/mangia pane" nella nostra stessa patria è un altro doloroso capitolo



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Questo è Maru, un gatto giapponese

Maru è un simpaticissimo soriano Giapponese,  la sua padrona ha postato numerosissimi video in youtube.
Qui è in una posa che mi rappresenta "sfinita ed in ansia". La routine della mia vita sta cambiando, spero in bene, ma la novità (di cui non vi parlo ancora per scaramanzia) assommata agli altri impegni mi stanca non poco e come vedete dalla coda di Maru, il segnale di leggera ansia tende a permanere anche nei momenti di riposo! A presto! 




Questo gattone che assomiglia tanto a Mucia ed ha la sua stessa stazza a quanto sembra, mi fa morire per l'atteggiamento ermetico che il suo carattere orientale gli dona, per l'imperturbabilità e la seriosità che mantiene quando compie le sue avventure, anche le più dispettose.

 

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sabato 14 aprile 2012

Buon Compleanno Papà


Papà in questa foto aveva compiuto 40 anni, oggi ne avrebbe 82. Si chiamava Mario, per i familiari Marieto,  era il secondogenito. Il "piccolo" di casa. Per suo suocero era "Eto" perché era alto e magrissimo quando s'innamorò di mamma. 
Ci parlava delle sue estati nella sua città di mare  a bordeggiare con gli amici in barca o al bagno in compagnia di  amici e  parenti : una schiera di cugini e cugine.
I suoi genitori negli anni della guerra lo mandarono a convitto dai salesiani di Udine per frequentare il rigido Malignani. Anche lì però Papà bigiava la scuola. Ricordava sempre tra gli anneddoti le sberle che l'insegnante gli diede nel 1946 quando all'uscita del scandalosissimo (per allora) film "Gilda" gli studenti furono sottoposti ad interrogatorio e chi confessava di esser andato a vederlo si aggiudicava un sonoro ceffone! Erano i tempi in cui se ti lamentavi con i tuoi di aver ricevuto a scuola una simile punizione ne ricevevi una "gragnola" a casa come ricompensa, oltre che a privazione di quei pochi privilegi di cui potevi godere!
Vista la costosità della trasferta e la poca voglia di studiare, fu trasferito a Trieste da una zia, a completare gli studi presso l'Istituto Volta per periti tecnico-industriali, ma con poco profitto: Papà arrivò alla terza classe, in sei anni!
Dopo di che fu richiamato a casa in Istria per il peggioramento delle condizioni di suo padre, mio nonno. Da allora divenne il suo braccio destro, in vista della successione, essendo l'unico maschio.  Poi il matrimonio, la morte del nonno e l'esodo.
L'esilio  sconvolse non poco mio padre:  figlio d'imprenditori con un futuro già pianificato, la dominazione Titina con la confisca dei beni effettuata dai soldati di Tito, fu un trauma enorme. Divenne operaio della cooperativa, ma la proprietà era stata   trasferita di fatto SENZA alcun indennizzo ai dominatori jugoslavi!  Non era vita: perquisizioni, soprusi, requisizioni a sorpresa! Con due bambini piccoli, moglie e la madre vedova a carico scelse di rimanere Italiano, scelse la libertà, ma dovette ricominciare da zero senza alcun capitale alle spalle, perché intanto la malattia del nonno aveva assorbito le poche finanze accantonate duramente dopo la guerra. 
Essendo nata di domenica, lui mi festeggiava sempre il giorno successivo, nel quale ci raggiunse con mio fratello per vedermi la prima volta.
Ricordo le tacche di bruciato delle cicche che metteva sulla credenza di legno, mentre si faceva la barba in cucina la sera (il bagno era molto freddo) per aver più tempo la mattina. La barba lunga della domenica quando la mattina finalmente avevo modo di incontrarlo in cucina a casa per il turno di riposo e mi dava il bacio del buongiorno stringendomi in un abbraccio e sfregandomi con la barba ispida il viso.
Mi ricordo come religiosamente si mangiava il caffé-latte : riempiendo la scodella di pane ed appoggiandovi sopra la mitica panna, che il latte bollito donava al nostro palato. Sistematicamente si doveva immergere e far affiorare il cucchiaio dal basso verso l'altro per poter prendere il pane con un pezzetto di panna, che mitigava e addolciva la cucchiaiata riempiendo la bocca.
Quando da bambina ebbi i primi incubi lui mi insegnò a non aver paura, ma recitare un Pater ed un Ave Maria a protezione e di star tranquilla che nessuno dopo mi poteva fare più del male. Funzionò ed ancora quando mi sveglio agitata inizio a recitarli, riaddormentandomi come una bambina.
Dopo l'esodo, andò prima a batter ruggine nel cantiere navale di San Rocco, poi finì bigliettaio sulle autocorriere di linea verso il confine, poi operaio nell'officina dell'azienda trasporti cittadina. Ancora ricordo le notti in cui stanco si sentiva che parlava nel sonno "avanti c'è posto", "un biglietto : 50 lire"!
Ancora ho nella mente le serate in cui prima della televisione, quando era a tavola a cena con noi libero dal turno serale, raccontava le storie della sua famiglia d'origine, gli scherzi che da studente facevano a scuola, si cantava, ci si raccontava barzellette.  Poi i commenti davanti alla televisione, con in mano la mitica Enigmistica, che completava fino alla fine!
Come mamma, amava leggere ed i libri erano un costo rilevante del suo magro stipendio:  c'era sempre da pagare la rata del Milione o dei Classici Azzurri, o del Conoscere, l'Enciclopedia dei Ragazzi, del Dizionario Sansoni e poi i tascabili Mondadori, i Medusa per non parlare del Selezione del Readers' Digest, rivista e libri. Aveva anche dei dischi a 38 giri che ancora posseggo, con la Sinfonia di Beethoven diretta da un giovanissimo Von Karajan, ma anche dischi di musica leggera, con Bing Crosby, Trina Lopez, Zara Leander che facevo andare sul primo giradischi preso a rate da Selezione che aveva la puntina per i 38 giri, che dovevi girare per ascoltare  i 45 e 33.
Quando era libero in primavera si andava a fare delle lunghe camminate nella riserva naturale dei laghetti carsici di Percedol, si andava a raccogliere gli asparagi nella bassa boscaglia di Cattinara. D'estate si andava ai Topolini al mare e lui mi insegnava a nuotare, quando ero piccola mi aggrappavo a lui e mi portava al largo dove non si toccava e mi pareva un'avventura straordinaria.
Era introverso, solo chi lo conosceva poteva comprendere il suo stato d'animo, ma non era mai musone, anzi gli piaceva parlare con la gente, conosceva tutti sapeva tutto di tutti e amava la compagnia, le riunioni. A chi gli chiedeva "come va?" rispondeva sempre allegramente "Pulito" (Bene) ad una signora che gli obiettò, "Impossibile che a lei vada sempre tutto bene, qualche volta avrà qualcosa che non va" Lui rispose serenamente "Anche se le raccontassi i miei problemi, lei non ci potrebbe fare nulla, quindi perché tediarla invano?"
Ricordo il periodo doloroso per la malattia di mia madre quando rimase  al suo capezzale sempre allegro, mai stanco di accudirla nell'assistenza  anche più umile, senza batter ciglio, anzi cercando di distrarla mentre svolgeva questi compiti. Ho visto l'amore con cui la imboccava e le sciacquava la bocca e la sua sofferenza quando lei morì.
Gli anni successivi furono difficili, fino a che non incontrò di nuovo una compagna e con lei riprese a vivere ed io affidai loro i miei figli, che involontariamente chiamava quasi sempre con i nomi mio e di mio fratello. Con loro riuscì a rilassarsi e sciogliersi come ogni nonno riesce a fare, libero da problemi economici, andando dopo poco in pensione assieme alla moglie e per i miei figli fu un nonno splendido, amorevole, ma giustamente severo quando serviva. Assieme li portarono dappertutto, da maggio ad ottobre li vedevo poco e dovevo durante l'estate accompagnarli sempre la mattina in campeggio ed andarli a riprendere la sera; facevano gite in barca, vacanze con il camper, gite in Carso, sparivano e non li vedevo più e si incazzavano quando chiedevo loro i programmi che avessero per concordare le mie ferie in ufficio! Volevano essere liberi di progettare tutto all'ultimo minuto!
Un modo di vivere diverso da quello a cui eravamo abituati e che mi portò a qualche attrito con loro, ma superai tutto per il bene dei miei figli : io avevo poco tempo e forza da dedicare a loro e per lavoro ero tanto lontana da casa, mio marito era incapace di educare, ma solo di giocare e nutrirli a pane e nutella! Per cui li affidai per il tempo che lavoravo a mio padre ed alla sua seconda moglie, perché avevo fiducia in loro, nei loro principi e così i miei figli ebbero sempre un pasto caldo pronto ad accoglierli al loro ritorno da scuola,  ed orecchie pronte ad ascoltarli e qualcuno che li seguiva nei compiti: eravamo comunque in sintonia pronti a riferire qualsiasi variazione d'umore o di situazione percepita per concordare come comportarsi. Imparai a dedicare ai miei figli la maggior attenzione possibile quando stavamo assieme in modo da compensare con la qualità il poco tempo che riuscivo a dedicare loro. Ma dissi sempre ai miei figli, che se mio padre avesse avuto per me e mio fratello solo un terzo delle attenzioni e disponibilità che aveva avuto con loro, saremmo stati  i figli più felici del mondo, invece subimmo la depressione post-esodo e la nostra vita nella congiuntura e negli scioperi della fine degli anni sessanta non fu facile.
Lui con i miei figli visse una seconda giovinezza. Poi  a 70 anni l'infarto, l'agonia, la ripresa, il tracollo e la fine: un vuoto.
Paradossalmente da quel momento qualcosa cambiò in me, fui consapevole di una maturazione particolare: avevo rotto anche l'ultimo cordone ombellicale, iniziai a camminare autonomamente, ormai ero sola e più "grande".

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Robert Doisneau - Bacio di fronte all'Hotel de la Ville

venerdì 13 aprile 2012

Wonderwoman in pensione

Mentre tutta la società ci pone degli stereotipi d'ideali, programmandoci per fallire, mentre ci sforziamo di produrre qualcosa che non ci appartiene, ma che ci viene imposto dalla società stessa, nessuno men che meno c'insegna come fare quando lo scopo delle nostre identità decade in quanto il nostro compito è esaurito.

Non più figlia, non più moglie, non più impiegata, non più educatrice, (anche se con i figli non hai mai finito, il tuo esempio vale fino alla fine), non più giovane, non più efficiente per il mercato, mi ritrovo a dover affrontare, anzi ad aver affrontato quello che è la perdita di alcune identità, che nella società è fondamentale per non farti sentire come un paria in un branco di bramini altezzosi, che ti guardano come una merda di vacca, scuotendo la testa a voler dire : non hai speranze, paria sei, paria resti, per quanti salti fai la merda di vacca da sola resta sempre a terra...

Capita che se non ti affretti a reagire incominci anche a sentirti proprio come tale!

Il mio indomito spirito nell'ottica della mia "musa" ispiratrice Marina Garaventa (di cui a destra nella colonna a  fianco trovate uno stralcio del suo ultimo libro), ha rivoluzionato la mia posizione: non più paria (merda di vacca), bensì entità carbonio (come dicono a Star Trek :) in attesa di destinazione.

La destinazione deve essere ricercata in ambienti non consueti al precedente periodo di vita, specie se la società stessa ti rigetta in quanto obsoleta, devi decidere cosa vuoi fare del resto della tua vita. E dato che Marina ci ha   dimostrato che ci sono altre "forme di vita" valide di esser vissute, oltre quelle che la società ci propone quali uniche scelte, non mi resta che esplorare tutte le alternative a nostra disposizione. Perché tutto sta nell'ottica con cui consideri quello che stai facendo e la scelta che fai.
Se da una parte quando lavoriamo agogniamo al periodo in cui potremo goderci la libertà del tempo, liberi dal giogo del lavoro, quando abbiamo tanto tempo a disposizione tendiamo a perderne molto, sprecarlo, sentirci vuoti  ed a farci assalire da sensi di colpa per non essere più "produttivi" !

A questo punto del mio percorso ho compreso il pensiero che un maestro Austriaco insegna a dei bambini, che vengono nel suo laboratorio per dipingere! Attenzione ! Non a diventare pittori ! Bensì a fare il gioco del dipingere, esprimere se stessi indipendentemente dal risultato: ossia imparare a godere di ciò che si fa a prescindere dalla produzione!

Questa sembra essere la mia missione attuale! Sviluppare la capacità di assaporare qualsiasi opportunità, cogliendo l'attimo!






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L'età dei cani !


Età del cane in anniEquivalente in anni umani -
Peso inferiore a 9 kg
Equivalente in anni umani -Peso tra 9-23 kgEquivalente in anni umani -
Peso tra 23-41kg
Equivalente in anni umani -
Peso oltre i 41 kg
115151412
223242220
328292928
432343435
536384042
640424549
744475056
848515564
952566171
1056606678
1160657286
1264697793
13687482101
14727888108
15768393115
16808799123
178492104
188896109
1992101115
2096105120
dal sito www.bau.it